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venerdì, Dicembre 1, 2023

ITALIA – BELGIO 2 a 1 – M a il risultato è bugiardo.

Italia – Belgio 2 a 1 ma il risultato è bugiardo, gli Azzurri meritavano molto di più Nell’area, proprio in Germania, dove l’emigrazione italiana è stata selvaggia, riecheggiavano sorridenti le anime di Marcinelle

Italia – Belgio 2 a 1 ma il risultato è bugiardo, gli Azzurri meritavano molto di più
Nell’area, proprio in Germania, dove l’emigrazione italiana è stata selvaggia, riecheggiavano sorridenti le anime di Marcinelle.

Perché c’è da sottolineare che gli Azzurri in questo torneo europeo hanno dimostrato uno spirito da moschettiere, quel “uno per tutti, tutti per uno” che è spesso la chiave di un successo di squadra.

Una tattica sbagliata, a nostro sommesso avviso. Infatti, nei primi minuti di gioco, tutto ciò ha causato alcune ripartenze velenose, che potevano mandare in gol Kevin De Bruyne prima e Romelu Lukaku poi, il tutto nello stretto giro di 20 minuti.

Il ragazzo oramai ex Milan, è parso una saracinesca inviolabile. Gli Azzurri hanno però risolto la gara con due azioni micidiali: una in area di rigore avversaria.

Dove la lentezza dei difensori si è manifestata in tutto il proprio splendore quando il “piccolo tamburino sardo”, al secolo Nicolò Barella, semina lo scompiglio in mezzo ai difensori elefantiaci della malconcia retroguardia belga.

Insaccando in rete magistralmente, con un tiro in diagonale, alle spalle dell’incolpevole e pur bravissimo Thibaut Courtois, per poi chiudere la partita, con un uppercut, del famoso “tiroagiro” di Lorenzo Insigne, che finalmente ha dribblato un avversario prima del tiro favoloso del 2 a 0.

Ecco, sul capitano del Napoli, devo cospargermi il “capo di cenere” e fare ammenda. Sono stato tra coloro i quali hanno accusato spesso il calciatore partenopeo di defilarsi nei momenti importanti, di sparire dal campo, quando le partite erano fondamentali e delicate.

Certo, una rondine non fa primavera, ci mancherebbe altro, però il giocatore visto nella sfida contro il Belgio è parso in tema, tonico, sicuro dei suoi mezzi. Uno così, se avesse continuità sotto l’aspetto caratteriale, potrebbe tranquillamente essere annoverato tra gli attuali top player del calcio mondiale.

Siamo in trepidante attesa che così sia, con enorme speranza. L’Italia va avanti meritatamente, con un collettivo che ricorda quelli vincenti, e qui facciamo scongiuri, del 1982 e del 2006, squadra quadrata con qualche ritocco di classe cristallina. Un forte “in bocca al lupo” a Spinazzola, calciatore sontuoso ma dai muscoli di seta. Caro Leonardo, torna presto.

Una nota di demerito a chi, sentendosi come me duosiciliano (meridionale, per gli ignoranti in materia), ha tifato a favore del Belgio. Il Belgio rimane, per chi nasce nelle contrade napoletane e siciliane, una sorta di novello Regno di Piemonte, perché se il regno Sabaudo è stato per noi meridionali “carne da cannone”.

Il Belgio è stato invece “carne da macello” per i tanti, troppi emigranti italiani, stipati nelle miniere di carbone, trattati come scarti umani, così come in Svizzera, o in altri posti del nord Europa, negli anni che corrono dal ’50 e 60, anni bui per noi “terroni”.

Basta ricordare film come “Pane e cioccolata”, interpretato da un eccellente Nino Manfredi, per comprendere di cosa parlo: la vittoria su di loro, non potrà mai essere solo un fatto sportivo, ma anche immagine di un certo riscatto.

Personalmente, ho voluto immaginare che nell’area, proprio in Germania, dove l’emigrazione italiana è stata coatta e selvaggia, riecheggiavano sorridenti le anime di Marcinelle, e dei tanti “poveri terroni” di Genk, Gand, Charleroi, Quaregnon che al fischio finale, hanno trovato un poco di balsamo per le loro anime.


L’Italia va avanti, nonostante una marcetta incolore come inno, nonostante le sperequazioni territoriali, nonostante un razzismo interno, becero e arrogante. Ma il calcio, si sa, è un’altra cosa…

Di Fiore Marro

Italia – Belgio 2 a 1 ma il risultato è bugiardo, gli Azzurri meritavano molto di più
Nell’area, proprio in Germania, dove l’emigrazione italiana è stata selvaggia, riecheggiavano sorridenti le anime di Marcinelle.

Perché c’è da sottolineare che gli Azzurri in questo torneo europeo hanno dimostrato uno spirito da moschettiere, quel “uno per tutti, tutti per uno” che è spesso la chiave di un successo di squadra.

Una tattica sbagliata, a nostro sommesso avviso. Infatti, nei primi minuti di gioco, tutto ciò ha causato alcune ripartenze velenose, che potevano mandare in gol Kevin De Bruyne prima e Romelu Lukaku poi, il tutto nello stretto giro di 20 minuti.

Il ragazzo oramai ex Milan, è parso una saracinesca inviolabile. Gli Azzurri hanno però risolto la gara con due azioni micidiali: una in area di rigore avversaria.

Dove la lentezza dei difensori si è manifestata in tutto il proprio splendore quando il “piccolo tamburino sardo”, al secolo Nicolò Barella, semina lo scompiglio in mezzo ai difensori elefantiaci della malconcia retroguardia belga.

Insaccando in rete magistralmente, con un tiro in diagonale, alle spalle dell’incolpevole e pur bravissimo Thibaut Courtois, per poi chiudere la partita, con un uppercut, del famoso “tiroagiro” di Lorenzo Insigne, che finalmente ha dribblato un avversario prima del tiro favoloso del 2 a 0.

Ecco, sul capitano del Napoli, devo cospargermi il “capo di cenere” e fare ammenda. Sono stato tra coloro i quali hanno accusato spesso il calciatore partenopeo di defilarsi nei momenti importanti, di sparire dal campo, quando le partite erano fondamentali e delicate.

Certo, una rondine non fa primavera, ci mancherebbe altro, però il giocatore visto nella sfida contro il Belgio è parso in tema, tonico, sicuro dei suoi mezzi. Uno così, se avesse continuità sotto l’aspetto caratteriale, potrebbe tranquillamente essere annoverato tra gli attuali top player del calcio mondiale.

Siamo in trepidante attesa che così sia, con enorme speranza. L’Italia va avanti meritatamente, con un collettivo che ricorda quelli vincenti, e qui facciamo scongiuri, del 1982 e del 2006, squadra quadrata con qualche ritocco di classe cristallina. Un forte “in bocca al lupo” a Spinazzola, calciatore sontuoso ma dai muscoli di seta. Caro Leonardo, torna presto.

Una nota di demerito a chi, sentendosi come me duosiciliano (meridionale, per gli ignoranti in materia), ha tifato a favore del Belgio. Il Belgio rimane, per chi nasce nelle contrade napoletane e siciliane, una sorta di novello Regno di Piemonte, perché se il regno Sabaudo è stato per noi meridionali “carne da cannone”.

Il Belgio è stato invece “carne da macello” per i tanti, troppi emigranti italiani, stipati nelle miniere di carbone, trattati come scarti umani, così come in Svizzera, o in altri posti del nord Europa, negli anni che corrono dal ’50 e 60, anni bui per noi “terroni”.

Basta ricordare film come “Pane e cioccolata”, interpretato da un eccellente Nino Manfredi, per comprendere di cosa parlo: la vittoria su di loro, non potrà mai essere solo un fatto sportivo, ma anche immagine di un certo riscatto.

Personalmente, ho voluto immaginare che nell’area, proprio in Germania, dove l’emigrazione italiana è stata coatta e selvaggia, riecheggiavano sorridenti le anime di Marcinelle, e dei tanti “poveri terroni” di Genk, Gand, Charleroi, Quaregnon che al fischio finale, hanno trovato un poco di balsamo per le loro anime.


L’Italia va avanti, nonostante una marcetta incolore come inno, nonostante le sperequazioni territoriali, nonostante un razzismo interno, becero e arrogante. Ma il calcio, si sa, è un’altra cosa…

Di Fiore Marro

© Riproduzione riservata

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