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venerdì, Dicembre 1, 2023

GOVERNO DRAGHI: Riforma del Catasto, cosa cambia.

Governo Draghi, si apre un altro fronte di guerra interna alla maggioranza. Previste modifiche legislative, in particolare, controllare immobili e terreni fantasmi.

Governo Draghi, si apre un altro fronte di guerra interna alla maggioranza. Previste modifiche legislative, in particolare, controllare immobili e terreni fantasmi.

PER UN VOTO

La commissione Finanze della Camera, per un voto, ha respinto l’emendamento del Centrodestra che intendeva eliminare  la riforma del catasto. Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, si erano uniti, compatti nel votare lo stralcio dell’articolo 6, in pratica la norma sul catasto. Enrico Letta, segretario del Partito Democratico, critica il centrodestra che ha tentato, con questo emendamento, di far cadere il governo Draghi sul riordino del catasto. Una telefonata tra Silvio Berlusconi e il Presidente del Consiglio Mario Draghi non è servita a trovare una soluzione.

CASE E TERRENI FANTASMI

Giorgia Meloni, molto critica nei confronti del governo che pone la fiducia per la riforma del catasto, definisce una cosa sacra la prima casa. A suo dire il Parlamento vota a scatola chiusa e non sappiamo la tassazione a quanto sarà legata. La realtà invece è che il governo ha messo in campo un testo studiato per apportare modifiche legislative utili per far emergere immobili e terreni “fantasma“. Significa in parole povere procedere ad un accatastamento degli immobili correttamente registrati, per i quali i proprietari non pagano tasse.

VALORE ECONOMICO E NON PIU’ CATASTALE

La riforma prevede che ciascuna unità immobiliare abbia, oltre alla rendita catastale determinata secondo la normativa attualmente vigente, anche il relativo valore patrimoniale. Una rendita attualizzata in base, ove possibile, ai valori normali espressi dal mercato immobiliare, molto differente dal valore catastale. Le case che detengono un interesse storico o artistico, hanno la possibilità di utilizzare sgravi per costi manutenzione. Aumenta, con la proposta di riforma, il numero delle zone catastali delle città. La superficie di un immobile residenziale non viene più calcolata ed espressa in vani catastali, ma in metri quadrati.

RIFORMA ENTRI IL 2026

Parliamo comunque di una riforma che fornirà i nuovi dati catastali a decorrere dal 1° gennaio del 2026. Il problema esiste, è serio e davvero si dovrebbe mettere mano ad una riforma altrettanto seria. Spesso accade che case dal valore commerciale corposo paghino meno di case cosiddette “residenziali”, costruite nelle periferie delle città. Soprattutto per il mercato nero dei fitti deve essere necessario scovare gli evasori. I fitti in nero rappresentano una fonte di reddito che si traduce in un danno economico per lo Stato. Una giungla artatamente difesa da molti per cautelare gli interessi dei pochi. I Robin Hood a poli invertiti: “togliere ai poveri per dare ai ricchi”, accade solo in Italia tra i paesi civili.

di redazione

Governo Draghi, si apre un altro fronte di guerra interna alla maggioranza. Previste modifiche legislative, in particolare, controllare immobili e terreni fantasmi.

PER UN VOTO

La commissione Finanze della Camera, per un voto, ha respinto l’emendamento del Centrodestra che intendeva eliminare  la riforma del catasto. Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, si erano uniti, compatti nel votare lo stralcio dell’articolo 6, in pratica la norma sul catasto. Enrico Letta, segretario del Partito Democratico, critica il centrodestra che ha tentato, con questo emendamento, di far cadere il governo Draghi sul riordino del catasto. Una telefonata tra Silvio Berlusconi e il Presidente del Consiglio Mario Draghi non è servita a trovare una soluzione.

CASE E TERRENI FANTASMI

Giorgia Meloni, molto critica nei confronti del governo che pone la fiducia per la riforma del catasto, definisce una cosa sacra la prima casa. A suo dire il Parlamento vota a scatola chiusa e non sappiamo la tassazione a quanto sarà legata. La realtà invece è che il governo ha messo in campo un testo studiato per apportare modifiche legislative utili per far emergere immobili e terreni “fantasma“. Significa in parole povere procedere ad un accatastamento degli immobili correttamente registrati, per i quali i proprietari non pagano tasse.

VALORE ECONOMICO E NON PIU’ CATASTALE

La riforma prevede che ciascuna unità immobiliare abbia, oltre alla rendita catastale determinata secondo la normativa attualmente vigente, anche il relativo valore patrimoniale. Una rendita attualizzata in base, ove possibile, ai valori normali espressi dal mercato immobiliare, molto differente dal valore catastale. Le case che detengono un interesse storico o artistico, hanno la possibilità di utilizzare sgravi per costi manutenzione. Aumenta, con la proposta di riforma, il numero delle zone catastali delle città. La superficie di un immobile residenziale non viene più calcolata ed espressa in vani catastali, ma in metri quadrati.

RIFORMA ENTRI IL 2026

Parliamo comunque di una riforma che fornirà i nuovi dati catastali a decorrere dal 1° gennaio del 2026. Il problema esiste, è serio e davvero si dovrebbe mettere mano ad una riforma altrettanto seria. Spesso accade che case dal valore commerciale corposo paghino meno di case cosiddette “residenziali”, costruite nelle periferie delle città. Soprattutto per il mercato nero dei fitti deve essere necessario scovare gli evasori. I fitti in nero rappresentano una fonte di reddito che si traduce in un danno economico per lo Stato. Una giungla artatamente difesa da molti per cautelare gli interessi dei pochi. I Robin Hood a poli invertiti: “togliere ai poveri per dare ai ricchi”, accade solo in Italia tra i paesi civili.

di redazione

© Riproduzione riservata

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