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martedì, Dicembre 5, 2023

Elezioni politiche: Le peggiori di sempre.

Elezioni politiche il 25 settembre si vota., Definire liti da pollaio ciò che accade è un offesa alle galline.

Tanto tuonò che piovve”, questo potremmo dire dell’ escalation che ha portato alle dimissioni Mario Draghi. Eppure, a giudicare dagli interpreti politici, potremmo dire che la miccia l’ha accesa il M5S, la bomba l’ha fatta scoppiare il centrodestra. Giuseppe Conte, dopo la scissione da Di Maio, ha cercato di recuperare qualche spicciolo di voto. La strategia era di non votare il “D.L. Aiuti”, per poi rientrare dopo fingendo un appoggio esterno al governo Draghi. Il centrodestra in fibrillazione per l’ansia di Giorgia Meloni di andare al voto e le strategie del duo Salvini-Berlusconi, oggi perde pezzi . I ministri Carfagna, Brunetta e Gelmini sono solo un dettaglio.

Giuseppe Conte M5S

Siamo noi e non il Partito Democratico i veri progressisti“. Frase pronunciata mentre i sondaggi calano a cifre preoccupanti, il leader nominato Conte inizia a inveire contro tutti e tutto. A parte Grillo, nessuno intende parlare con il leader cinque stelle Conte. Lo stesso guarda a Verdi, Leu e Sinistra italiana.

Enrico Letta e il P.D.

Il segretario dem è il naturale candidato a guidare un governo, se i numeri daranno al PD il primato. Intanto, chiede a Roberto Speranza di ritornare alla casa madre. Il patto con il M5S è rotto, da Roma a Palermo, per le imminenti regionali siciliane. Deve necessariamente Enrico Letta aggregare per raggiungere l’obiettivo del primato, anche senza maggioranza assoluta. Il governo si farà dopo con i numeri in parlamento.

Carlo Calenda in “Azione

Carlo Calenda, dopo il successo delle elezioni comunali a Roma “Osa“. Non ha indossato la fascia tricolore, ma “Azione“, nella capitale è il primo partito. pone veti al M5S e al partito di di Maio e a Fratelli d’Italia l’ex ministro del lavoro. Si alleerà con chiunque guarda all’area moderata ma senza voli pindarici.

Berlusconi-Salvini e il gioco delle tre carte

Berlusconi: “Salvini? Prevalgo per intelligenza, competenza ed esperienza. Gelmini e Brunetta? Riposino in pace”. Questo è l’addio agli amici di sempre Brunetta, Gelmini e Carfagna da parte dell’ex cavaliere. La Lega non è messa meglio e Giorgetti, con i filogovernativi ha detto esplicitamente: ” Non rinnegherò mai l’esperienza del governo Draghi“. Chiaramente si traduce verso i suoi compagni di partito: “non tirate la corda“.

Luigi Di Maio “Insieme per il futuro”

Ci saranno tante persone di buona volontà che porteranno avanti l’agenda riformatrice di Draghi“, dice Di Maio. Ancora: “Dovevamo fare un decreto da 10 miliardi di euro per abbassare le bollette, volevamo fare un percorso con i sindacati per la riduzione del cuneo iscale”. Infine: “Quando Conte e Salvini verranno a dirvi in campagna elettorale che vogliono fare il decreto ditegli che hanno loro hanno buttato giù governo che voleva farlo“. Non dialogherà con i sovranisti, il percorso verso il PD è segnato.

Europa verde e Sinistra italiana, il “Cocomero

Tutto si può dire della sinistra italiana tranne che non sia animata da fervida Fantasia. Ogni elezioni ne inventa una: i girotondini; le sardine, il campo largo, etc. Slogan quasi sempre determinanti per recimolare qualche punto di percentuale in più. Questa volta è nato il patto del “cocomero“, tra Sinistra italiana e Europa verde. Due più due in politica non fa mai quattro e devono stare attenti gli alleati rossoverde alle insidie elettorali.

Giorgia Meloni e i suoi Fratelli d’Italia

Alla leader di Fratelli d’Italia va sicuramente riconosciuto il merito di essersi posizionata contro il governo Draghi e tolto alla Lega di Salvini la metà dei voti. Qualche problema lo avrà per le posizioni sovraniste, la provenienza dalla destra, soprattutto ai suoi alleati: “Dai nemici mi guardo io che dagli amici mi guarda Dio”.

Il centrodestra, dopo la rottura del patto PD-M5S, è in vantaggio ma il tempo è ancora tanto. Due mesi non sono pochi e il voto è molto liquido. Unica certezza, il M5S dalle elezioni del 2018 ad oggi avrà un calo elettorale vertiginoso. Riusciranno gli altri ad approfittare del disorientamento dell’elettorato cinque stelle? Intanto Beppe Grillo è tornato ma non è più la stessa Italia, soprattutto lo stesso mondo e lui lo sa

di Mattia Pellino

Elezioni politiche il 25 settembre si vota., Definire liti da pollaio ciò che accade è un offesa alle galline.

Tanto tuonò che piovve”, questo potremmo dire dell’ escalation che ha portato alle dimissioni Mario Draghi. Eppure, a giudicare dagli interpreti politici, potremmo dire che la miccia l’ha accesa il M5S, la bomba l’ha fatta scoppiare il centrodestra. Giuseppe Conte, dopo la scissione da Di Maio, ha cercato di recuperare qualche spicciolo di voto. La strategia era di non votare il “D.L. Aiuti”, per poi rientrare dopo fingendo un appoggio esterno al governo Draghi. Il centrodestra in fibrillazione per l’ansia di Giorgia Meloni di andare al voto e le strategie del duo Salvini-Berlusconi, oggi perde pezzi . I ministri Carfagna, Brunetta e Gelmini sono solo un dettaglio.

Giuseppe Conte M5S

Siamo noi e non il Partito Democratico i veri progressisti“. Frase pronunciata mentre i sondaggi calano a cifre preoccupanti, il leader nominato Conte inizia a inveire contro tutti e tutto. A parte Grillo, nessuno intende parlare con il leader cinque stelle Conte. Lo stesso guarda a Verdi, Leu e Sinistra italiana.

Enrico Letta e il P.D.

Il segretario dem è il naturale candidato a guidare un governo, se i numeri daranno al PD il primato. Intanto, chiede a Roberto Speranza di ritornare alla casa madre. Il patto con il M5S è rotto, da Roma a Palermo, per le imminenti regionali siciliane. Deve necessariamente Enrico Letta aggregare per raggiungere l’obiettivo del primato, anche senza maggioranza assoluta. Il governo si farà dopo con i numeri in parlamento.

Carlo Calenda in “Azione

Carlo Calenda, dopo il successo delle elezioni comunali a Roma “Osa“. Non ha indossato la fascia tricolore, ma “Azione“, nella capitale è il primo partito. pone veti al M5S e al partito di di Maio e a Fratelli d’Italia l’ex ministro del lavoro. Si alleerà con chiunque guarda all’area moderata ma senza voli pindarici.

Berlusconi-Salvini e il gioco delle tre carte

Berlusconi: “Salvini? Prevalgo per intelligenza, competenza ed esperienza. Gelmini e Brunetta? Riposino in pace”. Questo è l’addio agli amici di sempre Brunetta, Gelmini e Carfagna da parte dell’ex cavaliere. La Lega non è messa meglio e Giorgetti, con i filogovernativi ha detto esplicitamente: ” Non rinnegherò mai l’esperienza del governo Draghi“. Chiaramente si traduce verso i suoi compagni di partito: “non tirate la corda“.

Luigi Di Maio “Insieme per il futuro”

Ci saranno tante persone di buona volontà che porteranno avanti l’agenda riformatrice di Draghi“, dice Di Maio. Ancora: “Dovevamo fare un decreto da 10 miliardi di euro per abbassare le bollette, volevamo fare un percorso con i sindacati per la riduzione del cuneo iscale”. Infine: “Quando Conte e Salvini verranno a dirvi in campagna elettorale che vogliono fare il decreto ditegli che hanno loro hanno buttato giù governo che voleva farlo“. Non dialogherà con i sovranisti, il percorso verso il PD è segnato.

Europa verde e Sinistra italiana, il “Cocomero

Tutto si può dire della sinistra italiana tranne che non sia animata da fervida Fantasia. Ogni elezioni ne inventa una: i girotondini; le sardine, il campo largo, etc. Slogan quasi sempre determinanti per recimolare qualche punto di percentuale in più. Questa volta è nato il patto del “cocomero“, tra Sinistra italiana e Europa verde. Due più due in politica non fa mai quattro e devono stare attenti gli alleati rossoverde alle insidie elettorali.

Giorgia Meloni e i suoi Fratelli d’Italia

Alla leader di Fratelli d’Italia va sicuramente riconosciuto il merito di essersi posizionata contro il governo Draghi e tolto alla Lega di Salvini la metà dei voti. Qualche problema lo avrà per le posizioni sovraniste, la provenienza dalla destra, soprattutto ai suoi alleati: “Dai nemici mi guardo io che dagli amici mi guarda Dio”.

Il centrodestra, dopo la rottura del patto PD-M5S, è in vantaggio ma il tempo è ancora tanto. Due mesi non sono pochi e il voto è molto liquido. Unica certezza, il M5S dalle elezioni del 2018 ad oggi avrà un calo elettorale vertiginoso. Riusciranno gli altri ad approfittare del disorientamento dell’elettorato cinque stelle? Intanto Beppe Grillo è tornato ma non è più la stessa Italia, soprattutto lo stesso mondo e lui lo sa

di Mattia Pellino

© Riproduzione riservata

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