Jim Morrison è stato in grado di rendere il rock adulto e affascinante, nonostante le parolacce e le pose oscene di un genere che fino a quell’epoca era considerato semplicemente indisciplinato. E’ passato già un mese dai 50 anni dalla sua scomparsa e si può ancora raccontare di quei giovani degli anni ’60 che si associavano al grido di sesso e desiderio di liberazione, soprattutto da quei demoni interiori che affliggevano i loro nonni.
L’inizio verso la fine.
Il Jim di primo pelo ha già una forte esperienza con droghe ed alcool. La sua paranoia e la sua voglia di autodistruggersi lo rendono uno specie di profeta sceso dal cielo per liberare i giovani americani dalle catene sociali. Violento e imprevedibile coi fan sono sempre più pretenziosi nei suoi confronti, non riesce a trattenersi contro le convenzioni e le inibizioni. Ormai pare che la sua band sia un contorno sonoro alle sue elucubrazioni che fanno di Manzarek, Krieger e Densmore delle comparse facilmente sostituibili. Jim non ci sta a questa interpretazione della realtà da parte del manager di turno e sottolinea in più occasioni come loro siano i Doors, punto. In fondo sa bene che senza gli altri tre non riuscirebbe a rendere concreto ciò che ha interiormente.
La fine di Jim Morrison.
Mentre i 4 artisti vengono delineati come blasfemi e distruttori, dopo il secondo disco Strange Days Jim perde l’interesse per il rock. E’ stanco di stare sul palco davanti ad un pubblico che non riesce realmente comprendere ciò che intende comunicare. Non partecipa più al processo compositivo dei dischi che cominciano ad essere deludenti. Inoltre interrompe spesso la scaletta con lunghi discorsi sull’assopimento delle persone. I misteri legati alla sua fine sembrano rimandare al famoso dubbio posto al suo pubblico “Chi di voi sa di essere realmente vivo?”. Nessuno rispose a quella domanda, compreso sé stesso. Dopo 50 anni, per quanto fisicamente non sia più su questa Terra, vive ancora culturalmente nella storia dell’Uomo. La sua Fine è ancora in atto e molto probabilmente non sarà davvero tale fino all’eventuale scomparsa del genere umano. Questa è la non-vita che forse desiderava, quindi, caro Jim, buona cinquantesima Fine.
Jim Morrison è stato in grado di rendere il rock adulto e affascinante, nonostante le parolacce e le pose oscene di un genere che fino a quell’epoca era considerato semplicemente indisciplinato. E’ passato già un mese dai 50 anni dalla sua scomparsa e si può ancora raccontare di quei giovani degli anni ’60 che si associavano al grido di sesso e desiderio di liberazione, soprattutto da quei demoni interiori che affliggevano i loro nonni.
L’inizio verso la fine.
Il Jim di primo pelo ha già una forte esperienza con droghe ed alcool. La sua paranoia e la sua voglia di autodistruggersi lo rendono uno specie di profeta sceso dal cielo per liberare i giovani americani dalle catene sociali. Violento e imprevedibile coi fan sono sempre più pretenziosi nei suoi confronti, non riesce a trattenersi contro le convenzioni e le inibizioni. Ormai pare che la sua band sia un contorno sonoro alle sue elucubrazioni che fanno di Manzarek, Krieger e Densmore delle comparse facilmente sostituibili. Jim non ci sta a questa interpretazione della realtà da parte del manager di turno e sottolinea in più occasioni come loro siano i Doors, punto. In fondo sa bene che senza gli altri tre non riuscirebbe a rendere concreto ciò che ha interiormente.
La fine di Jim Morrison.
Mentre i 4 artisti vengono delineati come blasfemi e distruttori, dopo il secondo disco Strange Days Jim perde l’interesse per il rock. E’ stanco di stare sul palco davanti ad un pubblico che non riesce realmente comprendere ciò che intende comunicare. Non partecipa più al processo compositivo dei dischi che cominciano ad essere deludenti. Inoltre interrompe spesso la scaletta con lunghi discorsi sull’assopimento delle persone. I misteri legati alla sua fine sembrano rimandare al famoso dubbio posto al suo pubblico “Chi di voi sa di essere realmente vivo?”. Nessuno rispose a quella domanda, compreso sé stesso. Dopo 50 anni, per quanto fisicamente non sia più su questa Terra, vive ancora culturalmente nella storia dell’Uomo. La sua Fine è ancora in atto e molto probabilmente non sarà davvero tale fino all’eventuale scomparsa del genere umano. Questa è la non-vita che forse desiderava, quindi, caro Jim, buona cinquantesima Fine.
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