Elezioni del Presidente della Repubblica italiana, potevamo smentirci? Assolutamente “No”.
Ad ascoltare i tg davvero sembra essere arrivati al ridicolo o giù di lì. Saltano schemi e si bruciano nomi mentre avanza l’unico nome spendibile per tutti: “Mattarella“. Eh sì, il bis per l’attuale presidente che ha completato il settennato perché in Italia non c’è un nome degno dell’eredità del buon ex presidente uscente.
Eppure, in questa nostra bella Italia è davvero singolare che non si riesca a trovare un successore per l’inquilino del Quirinale che ha già ha completato lo sfratto. La Casellati, presidente del senato, sembrava aver aperto il dialogo tra Conte, Salvini e Letta ma è montato il malessere nei gruppi parlamentari in maniera trasversale.
I 336 voti a Mattarella che sono arrivati ieri per la prima carica dello Stato, alla sesta votazione, potrebbero essere molti di più alla settima votazione. Forza Italia annuncia che tratterà in maniera autonoma con i partiti, ovvero con il fronte moderato.
I centristi alla fine restano ai margini della trattativa e i gruppi parlamentari di Pd, Leu e Movimento 5 stelle hanno portato avanti un’operazione per spianare il terreno per un Mattarella bis.
Casellati, Moratti, Cartabia, Belloni, quattro donne messe in campo, nessuna sembra trovare il consenso di una maggioranza che governa insieme, non sa scegliere insieme.
Salvini e Conte hanno cercato di rivendicare la candidatura al femminile. Si sono presentati davanti alle telecamere per annunciare la novità (Belloni), facendo partire il fuoco amico di chi è contrario a votarla.
Contro l’ipotesi Belloni sono insorti gli azzurri, Renzi, i moderati del centrodestra, Leu e una parte del Partito democratico e del Movimento 5 stelle. Renzi è ancora convinto che la partita del Quirinale sarebbe in dirittura d’arrivo sui nomi di Draghi o Casini.
I democratici “invitano tutti a prendere atto della spinta che da due giorni è a favore della riconferma del presidente Mattarella“.
I 336 voti che sono arrivati ieri per la prima carica dello Stato potrebbero essere molti di più oggi, considerato che il Pd ha voluto frenare sui numeri. Forza Italia non chiude alla prospettiva come pure nella Lega.
Nel partito di Salvini c’è chi, come Giorgetti, sottolinea che di fronte ad un’impasse si replicherà il precedente di Napolitano. Sei fumate nere, altro che conclave per eleggere un Papa. I cardinali per l’occasione almeno si riuniscono nella Cappella Sistina, luogo intriso di storia e di arte.
I nostri leader politici invece scelgono i bar, la strada, i corridoi del transatlantico o qualche cantinola o un garage. Speriamo almeno che domani, dopo la messa, il pranzo domenicale, un goal e l’altro del campionato di calcio, arrivi la notizia del nuovo Presidente.
Sarebbe un sollievo per tutti noi che almeno per una settimana abbiamo dimenticato il Covid-19, per un male peggiore: ” La politica“.
di Luigi Eucalipto