Green Pass, da qualche settimana si è aperto il dibattito su questa misura di controllo e verifica delle condizioni individuale. Ricordiamo che ogni cittadino dal 6 agosto sarà obbligato alla “Certificazione verde“. Quella che permette di accedere a eventi, strutture e altri luoghi pubblici in Italia e facilita gli spostamenti in Europa. Eppure davanti alle proteste o alle perplessità, legittime, di noi cittadini, il governo, le istituzioni, rispondono picche.
Il Green pass deve essere mostrato da tutti i cittadini di età superiore ai 12 anni. Sono esentati «i soggetti che hanno idonea certificazione medica»
Il messaggio è “Vaccinatevi, vacciniamoci, vacciniamoli”. Un tormentone che rimbomba dai telegiornali ai giornali, ai convegni, sui campi di calcio, nei teatri, in ogni luogo dove un Vip può dire la sua.
Ma quanti di loro, parlo dei persuasori, non sono vaccinati? In tanti, dai lavoratori della sanità agli sportivi, dalla scuola allo spettacolo. Qualcuno parla addirittura di “licenziare” chi non si vaccina, parlo chiaramente del privato certo non del pubblico. Basterebbe divulgare i dati dei sanitari che non si sono vaccinati per avere la certezza che qualche dubbio è legittimo.
Ma se ci sottoponiamo al vaccino e chi pratica la punturina ci risponde, alla domanda se il vaccino è efficace, di “no“, perché farlo?
Se poi alla prima, seconda, già si parla di terza, quindi al richiamo la quarta dose, non nasce il sospetto che c’è qualcosa di strano?
Intanto tutti credevamo che la stagione estiva fosse salva, nulla di tutto ciò, già c’è chi dice “non so se andrò in vacanza“. Se a questo si aggiungono le palesi contraddizioni che esporrò di seguito, la riflessione rappresenta una necessità.
Siamo arrivati al paradosso con il Green Pass, tecnicamente per poterlo ricevere bisogna essere vaccinati oppure fare il tampone. Ma mentre il tampone ha una validità temporanea di 48 ore e quindi chi riceve il Green Pass in questo modo deve sottomettersi di nuovo al tampone alla successiva occasione. Abbiamo il paradosso che chi riceve il Green Pass per il vaccino non debba più fare controlli e possa viaggiare indisturbato.
Sono i titolari o i gestori dei servizi e delle attività per i quali è introdotto l’obbligo del green pass a verificare il possesso di idonea certificazione. In caso di violazione può essere elevata una sanzione pecuniaria da quattrocento a mille euro sia a carico dell’esercente sia dell’utente. Qualora la violazione fosse ripetuta per tre volte in tre giorni diversi, l’esercizio potrebbe essere chiuso da uno a dieci giorni.
Bisogna specificare che le stesse case farmaceutiche non garantiscono al 100 % l’immunità al Covid-19 con il vaccino. Inoltre il vaccino non può coprire tutte le varianti che risultano sconosciute o meno diffuse. Chi ha il Green Pass “da vaccino fatto” potrebbe essere infettato da qualche variante e può andare in giro per alberghi, ristoranti, palestre, senza che nessuno se ne accorga.
Chi invece fa il tampone (validità 48 ore) non rappresenta una minaccia ma non è visto come tale.
Regalano l’idea del Green Pass come vantaggio per essere liberi mentre lo stesso può rappresentare una minaccia davvero seria.
di Luigi Eucalipto