Qualche giorno fa tornando da scuola, giunta quasi vicino casa, mi ritrovo dinanzi ad un esercizio commerciale che con molta nonchalance stava posizionando un faro elettrico sul ramo di un albero. Non ho potuto far finta di niente, così mi sono fermata e con garbo, ma con convinzione, ho fatto notare all’esercente e ai presenti che gli alberi della città – e in particolare mi riferisco a quelli della mia Casoria- appartengono alla collettività e vanno tutelati più che sfregiati. Questo ennesimo atto di inciviltà deve smuovere le coscienze nei confronti di un tema che dovrebbe stare a cuore a tutti. Come è possibile continuare a rimanere indifferenti nei confronti del bene comune. Casoria una volta era la città degli alberi, alti Pini lussureggianti riempivano maestosi le strade cittadine. Quanta incuria nel corso degli anni ne ha portato poi ad abbattere tanti. Ho sempre sperato che il susseguirsi delle amministrazioni prendesse davvero a cuore il verde della città. E invece ho dovuto constatare con profonda amarezza che con il passare del tempo, il perpetrarsi del degrado ha fatto sì che la nostra città sia passata agli onori come la città che taglia gli alberi più che curarli. Da circa una decina d’anni sono spariti centinaia di alberi dalla città di Casoria perché piuttosto che prendersene cura periodicamente con interventi mirati, se ne abbattono anche tantissimi sani. Il verde di una città rappresenta anche il suo biglietto da visita per cui l’attuale amministrazione guidata da un giovane sindaco dovrebbe avere più a cuore questo tema. Alberelli appena piantati hanno bisogno di cura e di acqua specialmente d’estate quando piove poco per cui l’amministrazione comunale periodicamente dovrebbe incaricare gli addetti ai lavori ad innaffiarli. Quanti alberi si sono seccati negli ultimi cinque anni. Vorrei anche dire agli esercenti che gli alberi a ridosso dei loro esercizi abbelliscono gli stessi e, piuttosto che sfruttarli e calpestarli, ciascuno potrebbe prendersene cura. In ultimo mi rivolgo a tutti noi cittadini che sappiamo solo criticare, se ognuno come parte di una collettività facesse la sua parte non pensando solo al proprio orticello, davvero la nostra città potrebbe apparire più bella. A proposito dopo il mio intervento il faro è stato rimosso e posizionato su un palo pubblicitario. La domanda sorge spontanea: se in quel momento non fossi intervenuta qualcuno avrebbe pensato alla salute dell’albero? Ai posteri l’ardua sentenza.
di Anna Fabiano