Osimhen ha realizzato la sua prima doppietta stagionale, ma poteva farne qualche altro, e se continua di questo passo può battere il record del “grande traditore” argentino
Marcatori: 6’ pt Harroui (F), 24’ pt Politano (N), 41’ pt e 33’ st Osimhen (N).
Inizia la stagione calcistica 2023 -24 e per introdurla ci vorrebbe mai come adesso il caro, compianto Enzo Tortora con la sua proverbiale frase :” Ben trovati a tutti, dove eravamo rimasti?” Il Napoli riprende da dove aveva smesso, inaugura il campionato così come lo aveva terminato, con una vittoria, che diventa un altro record, un ulteriore tassello nella casella dei primati dei partenopei.
Mai nessuna squadra infatti, aveva finora vinto la prima di campionato, per ben otto stagioni consecutive, come hanno fatto i napoletani. Allo Stirpe è entrata in campo una squadra un poco rabberciata, per le assenze di Anguissa e Kvaratskhelia, e con qualche incognita ancora da valutare, una formazione ancora imballata, tanto è vero che alla fine del primo tempo.
Il possesso palla delle due compagni era ben diviso, al 50%, e è parsa una cosa assolutamente sorprendete, visto che i ciociari erano anche andati in vantaggio dopo pochi minuti, dopo un rigore causato dal neo acquisto Cajuste, penalty che c’era e non c’era, ma che comunque, da la consapevolezza di un monito, di fin dove si può spingere la FIGC e i suoi accoliti.
Se ti ci metti contro; da dire che nonostante il vantaggio iniziale la squadra di Eusebio Di Francesco, finché ha avuto fiato nei polmoni e forza nei muscoli, ha tenuto testa agli azzurri, in maniera più che onorevole. La banda di Rudi Gàrcia a tratti si è parsa la stessa dei quel Napoli Campione, che ha stracciato il torneo passato, il cammino comunque appare ancora lungo.
Ribadisco il concetto spesso da me espresso che jack Raspadori non può che giocare centravanti, in altri ruoli è penalizzato e penalizza anche l’assetto tattico del Napoli, che tra l’altro ieri era orfana, a inizio gara di Zambo Anguissa,il gruppo senza il camerunense perde di personalità anche perché il giovane Cajuste è parso ancora acerbo per la serie A.
Certo il nuovo arrivato che ha scelto come numero di maglia il 24 lo stesso che usava Lorenzo Insigne, è da rivedere, ma a Napoli chi comincia male poi finisce alla grande, ne sa qualcosa Rrahmani. E’ mancata la classe di Kvara, ma contro il Frosinone il Napoli poteva permettersi di farne a meno, poi a deliziare il palato, dei supporter azzurri, ci ha pensato il “Divin Polacco”.
Ha dispensato, balletti, sterzate, dribbling, assist pennellati e corse in profondità che sono state come minimo la giusta ricompensa di chi ha pagato il biglietto d’ingresso e lo scotto di lasciare la spiaggia di Mergellina, per correre a tifare il Napoli, nel catino infuocato dello Stirpe. Osimhen ha realizzato la sua prima doppietta stagionale, ma poteva farne qualche altro, e se continua di questo passo può battere il record del “grande traditore” argentino, che proprio contro i frusinate stabilì il suo record nazionale dei cannonieri del campionato italiano.
Nelle partite viste in precampionato, ho scorto un gioco meno guardiolesco, e molto più proteso alla verticalizzazione veloce, facendo così perdere meno tempi di gioco ma riducendo al minimo sindacale la “grande bellezze”del palleggio napoletano, che fin dai tempi di Rafa Benitez è stato il marchio di fabbrica della squadra, ma come dice la canzone della Mannoia “Come si cambia per ricominciare”.
Quindi per un giudizio definitivo aspettiamo e la storia che essendo una grandissima chiacchierona ci dirà la verità, a me Garcia per il momento non piace, certo però che per dare un parere serio, bisogna aspettare almeno un match contro una compagine più sostanziosa, e soprattutto dare il tempo ai suoi ragazzi di assimilare le sue idee.
La giornata si è aperta con la ferale notizia della dipartita di Carlo Mazzone, con la sua perdita se ne va via uno dei migliori interpreti di quel calcio italiano, così tanto amato dai ragazzi della mia generazione, e da tutti coloro che hanno avuto modo di vederlo e che di certo nessuno di loro lo baratterebbe in cambio di ciò che è il calcio moderno
Un ibrido senza bandiere, senza storie, sempre più commerciale e sempre meno passionale, per fortuna che c’è il Napoli. Buon viaggio Mister Carletto R.I.P.
di Fiore Marro