La difesa preventiva rimane il tallone d’Achille di questa squadra, anche sotto la gestione di Ciccio Calzona, ha comunque subito reti in ogni gara finora giocata.
Marcatori: 15′ Fermin (B), 17′ Cancelo (B), 30′ Rrahmani (N), 37′ st Lewandowski (B)
Bisogna essere onesti, il Napoli non ha una formazione pronta e attrezzata per scenari più importanti come quello di ieri sera in Spagna, ogni qualvolta si imbatte in squadre di rango internazionale dimostra tutta la propria pochezza tecnica, fisica e mentale, al di là degli arbitraggi, che di solito penalizzano le squadre minori, come da prassi.
Anche ieri come contro il Milan della passata stagione, l’arbitro ha sorvolato sul rigore netto, subito dal solito Osimhen, ma se facciamo il riassunto delle due gare, non c’è stata storia, nonostante la parentesi non di poco conto che i catalani sono stati costretti a schierare molti calciatori della cantera.
Proprio questa opportunità non sfruttata dal Napoli rimane l’unico rammarico vero, perdere contro questo Barcellona rabberciato è stato piuttosto miserevole, ma alla fine ha vinto la squadra che è parsa più forte, più convinta, quella che ha più esperienza del torneo in questione.
Analizzando la partita non si può che riconoscere la bella prova di Alex Meret che ha tentato di tenere in piedi la sua squadra finché ha potuto, male le marcature preventive, malissimo il lato destro, sotto il punto di vista difensivo, Cancelo e Rafinha hanno fatto quello che volevano, quando volevano e come volevano, senza nessun contrasto da parte dei loro diretti avversari.
Ancora peggio la gara disputata da Kvaratskhelia, che è parso troppo immaturo per partite importanti come quella di ieri sera, il georgiano è parso una sorta di “coniglio bagnato”, molle e a volte in ritardo sui palloni che stanziavano nella sua zona. La difesa preventiva rimane il tallone d’Achille di questa squadra, che anche sotto la gestione di Ciccio Calzona ha comunque subito reti in ogni gara finora giocata.
Il peccato originale rimane comunque sempre quello di inizio stagione, quando un presidente presuntuoso ha pensato bene di comportarsi nel peggiore dei modi, e impugnare le redini della campagna acquisti, commettendo errori su errori, anche ieri sera, ne abbiamo avuto la prova, quando il malcapitato Lindstrom si è trovato la palla del possibile pareggio, ha dimostrato che non vale la metà di Irving Lozano.
Così come sbagliata è stata la mossa della sostituzione di Kim con Natan, che ha poi costretto i tecnici che si sono susseguiti sulla panchina azzurra a fare leva su Juan Jesus, che in questo momento potrebbe essere un buon leader in squadre come la Salernitana o il Lecce, che devono battersi per la permanenza in serie A, ma non certo essere il centro di una difesa che pretende di giocare alla pari con le formazioni di rango,come Barcellona o Real Madrid, contro costoro ci vuole ben altro che gente come Politano, Lindstrom, Cajuste o Juan Jesus, appunto.
Andare in guerra con le scarpe di cartone o con i moschettoni dell’800 produce di sicuro atti di eroismo estremo, ma di solito alla fine, si perde. Ora non ci resta che aspettare l’esito di questo finale di stagione, con l’opportunità abbastanza remota di una qualificazione per la prossima Champions. anche perché per gli azzurri è sfumato, con la sconfitta di ieri sera, un altro grande obiettivo cioè la qualificazione al prossimo Mondiale per club: l’eliminazione dalla Champions, di fatto, regala il pass alla Juventus, ora matematicamente certa di poter accedere alla competizione.
Fiore Marro