
Poteva andare come abbiamo assistito in altre occasioni, ma per fortuna di Mister Spalletti, le soluzioni nella faretra azzurra sono tante
Marcatori: 26′ rig. Politano (N), 2′ st Dessers (C), 31′ st Simeone (N), 48′ st Lozano (N), 50′ st Olivera (N)
Il Napoli, in questo recente passato, ci ha abituato a momenti di esaltazione collettiva a giornate di depressione comune, la gara di Cremona, la famosa città delle tre T cioè: “turòon, Turàs, tetàs”, era considerata partita ostica, si presentava sotto queste spoglie, per il popolo azzurro, che anche nel periodo maradoniano, i napoletani non erano riuscito a espugnare il prato dei grigiorossi,
lo stadio Giovanni Zini, cui Cremona ha intestato il suo campo sportivo, una parabola triste di un mondo passato, fatto di altri uomini, morto al fronte mentre prestava servizio come barelliere durante la prima guerra mondiale a causa di un’infezione tifoidea. Zini disputò i primi due campionati della storia della Cremonese, difendendone la porta e ottenendo, nel 1914, la promozione in Prima Categoria . A lui è intitolato lo stadio della città di Cremona.
Partita complicata, dicevamo, difficile, non per l’avversario in se, che rimaneva un antagonista di certo modesto valore, ma per la sbornia di gol e giocate mirabolanti, che il Napoli aveva mandato in scena, solo 5 giorni prima, nel catino storico di Amsterdam, ma per via di una normale stanchezza fisica e di una condotta di leggerezza degli atleti.
Cosa che i partenopei potevano esibire, dopo tante gare ravvicinate; per l’appunto, ieri la catena di destra, causa affaticamento, ha giocato la partita peggiore della stagione, a scanso di equivochi. Diciamo che è fisiologico possa accadere, non per criticare una squadra o dei calciatori, che sta andando oltre ogni più rosea previsione estiva, ma per un giusto spirito di critica sportiva.
Non sarebbe giusto comportarsi come quelli del “va tutto bene Madama la marchese” solo per ingraziarsi qualche lettore in più. Il Napoli gioca e vince così bene che non ha bisogno di tifoserie mendaci e lecchine. Poteva andare come abbiamo assistito in altre occasioni, ma per fortuna di Mister Spalletti, le soluzioni nella faretra azzurra sono tante, e proprio le sostituzioni portano sugli scudi 3 dei 5 subentrati, andati in rete, aggiungendo nello score stagionale, altri due atleti, Lozano e Olivera, per la precisione.
Un paragrafo personale è giusto dedicarlo a chi ha cambiato lo stato della cose, con la sua entrata in campo, che ha portato seco lui l’entusiasmo, la passione e determinazione necessaria, per cambiare l’inerzia di una gara che sembrava mettersi male, il Cholito Simeone, che ha preso “l’ascensore” per realizzare un gol magnifico, un crack non solo per la rete, ma per come si è posto in campo, coinvolgente e appassionato, il suo ardore sta coinvolgendo tutta la tifoseria, oltre a contagiare i compagni di squadra.
Il Cholito meriterebbe i Mondiali, così che anche i napoletani si possono sentire coinvolti, nel torneo più bello del calcio. Giovanni Simeone è un ragazzo che pare sia in simbiosi con la città, come capita spesso a molti argentini, anche se di “argentino”, nella squadra del Napoli pare ce ne sia più di uno, “argentino” sembra Khvicha Kvaratskhelia, ancora protagonista, anche allo Zini, con un rigore procurato, un assist al bacio per il messicano, le solite ammonizioni procurate agli avversari, un calciatore che si avvia a entrare nel limbo dei Top Player.
Tutto ciò senza il supporto di Victor Osimhen, meglio sottolinearlo. Il Napoli vince questa gara, considerata dagli addetti ai lavori, vittoria da “Partita sporca”, questi sono match che servono a fare punti pesanti, per fare “legna per l’inverno”, quella necessaria per arrivare alla metà agognata, attesa da un intero popolo, anche se il cammino da fare è lungo ancora.
E di acqua sotto i ponti ne deve ancora necessariamente passare tanta, quindi meglio giocarsela partita dopo partita e ai posteri l’ardua sentenza.
di Fiore Marro