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mercoledì, Settembre 18, 2024

Genesis Nursery Cryme: 50 anni.

Esordio della formazione classica dei Genesis, "Nursery Cryme" è la prima impronta significativa della band inglese nel genere prog rock.

Genesis - Nursery Cryme (1971)
La cover del disco “Nursery Cryme” del 1971 dei Genesis (formazione: Peter Gabriel – voce, flauto, oboe, tamburino e grancassa; Steve Hackett – chitarre; Mike Rutherford – basso, chitarra 12 corde e cori; Tony Banks – tastiere, chitarra 12 corde e cori; Phil Collins – batteria, percussioni, voce e cori), prodotto da John Anthony.

Genesis – Nursery Cryme (1972)

Circa quattro mesi e i Genesis diedero luce a Nursery Cryme il 12 novembre 1971. Fu il biglietto da visita della formazione storica dei Genesis. Con l’ingresso di Phil Collins alla batteria e alla voce, coadiuvando Peter Gabriel, e di Steve Hackett alla chitarra, la band inglese impresse un forte segnale nel mondo prog.

I retroscena del disco.

Ritrovatisi dopo Trespass (1970) con l’abbandono del chitarrista fondatore Anthony Phillips, il bassista Mike Rutherford, Peter Gabriel e il tastierista Tony Banks pensarono fosse già arrivata la fine. John Mayhew, il primo batterista, sarebbe staro silurato di lì a poco e Phil Collins girovagava per i locali alla ricerca di una band. Il loro manager storico Tony Stratton-Smith prese l’occasione al volo e ingaggiò Phil dopo un provino niente male. Il tassello mancante era Steve Hackett che fu chiamato da Gabriel dopo aver letto un suo annuncio un po’ bizzarro sulla famosa rivista “Melody Maker”.

Il nuovo sound dei Genesis.

Il tratto principale è la passione comune per la chitarra a 12 corde di Mike e Steve, molto presente poi nelle opere della band. L’impronta del chitarrista è notevole soprattutto nell’intro e nel finale di “The Fountain of Salmacis” e nel suo maestoso assolo. Hackett e Collins subito trovano l’amalgama giusta e collaborano alla stesura dell’acustico “For Absent Friends”. Vale lo stesso per l’open track “The Musical Box”, nata dalle tante jam session acustiche sui prati di campagna dell’East Sussex, non tanto consono al cittadino Steve. La vita bucolica è presente anche nel brano “Harlequin”, scritta da Rutherford con l’aiuto dell’ex Phillips (anche “The Musical Box” deriva da quella fase). In questo disco la mano di Hackett rende più duri i Genesis. Il tapping e i powerchords potenti di “The Return of the Giant Hogweed” ne sono un palese esempio.

Accoglienza di Nursery Cryme.

Mentre il sound della band è cambiato, i riscontri positivi del disco tardano ad arrivare. Sicuramente complici sono un pubblico e una stampa non ancora pronti ad un passo così avanti nel futuro della musica rock. I principali risultati si hanno all’estero, soprattutto nella nostra Italia, di cui i Genesis prendono le radici storiche e le riversano nei loro testi. Il già citato “The Fountain of Salmacis”, chiusura del disco, è scritto da Gabriel e Banks e parla del mito di Salmace e di Ermafrodito. Si pensi che nel 1972, un anno dopo l’uscita del disco, i Genesis tennero un tour italiano di circa 30 concerti in circa 25 città diverse. Tra queste ci fu la stessa Napoli con due spettacoli al Teatro Mediterraneo supportati dagli Odissea. In molte date furono aperti dai nostrani Osanna, i quali ne trassero tanta ispirazione.

Il lascito.

Evidentemente Nursery Cryme è un classic album nonostante all’epoca non ebbe questo risalto: di fatto è un disco unico se consideriamo tutte le sue caratteristiche. Peculiare è il giusto bilanciamento che c’è tra i temi trattatati e il sound. Il contesto storico-letterario, l’età vittoriana di matrice gotica e macabra (di cui “Harold the Barrel” ne è un bell’esempio) è ben adagiato sul suono acustico che va a braccetto col rock distorto e virtuoso. Singolare è anche il tema trattato in “Seven Stones” in cui Tony Banks spiega la sua visione, fatalista, in cui le fortune e i successi dell’essere umano si basano sul caso e il destino. Insomma Nursery Cryme merita questi suoi 50 anni e non può che entrare di diritto nell’olimpo della musica ispirata dagli dei stessi.

francesco moccia
https://www.annotizie.it/musica-le-note-che-ribollono-sulla-lava-del-vesuvio/

Collegamenti utili:
https://www.genesis-music.com/
https://www.facebook.com/genesis
https://en.wikipedia.org/wiki/Genesis_(band)
https://en.wikipedia.org/wiki/Nursery_Cryme

Genesis - Nursery Cryme (1971)
La cover del disco “Nursery Cryme” del 1971 dei Genesis (formazione: Peter Gabriel – voce, flauto, oboe, tamburino e grancassa; Steve Hackett – chitarre; Mike Rutherford – basso, chitarra 12 corde e cori; Tony Banks – tastiere, chitarra 12 corde e cori; Phil Collins – batteria, percussioni, voce e cori), prodotto da John Anthony.

Genesis – Nursery Cryme (1972)

Circa quattro mesi e i Genesis diedero luce a Nursery Cryme il 12 novembre 1971. Fu il biglietto da visita della formazione storica dei Genesis. Con l’ingresso di Phil Collins alla batteria e alla voce, coadiuvando Peter Gabriel, e di Steve Hackett alla chitarra, la band inglese impresse un forte segnale nel mondo prog.

I retroscena del disco.

Ritrovatisi dopo Trespass (1970) con l’abbandono del chitarrista fondatore Anthony Phillips, il bassista Mike Rutherford, Peter Gabriel e il tastierista Tony Banks pensarono fosse già arrivata la fine. John Mayhew, il primo batterista, sarebbe staro silurato di lì a poco e Phil Collins girovagava per i locali alla ricerca di una band. Il loro manager storico Tony Stratton-Smith prese l’occasione al volo e ingaggiò Phil dopo un provino niente male. Il tassello mancante era Steve Hackett che fu chiamato da Gabriel dopo aver letto un suo annuncio un po’ bizzarro sulla famosa rivista “Melody Maker”.

Il nuovo sound dei Genesis.

Il tratto principale è la passione comune per la chitarra a 12 corde di Mike e Steve, molto presente poi nelle opere della band. L’impronta del chitarrista è notevole soprattutto nell’intro e nel finale di “The Fountain of Salmacis” e nel suo maestoso assolo. Hackett e Collins subito trovano l’amalgama giusta e collaborano alla stesura dell’acustico “For Absent Friends”. Vale lo stesso per l’open track “The Musical Box”, nata dalle tante jam session acustiche sui prati di campagna dell’East Sussex, non tanto consono al cittadino Steve. La vita bucolica è presente anche nel brano “Harlequin”, scritta da Rutherford con l’aiuto dell’ex Phillips (anche “The Musical Box” deriva da quella fase). In questo disco la mano di Hackett rende più duri i Genesis. Il tapping e i powerchords potenti di “The Return of the Giant Hogweed” ne sono un palese esempio.

Accoglienza di Nursery Cryme.

Mentre il sound della band è cambiato, i riscontri positivi del disco tardano ad arrivare. Sicuramente complici sono un pubblico e una stampa non ancora pronti ad un passo così avanti nel futuro della musica rock. I principali risultati si hanno all’estero, soprattutto nella nostra Italia, di cui i Genesis prendono le radici storiche e le riversano nei loro testi. Il già citato “The Fountain of Salmacis”, chiusura del disco, è scritto da Gabriel e Banks e parla del mito di Salmace e di Ermafrodito. Si pensi che nel 1972, un anno dopo l’uscita del disco, i Genesis tennero un tour italiano di circa 30 concerti in circa 25 città diverse. Tra queste ci fu la stessa Napoli con due spettacoli al Teatro Mediterraneo supportati dagli Odissea. In molte date furono aperti dai nostrani Osanna, i quali ne trassero tanta ispirazione.

Il lascito.

Evidentemente Nursery Cryme è un classic album nonostante all’epoca non ebbe questo risalto: di fatto è un disco unico se consideriamo tutte le sue caratteristiche. Peculiare è il giusto bilanciamento che c’è tra i temi trattatati e il sound. Il contesto storico-letterario, l’età vittoriana di matrice gotica e macabra (di cui “Harold the Barrel” ne è un bell’esempio) è ben adagiato sul suono acustico che va a braccetto col rock distorto e virtuoso. Singolare è anche il tema trattato in “Seven Stones” in cui Tony Banks spiega la sua visione, fatalista, in cui le fortune e i successi dell’essere umano si basano sul caso e il destino. Insomma Nursery Cryme merita questi suoi 50 anni e non può che entrare di diritto nell’olimpo della musica ispirata dagli dei stessi.

francesco moccia
https://www.annotizie.it/musica-le-note-che-ribollono-sulla-lava-del-vesuvio/

Collegamenti utili:
https://www.genesis-music.com/
https://www.facebook.com/genesis
https://en.wikipedia.org/wiki/Genesis_(band)
https://en.wikipedia.org/wiki/Nursery_Cryme

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