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lunedì, Settembre 16, 2024

BOLOGNA – NAPOLI 0 a 0. Gli azzurri impattano al Dall’Ara, pareggio di “rigore”.

A sole cinque giornate dall’inizio del del Campionato, il Napoli è a già a -7, dall’ Inter, prima in classifica.

E’ paradossale che nella migliore delle prestazione di squadra, finora offerta dai partenopei, il Napoli non riesca a vincere. Nonostante anche la concessione di un rigore sacrosanto, buttato alle ortiche da Osimhen, che anche ieri non è parso al meglio. Partita cesellata con tanto di contestazione plateale verso il proprio allenatore.

Comportamento che nulla di buono può generare, sia come immagine collettiva di squadra e sia come  tranquillità di spogliatoio nel prosieguo della stagione. In campo si sono viste cose buone, i reparti finalmente hanno dato prova di essere ben collegati. La zona nevralgica di centrocampo ha tenuto connesse egregiamente  le distanze tra attacco e difesa.

Soprattutto non si sono viste quelle sbavature difensive, quelle dormite inquietanti che tanto male hanno fatto alla squadra in questo inizio di stagione. Buona la prova di Natan che però va rivisto contro attaccanti un poco più insidiosi di quelli del Bologna. Ma la gamba pare ci sia, e anche una certa predisposizione al ruolo.

Quello che preoccupa il popolo napoletano è l’involuzione sotto porta dei propri beniamini. Pare stia diventando una costante negativa, che è oramai un problema grave, sono troppi i tiri in porta sbagliati, a casaccio, con poca lucidità.

Troppi indizi che stanno diventando una prova, tragica e dolorosa per la torcida azzurra e per il risultato finale, che a oggi, a sole cinque giornate di torneo, dicono che il Napoli è a già a -7 dalla prima in classifica. In questa formazione c’è un altro problema che sta diventando atavico, quello di sbagliare i rigori. Credo che a oggi i partenopei hanno battuto il record mondiale in fatto di errore dal dischetto. Una maledizione che sta diventando un tabù insormontabile.

Fossi in ADL consulterei la chiromante del presidente del Borgorosso,  quella di “Damme lu piede, damme la coccia”, ma il presidente del Napoli si sa non è superstizioso e quindi difficile possa fare una cosa simile. Osimhen dicevamo non pare stia attraversando un grande momento, al di là del rigore sbagliato. Il centravanti azzurro appare troppo nervoso, e quella esagerazione plateale, nel momento della sostituzione è parsa davvero eccessiva e fuori luogo.

Fa il paio con l’atteggiamo avuto da Kvaratskhelia a Genova, un malessere che finora in molti abbiamo attribuito alla poca sinergia con al nuovo allenatore, ma forse ha radici molto più profonde. Uno stato psico – fisico poco esaltante, da parte delle punte azzurre. Il georgiano addirittura non va in rete da marzo, forse un poco di riposo, viste le tante gare da affrontare non farebbe male a nessuno dei due.

Un poco di panchina fa oltre che riposare i muscoli aiuta anche riflettere su ciò che stanno facendo di poco positivo e dannoso, non solo per loro ma pure verso tutti gli altri. Le partite si vincono anche con la testa e non solo con i piedi. In questo scorcio di stagione i due hanno più volte dato l’impressione di avere perso quella umiltà che li ha resi stratosferici la stagione passata. Oggi sembrano la fotocopia sbiadita e ingiallita di quei due fenomeni apparsi un giorno all’0improvviso.

Vincere in Italia per una squadra del sud è già un miracolo, ripetersi quasi impossibile. Certo non è che la tifoseria azzurra chiede di vincere ogni anno lo scudetto, la maturità dell’ambiente comprende che è una cosa se non impossibile abbastanza complicata di sicuro. Specie in un paese che ha diviso in due la cartina geografica, rendendo una parte di essa colonia.

Al di là della vittoria finale, il Napoli deve garantire comunque una stagione a testa alta; sarà un’annata così, tortuosa, tutta in salita, dettata da una campagna acquisti sparagnina. La scelta dell’area tecnica, che la società ha voluto imporre, quasi a voler dimostrare che l’allenatore conta poco o nulla in un’orchestra ben delineata, speriamo per i colori partenopei che anche questa volta il buon ADL l’abbia azzeccata.

di Fiore Marro

A sole cinque giornate dall’inizio del del Campionato, il Napoli è a già a -7, dall’ Inter, prima in classifica.

E’ paradossale che nella migliore delle prestazione di squadra, finora offerta dai partenopei, il Napoli non riesca a vincere. Nonostante anche la concessione di un rigore sacrosanto, buttato alle ortiche da Osimhen, che anche ieri non è parso al meglio. Partita cesellata con tanto di contestazione plateale verso il proprio allenatore.

Comportamento che nulla di buono può generare, sia come immagine collettiva di squadra e sia come  tranquillità di spogliatoio nel prosieguo della stagione. In campo si sono viste cose buone, i reparti finalmente hanno dato prova di essere ben collegati. La zona nevralgica di centrocampo ha tenuto connesse egregiamente  le distanze tra attacco e difesa.

Soprattutto non si sono viste quelle sbavature difensive, quelle dormite inquietanti che tanto male hanno fatto alla squadra in questo inizio di stagione. Buona la prova di Natan che però va rivisto contro attaccanti un poco più insidiosi di quelli del Bologna. Ma la gamba pare ci sia, e anche una certa predisposizione al ruolo.

Quello che preoccupa il popolo napoletano è l’involuzione sotto porta dei propri beniamini. Pare stia diventando una costante negativa, che è oramai un problema grave, sono troppi i tiri in porta sbagliati, a casaccio, con poca lucidità.

Troppi indizi che stanno diventando una prova, tragica e dolorosa per la torcida azzurra e per il risultato finale, che a oggi, a sole cinque giornate di torneo, dicono che il Napoli è a già a -7 dalla prima in classifica. In questa formazione c’è un altro problema che sta diventando atavico, quello di sbagliare i rigori. Credo che a oggi i partenopei hanno battuto il record mondiale in fatto di errore dal dischetto. Una maledizione che sta diventando un tabù insormontabile.

Fossi in ADL consulterei la chiromante del presidente del Borgorosso,  quella di “Damme lu piede, damme la coccia”, ma il presidente del Napoli si sa non è superstizioso e quindi difficile possa fare una cosa simile. Osimhen dicevamo non pare stia attraversando un grande momento, al di là del rigore sbagliato. Il centravanti azzurro appare troppo nervoso, e quella esagerazione plateale, nel momento della sostituzione è parsa davvero eccessiva e fuori luogo.

Fa il paio con l’atteggiamo avuto da Kvaratskhelia a Genova, un malessere che finora in molti abbiamo attribuito alla poca sinergia con al nuovo allenatore, ma forse ha radici molto più profonde. Uno stato psico – fisico poco esaltante, da parte delle punte azzurre. Il georgiano addirittura non va in rete da marzo, forse un poco di riposo, viste le tante gare da affrontare non farebbe male a nessuno dei due.

Un poco di panchina fa oltre che riposare i muscoli aiuta anche riflettere su ciò che stanno facendo di poco positivo e dannoso, non solo per loro ma pure verso tutti gli altri. Le partite si vincono anche con la testa e non solo con i piedi. In questo scorcio di stagione i due hanno più volte dato l’impressione di avere perso quella umiltà che li ha resi stratosferici la stagione passata. Oggi sembrano la fotocopia sbiadita e ingiallita di quei due fenomeni apparsi un giorno all’0improvviso.

Vincere in Italia per una squadra del sud è già un miracolo, ripetersi quasi impossibile. Certo non è che la tifoseria azzurra chiede di vincere ogni anno lo scudetto, la maturità dell’ambiente comprende che è una cosa se non impossibile abbastanza complicata di sicuro. Specie in un paese che ha diviso in due la cartina geografica, rendendo una parte di essa colonia.

Al di là della vittoria finale, il Napoli deve garantire comunque una stagione a testa alta; sarà un’annata così, tortuosa, tutta in salita, dettata da una campagna acquisti sparagnina. La scelta dell’area tecnica, che la società ha voluto imporre, quasi a voler dimostrare che l’allenatore conta poco o nulla in un’orchestra ben delineata, speriamo per i colori partenopei che anche questa volta il buon ADL l’abbia azzeccata.

di Fiore Marro

© Riproduzione riservata

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