“Oggi abbiamo organizzato una bella gita“, così il piccolo del Mottarone avrà esordito stamattina, un uccellino di cinque anni, tanta voglia di divertirsi.
“Ecco ci siamo, che Bello, sono in questo treno che vola, sono un uccellino magico. Vedo il lago, com’è bello mamma mia quant’acqua. Poi gli alberi, le montagne, guarda c’è un uccello come me che è passato.
Tutti siamo felici, ridiamo, finalmente.
A causa di questo maledetto virus non uscivamo più da casa, nemmeno al parco potevamo andare più. Non sopporto questo virus che poi si chiama Coronavirus ma non ne ho capito nemmeno il motivo.
Che bello, stiamo arrivando. Fra poco ci fermeremo e potremo camminare mano nella mano in mezzo alla natura. Ehi … ma che succede ? Tutti gridano … ma perché ? Stiamo volando solo più veloci, però ho paura di questi che gridano. Vorrei essere più grande per capire che sta succedendo e perché tutti gridano, chissà che cosa vedono. Mi sento abbracciare, stretto, tutti gridano ma io non capisco, ci siamo fermati. Che botta, non sento più nessuno e non riesco ad aprire gli occhi, non sento le braccia e le gambe, forse sono diventato un uccello. Eh si, tra poco aprirò gli occhi e volerò proprio come un uccello. Ah ecco sento delle voci che dicono che devono portarmi in ospedale, chissà perché gli uccelli non vanno in ospedale. Adesso sento le voci dei dottori che parlano delle mie braccia e delle mie gambe ma io non vedo niente. Chissà se quando aprirò gli occhi sarò un vero uccello o addirittura un Angelo. Ehi mamma ma tu dove sei ? Non ti ho proprio sentito da stamattina“.
di Luigi Eucalipto Editore annotizie.