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martedì, Dicembre 5, 2023

La MASCHERA: da Napoli Nord alla Corea

In Italia fare musica in napoletano è una sfida e La Maschera l’ha vinta con un folk intriso di melodie nostrane con una punta di modernità.

Maschera
Musica: La Maschera (da sinistra: Vincenzo Capasso, tromba – Alessandro Morlando, chitarra – Roberto Colella, voce/tastiere/chitarra acustica – Antonio Gomez, basso – Marco Salvatore, batteria/percussioni)

Disegnare una maschera

Roberto Colella e Vincenzo Capasso sono gli artefici di un progetto importante dettato dalla voglia di condividere le proprie canzoni col pubblico. “Pullecenella” è un brano che ha già 8 anni, ma suona comunque fresco, sebbene le sue contaminazioni classiche e del cosiddetto Neapolitan Power.
Nel 2014 la Full Heads produce il loro primo lavoro, ‘O vicolo ‘e l’alleria, dopo un fitto anno di gavetta in giro per il nord napoletano dove conquistano la simpatia del pubblico. Il disco ha un enorme successo e il loro concerti sono sempre un concentrato di euforia. La musica de La Maschera è una folata di aria nuova dettata anche dalle influenze stilistiche di Alessandro Morlando. Il chitarrista è polivalente, di chiaro stampo rock e fusion, ma che non disdegna i colori del jazz e del blues. Il brano di punta del disco è “La confessione”: una denuncia sui vizi, le incoerenze e le degenerazioni della nostra società, non forzatamente ristretta a quella partenopea. Il racconto biografico del sacerdote è una storia molto introspettiva che comporta una profonda riflessione sull’animo umano, lasciando molto a pensare sulle ipocrisie del mondo che ci circonda. Il brano è di impatto, ma non sminuisce il resto dell’opera, che è un bel viaggio nei vicoli di Napoli, non tralasciando la sua parte ecumenica e multiculturale.

A ParcoSofia

ParcoSofia del 2017, sempre con Full Heads, ha palesi contaminazioni della musica africana. L’incontro con l’artista senegalese Laye Ba è fondamentale per questa svolta verso il continente nero. Il disco è la chiave di volta verso importanti traguardi. Uno di questi è il primo tour italiano, seguito dall’uscita dai confini nazionali. Tra Portogallo, Ungheria e Corea del Sud, la band riesce a vincere l’11esimo Premio Andrea Parodi ed approda al Giffoni Film Festival.
L’emergenza sanitaria ovviamente ha rallentato anche i piani della band, ma c’è stato spazio per un disco da solista del frontman Roberto Colella che propone cover rivisitate della musica napoletana, sarda e mondiale dal titolo Isolamente.

Il futuro de La Maschera

La Maschera è un gruppo ancora giovane, ma ormai di esperienza. I ragazzi descrivono con la musica e la lingua napoletana la realtà che viviamo. Le influenze di Pino Daniele, dei Napoli Centrale, di Eugenio Bennato, dei Foja e dei 24 Grana sono abbastanza palesi. A dispetto di ciò che comunemente si pensa, riconoscerle non è un male. L’identità di un gruppo si forma soprattutto dalla summa degli stili dei propri mentori artistici. La Maschera ne é un chiaro e buon esempio. La nostra cultura è una marcia in più da inserire al momento giusto per quello scatto che ci permette di poterci confrontare con chiunque al mondo non sentendoci inferiori a nessuno. Forza ragazzi. Non mollate!

francesco moccia
http://www.annotizie.it/musica-le-note-che-ribollono-sulla-lava-del-vesuvio/

Collegamenti utili:
https://www.lamascheraofficial.it
https://www.fullheads.it
https://www.facebook.com/lamascheraofficial
https://it.wikipedia.org/wiki/La_Maschera_(gruppo_musicale)

Maschera
Musica: La Maschera (da sinistra: Vincenzo Capasso, tromba – Alessandro Morlando, chitarra – Roberto Colella, voce/tastiere/chitarra acustica – Antonio Gomez, basso – Marco Salvatore, batteria/percussioni)

Disegnare una maschera

Roberto Colella e Vincenzo Capasso sono gli artefici di un progetto importante dettato dalla voglia di condividere le proprie canzoni col pubblico. “Pullecenella” è un brano che ha già 8 anni, ma suona comunque fresco, sebbene le sue contaminazioni classiche e del cosiddetto Neapolitan Power.
Nel 2014 la Full Heads produce il loro primo lavoro, ‘O vicolo ‘e l’alleria, dopo un fitto anno di gavetta in giro per il nord napoletano dove conquistano la simpatia del pubblico. Il disco ha un enorme successo e il loro concerti sono sempre un concentrato di euforia. La musica de La Maschera è una folata di aria nuova dettata anche dalle influenze stilistiche di Alessandro Morlando. Il chitarrista è polivalente, di chiaro stampo rock e fusion, ma che non disdegna i colori del jazz e del blues. Il brano di punta del disco è “La confessione”: una denuncia sui vizi, le incoerenze e le degenerazioni della nostra società, non forzatamente ristretta a quella partenopea. Il racconto biografico del sacerdote è una storia molto introspettiva che comporta una profonda riflessione sull’animo umano, lasciando molto a pensare sulle ipocrisie del mondo che ci circonda. Il brano è di impatto, ma non sminuisce il resto dell’opera, che è un bel viaggio nei vicoli di Napoli, non tralasciando la sua parte ecumenica e multiculturale.

A ParcoSofia

ParcoSofia del 2017, sempre con Full Heads, ha palesi contaminazioni della musica africana. L’incontro con l’artista senegalese Laye Ba è fondamentale per questa svolta verso il continente nero. Il disco è la chiave di volta verso importanti traguardi. Uno di questi è il primo tour italiano, seguito dall’uscita dai confini nazionali. Tra Portogallo, Ungheria e Corea del Sud, la band riesce a vincere l’11esimo Premio Andrea Parodi ed approda al Giffoni Film Festival.
L’emergenza sanitaria ovviamente ha rallentato anche i piani della band, ma c’è stato spazio per un disco da solista del frontman Roberto Colella che propone cover rivisitate della musica napoletana, sarda e mondiale dal titolo Isolamente.

Il futuro de La Maschera

La Maschera è un gruppo ancora giovane, ma ormai di esperienza. I ragazzi descrivono con la musica e la lingua napoletana la realtà che viviamo. Le influenze di Pino Daniele, dei Napoli Centrale, di Eugenio Bennato, dei Foja e dei 24 Grana sono abbastanza palesi. A dispetto di ciò che comunemente si pensa, riconoscerle non è un male. L’identità di un gruppo si forma soprattutto dalla summa degli stili dei propri mentori artistici. La Maschera ne é un chiaro e buon esempio. La nostra cultura è una marcia in più da inserire al momento giusto per quello scatto che ci permette di poterci confrontare con chiunque al mondo non sentendoci inferiori a nessuno. Forza ragazzi. Non mollate!

francesco moccia
http://www.annotizie.it/musica-le-note-che-ribollono-sulla-lava-del-vesuvio/

Collegamenti utili:
https://www.lamascheraofficial.it
https://www.fullheads.it
https://www.facebook.com/lamascheraofficial
https://it.wikipedia.org/wiki/La_Maschera_(gruppo_musicale)

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