Vedere la squadra azzurra giocare al calcio in questo periodo è di una sensazione quasi erotica, finalmente in campo ognuno ha la sua disposizione migliore. C’é da sottolineare che se il centrocampo si schiera con due mediani di copertura, due palafrenieri, per intenderci, ne giova tutta la compagnia. Perché i calciatori che segnano e inventano calcio non mancano a questo gruppo, anzi. Quello che è sempre mancato è stata una copertura preventiva, che forse non è nelle corde di chi mette in campo i calciatori. Eppure è un fatto strano, visto il passato da “cagnaccio” che ricopriva da calciatore l’attuale allenatore azzurro; si vede a occhio nudo che la median. Schierata così funziona assai meglio, nonostante qualche calciatore compassato e lento come un accelerato di Battipaglia.
Un altro punto importante per il futuro prossimo dei partenopei è senza dubbio Victor Osimhen, l’anno prossimo farà sfracelli delle difese avversarie. Specie se gli concedono campo aperto, avesse avuto un poco più di tecnica individuale a quest’ora staremo a parlare di un calciatore che avrebbe avuto l’ardire di competere con fuoriclasse del calibro di Mpappè. Parafrasando De Gregori diciamo che “Il ragazzo si farà anche se ha le spalle strette” . La squadra azzurra è in fiducia e si vede, mi auguro che da qui a fine stagione non si ritorni a fare esperimenti sterili. La difesa a tre e il turnover dei portieri e dei terzini o mettere in campo Maksimovic e Mario Rui, del tutto inadeguati. Mancano solo sei gare alla fine della stagione e ci auguriamo che le prossime sperimentazioni le rivedremo ad agosto nel precampionato.
Le dolenti note di ieri sono le sostituzioni fatte contro il Torino che sono state quasi tutte sbagliate. Si continua a far giocare Mertens da sottopunta, lì dove non è il suo ruolo. Il belga non può inventarsi centravanti partendo da esterno, per trasformarsi in mezzapunta, in quella posizione è un abominio. Non si schiera Elmas esterno quando per sua natura è una mezzala, costringendo il ragazzo a fare spesso cattive prestazioni, questa è la storia di questo campionato azzurro. Gli esami “Non finiscono mai”, anche se alla fine come tecnico di calcio ho solo allenato in categorie anonime, quindi dovrei solo tacere. E come dice qualcuno l’importante è vincere, in fondo il tifoso è così. Per sua natura si comporta come gli innamorati, che dimenticano spesso i tradimenti, ricordando solo quel che si vuol ricordare.
Il tifoso comune va capito, non bisogna meravigliarsi del suo atteggiamento. La gente tifa ed è giusto che reagisca in questo modo: se la squadra azzurra vince l’allenatore è un grande se invece perde l’allenatore non capisce una beata mazza. Questo è un sentimento che va lasciato al tifoso che amo definire “di pancia”, chi invece viene invitato ad analizzare le cose in maniera tecnica, non può fare allo stesso modo, sarebbe un delitto. La squadra azzurra occupa una posizione più consona al suo valore, una zona di classifica che rispecchia il valore della “rosa” e dei costi di gestione del club. Anzi, manca a nostro parere ancora qualche punto, perso per dabbenaggine tecnica, durante la stagione.
Quindi non c’è da meravigliarsi affatto del posto che in questo momento stanno occupa il Napoli, anzi le perplessità nascevano dalla posizione assurda. Le critiche nascevano dal fatto che già da dicembre un gruppo così di spessore, con ingaggi da squadra di vertice. Quattordici calciatori che giocano nelle loro nazionali di provenienza, fuori da tutte le competizioni. Tutto questo non solo per demerito dei calciatori che la stampa amica dell’allenatore, insieme ai tifosi che hanno additato come atleti svogliati, non all’altezza. Tutto pur di giustificare le carenze della conduzione tecnica, che sono state davvero troppe per occupare, nel calcio italiano, una panca così prestigiosa come quella del Napoli.
Fiore Marro