
Calenda avrà fatto tesoro di una frase: “Stai Tranquillo”, visti i precedenti ha rotto con Renzi e determinato la fine del Terzo polo.
Carlo Calenda: “Da Renzi voglio sapere se si fa o meno una operazione seria”, questa frase prima del botto che ha caratterizzato l’ultima settimana della politica italiana. Si sa che le divisioni in politica “sono dietro l‘angolo”, soprattutto dopo una sconfitta elettorale e le regionali hanno segnato il passo nella rottura. Termina quindi l’avventura del “TERZO POLO“, che in tanti avevano salutato positivamente, eppure, a guardare al recente passato, già la rottura co l’ex sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, aveva creato un campanello d’allarme se non addirittura quella più consistente con Più Europa.
Emma Bonino, leader della formazione ex radicale aveva tuonato e non poco contro il duo delle meraviglie che comunque alle elezioni politiche si erano attestati al 7,7% dei voto che si traducono in trenta parlamentari, più precisamente in ventuno deputati e nove senatori. Oggi riparte la caccia agli alleati in vista delle Elezioni europee del 2024, lo sbarramento al 4%, mette a rischio entrambe le formazioni. Un probabile accordo tra il leader di Azione e il PD di Schlein, mentre Renzi punta ad assorbire consensi da Forza Italia.
La cosa che colpisce la tempestività con la quale Carlo Calenda rompe gli indugi e attacca Matteo Renzi: «Il progetto del partito unico è definitivamente morto. Andremo avanti con due partiti e, se ricomporremo il clima, ci alleeremo dove sarà possibile». Intanto è ufficiale, alle Europee Italia viva e Azione si presenteranno con due liste diverse. Renzi a inizio anno ha concentrato su di sé tutte le cariche del suo partito per gestire in prima persona il percorso verso la fusione che ora non si farà più nonostante la “promessa” di fare un passo indietro per lasciare a Calenda la leadership.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso la decisione di Renzi della direzione del quotidiano Il Riformista, comunicata a Calenda solo un quarto d’ora prima di renderla pubblica. La direzione del Riformista è rivolta da una parte all’opinione pubblica di Forza Italia e la scelta di nominare come direttore responsabile l’ex parlamentare azzurro e giornalista di Mediaset Andrea Ruggeri ne è la prova inconfutabile. Il vero test saranno le europee del 2024, intanto saranno separati in casa ci sono circa un milione e mezzo l’anno di finanziamento ai gruppi.
In attesa che tutti i cocci rimasti per terra si raccolgano da una parte e dall’altra. Perché ci sono alcune personalità considerate di frontiera. Cosa faranon a questo punto personalità di rilievo quali l’ex ministra Elena Bonetti, Ettore Rosato, coordinatore nazionale, Luigi Marattin. Il nodo dei gruppi unici alla Camera e al Senato si pone ma almeno fino alle Europee tutto dovrebbe rimanere così. Calenda e Renzi in cerca di alleati in vista delle europee del 2024, dove si correrà con il proporzionale.
Bisognerà superare la soglia di sbarramento del 4%. Emma Bonino: «Sorpresa dallo strappo di Calenda? Proprio no, lui è fatto così», parole che fanno riemergere recenti rancori. Nella prospettiva Elezioni europee il vantaggio di Renzi di tre europarlamentari uscenti: Danti, Gozi e Ferrandino. fanno a titolo diverso più riferimento a lui che a Calenda. Danti: «Un percorso importante come quello che abbiamo avviato in Europa con Renew non può essere fermato per i personalismi di qualcuno“.
C‘è uno spazio politico reale, in un Paese stretto tra il sovranismo di destra e il populismo di sinistra, Calenda a sinistra e Renzi a destra, la risposta è indicativa: “L’accordo con Schlein? Mai dire mai”, Renzi si avvicina a Forza Italia per prendere addirittura il testimone di Silvio Berlusconi riunificando la galassia centrista del centrodestra che fa capo a “Noi moderati” di Maurizio Lupi. Una cosa è certa, in Italia le fusioni, in particolare quelle a freddo non danno mai i frutti sperati.
Soprattutto quando alla simpatia e la spontaneità di Carlo Calenda si contrappongono l’asso delle furbate politiche Matteo Renzi che in due occasioni ha reso l’idea di che pasta è fatto. La prima quando disse a Enrico letta “Stai tranquillo“, il giorno successivo lo cacciò da Palazzo Chigi. La seconda, in questi giorni, quando ha garantito a Sansonetti la guida del Riformista con una frase: “Stai tranquillo“.
Lo stesso giorno Sansonetti è stato dirottato al quotidiano storico della sinistra “l’Unità”, assumendo Renzi la guida de “Il Riformista”. Carlo Calenda, al di là di alcune esternazioni, non ha tutti i torti, soprattutto se Renzi gli avrà confidato in questi giorni: “Stai tranquillo”.
di gianni bianco