Lago di Garda, un giro in barca diventa l’ultimo atto di un romanticismo lontano, due vite spezzate ed un amore che resterà eterno nelle ferme in quelle acque. Umberto Garzarella di 37 anni e Greta Nedrotti di 25 anni decidono di fare un giro in barca. Un’emozione per cogliere quelle sfumature al chiaro di luna e prenderle a prestito per una cornice di notte romantica.
Mai avrebbero immaginato che quella fosse stata l’ultima notte in cui i loro sguardi si sarebbero incrociati. Le loro mani avessero accarezzato per l’ultima volta il viso dell’amore ricambiato. Soprattutto che da un’altra parte del lago sarebbero arrivati due turisti tedeschi sprezzanti delle buone norme di navigazione, soprattutto a tutta velocità.
I due corrono su di una costosa imbarcazione che da lì a poco infrangerà i sogni di quella coppia. Si dice che l’impatto sia stato violento, tanto è stato il danno arrecato alla barca dei giovani e al motoscafo. A dimostrazione della violenza dell’impatto un dettaglio agghiacciante: il corpo di Greta con le gambe amputate e ritrovate a cento metri di profondità.
Umberto è stato trovato supino, morto, forse non ha fatto in tempo nemmeno a capire cosa stesse accadendo. Un ultimo regalo della sua amata, forse, per non darle questa sofferenza atroce, vedere fuggita per sempre la vita e l’amore desiderato. Come spesso accade nella mente di chi stronca la vita, nasce preponderante il desiderio di scappare via fingendo di non essersene accorti.
Ci troviamo effettivamente di fronte all’incredulità degli inquirenti e di tante persone. Gli ultimi scorci di ricerca rispetto ad una superficiale spiegazione dei due tedeschi. “Non ci siamo accorti di nulla“. Tutto ciò nonostante il motoscafo probabilmente abbia tentato una impennata per tranciare la barca di ostacolo.
Soprattutto la violenza dell’urto che ha generato l’amputazione delle gambe di Greta. A loro dire in un silenzio lunare non ci si accorge del frastuono di una morte assordante e lacerante sul Lago di Garda. L’ironia della sorte, addirittura permette ai due sprovveduti di non essere nemmeno arrestati per fuga e omissione di soccorso.
Le norme sull’omicidio stradale non può essere estesa alla circolazione nautica. Unica speranza per gli inquirenti è appesa all’esito dell’alcol test per dimostrare almeno lo stato di ebrezza dei due indagati al momento dell’impatto. Attualmente i due turisti indagati hanno solo l’obbligo di non lasciare l’Italia, quella terra che ha visto una giovane coppia darsi la mano e salire in una barca verso un viaggio, l’ultimo della loro vita, senza ritorno.
di Luigi Eucalipto