Antonio Russo, consigliere di minoranza del consiglio comunale di Orta di Atella, invia un comunicato stampa che volentieri pubblichiamo.
“STORIA PRIMAVERILE DI UNA CRISI AMMINISTRATIVA”
La nuova Orta doveva nascere l’8 novembre 2021 con l’amministrazione eletta dal popolo sovrano e che doveva cambiare tutto. Il sindaco Gaudino, alla sua destra il vicesindaco, vicesindaco senza numeri, non avendo dimostrato numeri alle Elezioni, Vincenzo Tosti. I due tra l’altro, già per motivi diciamo di residenza e vita sociale, non hanno un’ alta percentuale di esperienza di vita vissuta nella nostra città, di conseguenza dei problemi che vive.
Per precisare: uno (Tosti), è venuto a viverci in tarda età; l’altro, il Sindaco Gaudino, è andato da Orta in giovane età e vive tuttora altrove. Entrambi sono stati eletti o per meglio dire “NOMINATI“. Da politici locali in particolare, i quali evidentemente avevano scoperto nei due, grandi doti. Hanno conferito alla coppia Gaudino-Tosti, due il titolo di salvatori della patria.
Naturalmente in molti e un po’ anche lo scrivente, avevamo quasi pensato che i due, pur non avendo un grande consenso personale a livelli politico, non sarebbero stati eletti se candidati al consiglio comunale, sarebbero stati trasportati, come il nostro amatissimo San Salvatore, a spalla. Qualche qualità allora devono pur averla se compensata da tanta fiducia?
Evidentemente non è così e lo dice uno che in seno al consiglio comunale, ma anche nei pochi incontri ravvicinati con i “salvatori“, ha avuto sempre un atteggiamento di tolleranza. Abbiamo concesso tempo ed evitato critiche affrettate, addirittura porgendo il famoso ramoscello d’ulivo su talune questioni. Lo abbiamo fatto sempre per il bene di Orta, consigliando maggiore condivisione dei problemi.
Perché vedete: “Il progresso, la civiltà e le migliori democrazie si basano sull’intelligenza collettiva e non sull’autarchia di pochi cervelli”. Hanno invece i due (nonostante nominati e non eletti con merito personale), dimostrato un atteggiamento autocratico, direi di natura caratteriale o come direbbero i politici navigati: “Strutturale“. Orbene, circa venti giorni fa e anche un po’, a dire il vero, iniziano a volare “stracci dalle finestre” del palazzo di maggioranza.
Molte voci di corridoio, prima di Natale, riferivano delle urla, quasi “levar di mani”, tra i portatori dei santi e il santo medesimo. In effetti pare che il santo si sia accorto che i suoi portatori non erano immacolati e pertanto non più degni di stare alla sua corte. Ad onor del vero, qualche giorno dopo l’8 novembre, si sentivano già le grida e i litigi. Comunque, in questi giorni, con un documento ufficiale, i “Democratici e i Riformisti”, hanno annunciato l’appoggio esterno a Gaudino.
Per intenderci i “Democratici e i Riformisti” sono quelli che dal primo bastone in poi avevano portato il santo sulle spalle per farlo arrivare dove poi è arrivato. Alcuni cantastorie raccontano che le cose sono un po’ diversi, in effetti pare che questi, già ben sapeva da principio con chi avesse a che fare. La frequentazione risaliva a tempi addietro, addirittura pare che si conoscessero molto bene anche per motivi professionali.
Comunque sta di fatto che il ruolo lo voleva a tutti i costi e pertanto ha fatto finta di niente, salvo poi una volta ottenuto il risultato, ricordarsi come per incanto, che questi non erano puri come immaginava. Le dimissione del 7 marzo vengono giustificate dal sindaco con la motivazione di contrasti con i suddetti portatori (Democratici e i Riformisti).
Subito i suoi più stretti alleati poltronati, ovvero i Tostiani e i Dimicchiani, si schierano a protezione del palazzo, dello stesso sindaco e delle proprie poltrone. Additano con un veemente documento i portatori di santi di esser brutti e cattivi. Trascorrono i venti giorni in un silenzio assoluto.
Rispetto alla più volte decantata trasparenza, evidentemente solo professata e mai praticata da parte dell’attuale maggioranza amministrativa, sia i cittadini, sia gli addetti ai lavori, sono stati tenuti all’oscuro di tutto. Tutto ciò “che è avvenuto o che non è avvenuto, in questi venti giorni di crisi amministrativa e di trattative è stato fatto per far rientrare la crisi.
26 marzo, verso il mezzodì, il sindaco ritira le dimissioni, punto: “TUTTA QUA LA STORIA”.
Antonio Russo – consigliere di minoranza.