Enzo Falco, Sindaco di Caivano, si dimette, prendendo tutti di contropiede. Nei giorni scorsi alcuni consiglieri di maggioranza hanno sollevato motivi di dissenso e tentato di organizzare le dimissioni volontarie di sedici unità per mandare a casa l’attuale sindaco di Caivano Enzo Falco, avevano fatto il conto senza l’oste.
Sono, come tanti nostalgici di un passato “politico”, amante dei dibattiti consiliari, anche quando ci si presenta in consiglio comunale per intervenire, motivare le ragioni che determinano una scelta, quella di ritornare alle urne.
Altro conto è invece firmare da un notaio, prassi oramai consolidata di una politica di natura “condominiale”, un atto che ha il sapore di un divorzio senza orario e senza bandiera. In genere questa scelta ha sempre determinato l’idea che “la cura è peggiore della malattia”.
Chiaramente non c’è niente di illegale, per carità, è una prerogativa dei consiglieri dimettersi e insieme ad altri colleghi mandare a casa un sindaco. Eppure quello che è accaduto a Caivano appare alquanto singolare per una serie di motivi.
Il primo è il tempo, sono passati appena nove mesi da una vittoria elettorale straordinaria, al primo turno, con una percentuale del 52% dei consensi. Non c’è stata mai partita tra i candidati a Sindaco, dalla prima data utile, Enzo Falco ha sempre conservato il primato, confortato poi dai numeri.
Quello caivanese è stato il primo esperimento PD-M5S, in coalizione con “Articolo1-Europa Verde”; “Italia Viva”; “Democratici riformisti”; “Noi Campani”; “Orgoglio campano”. Una colazione di centrosinistra rappresentata da ben cinque partiti a sostegno dell’allora Governo “giallo-verde”, oggi di Draghi.
A settembre scorso le elezioni amministrative, contestuali alle regionali non dimentichiamo, si vince al primo turno, un paio di settimane la convalida degli eletti. Falco presenta la Giunta arrivano di nuovo le zone: gialle, arancioni o rosse, si arriva a Natale.
Immaginando di aver trascorso tutto l’inverno e parte della primavera in zona rossa, davvero appare paradossale la scelta di mandare tutto “a carte e quarantotto” e ritornare alle urne. In un periodo caratterizzato della fase di Bilancio dell’ente soprattutto.
Questo è il periodo in cui, in tutti i comuni, il documento contabile , condizionato da una crisi economica e socio-sanitaria e perché no politica senza precedenti, è il fulcro. Caivano, Ente in dissesto, ha la forza in questi nove mesi, progressivamente, di mettere in ordine i conti.
Una buona amministrazione che è servita soprattutto ad accompagnare le scelte verso una fase di normalizzazione, rilancio e sviluppo dell’Ente. Qualche tempo fa Enzo Falco parlò con noi, pubblicammo quello che stava progettando per la città.
La Creazione di un Parco; la trasformazione di un bene confiscato in una Casa famiglia per giovani madri e i loro figli; soprattutto le strade da aggiustare e la stabilizzazione di ex Lsu.
Tutti i comuni vivono un problema, durante il Covid un dramma, parlo delle risorse umane. La stabilizzazione degli Lsu è stata una manna dal cielo ma il rilancio della macchina comunale passa attraverso l’eta e la professionalità.
I quadri dirigenti mancano soprattutto in alcuni settori strategici. Affrontare oggi i problemi di una comunità da sindaco non è una cosa semplice e questo è un fatto. Ad alimentare questo disagio, le ristrettezze del Covid-19.
Pochi dipendenti a disposizione per affrontare una battaglia epica, lo smart working, il contagio di alcuni dipendenti, non è stato facile, per tutti.
La crisi politica a Caivano è stata portata avanti senza che ci fossero motivi validi. Almeno una riunione preventiva di maggioranza per mostrare il dissenso da parte di alcune forze politiche e arrivare alla crisi.
Un tempo si diceva: “mai dire mai”, sono arrivate le dimissioni di qualche assessore, qualcuno ha sbottato, ma non per questo si manda all’aria un’esperienza, appena cominciata tra le altre cose.
Qualche settimana fa voci di consiglieri di maggioranza e di minoranza pronti a sottoscrivere il documento con sedici firme che determinano la caduta automatica del sindaco.
Enzo Falco, da autentico contropiedista, anticipa tutti dimettendosi e prendendo tempo, sono venti i giorni a disposizione per ritirare le dimissioni.
Adesso che la cosa sembra rientrata, ci sarà la possibilità e la volontà politica di tutti di risolvere una crisi che non aveva motivo di esistere?
Enzo Falco è una persona seria e competente, in passato è stato Assessore provinciale all’Ambiente, contraddistinguendosi per zelo e impegno. Il ritorno in campo a Caivano da sindaco è stata una scelta ponderata e di sicuro difficile.
La serenità che trasmette è indice di forza e sicurezza, la stessa che dovrebbe animare chi, a sostegno di un governo cittadino, ha il dovere di tentare ogni strada per recuperare il dialogo, rimettere in campo la politica.
Speriamo la crisi rientri, la giunta riparta e soprattutto i sogni dei cittadini, le loro aspettative, siano la priorità. Dobbiamo ritornare a vivere e vivere bene, chi rappresenta una comunità dovrebbe ricordare una frase di Jim Morrison che può calzare a pennello, per i buoni e i meno buoni:
“A volte il vincitore è semplicemente un sognatore che non ha mai mollato”.
di Tiziana Daniele