Lazio Napoli 1 a 2 Marcatori: 4′ Zaccagni (L), 39′ Kim (N), 17′ st Kvaratskhelia (N).
Il Napoli ha giocato divinamente, così come dovrebbe fare normalmente, perché gli azzurri hanno nelle loro corde qualità e quantità a iosa
La partita di ieri è servita anche a stabilire la potenzialità degli uomini di Spalletti che ha stracciato una sua diretta concorrente. Si ha la sensazione che il Napoli sia dotato del miglior centrocampo del campionato italiano,: Anguissa, Lobotka e Zielinsky rappresentano un cocktail superlativo.
Ci sono partite che nascono storte. Puoi dominare l’avversario, portandolo a spasso per il rettangolo di gioco. Giochi in maniera sublime ma nonostante ciò talvolta il fato non fornisce il giusto risultato della vittoria. Ieri in occasione della gara all’Olimpico di Rom contro i biancocelesti allenati da Maurizio Sarri ho avuto questa sgradevole sensazione.
Il Napoli ha dominato in tutti i reparti, con i due centrali di difesa e i tre di centrocampo che in modo assoluto hanno regnato. Hanno dettato come direttori d’orchestra una magnifica sinfonia sui tempi di gioco, ma che comunque non forniva esiti meritati. Appariva tutto vano, tra tiri strozzati, parate del portiere, pali spaccati, nonostante una manifesta superiorità durata fino al 39’ della prima sessione di gioco.
Gli azzurri sotto di un gol, il proverbiale gol della domenica, il jolly che le squadre fortunate realizzano nei momenti di grazia. Eppure il concetto di chi ama il calcio e tifa Napoli non poteva che racchiudersi in un solo pensiero . Si può anche perdere una partita così, si può anche impattare ingiustamente.
Sarebbe stato un delitto, ma il calcio è questo, succede, quante volte abbiamo assistito alle sconfitte azzurre, contro il Chievo, lo Spezia, l’Empoli, che immeritatamente hanno portato via punti ai partenopei? Quante volte abbiamo visto vincere il peggiore, passato in vantaggio con il gol della vita anche se gli sconfitti avevano giocato magistralmente?
Questo era il pensiero ricorrente di ieri, fino a che Kim, il magnifico coreano, pescato dal suo personale cappello a cilindro di mago del mercato calciatori, di Cristiano Giuntoli, non ha sfatato l’iter. Con quella sontuosa zuccata che riportava la partita in pari, che comunque continuava a appariva un risultato stretto, bugiardo.
Per quel che concerne i gol che il Napoli subisce, gol che se non sono “capolavori” non valgono. Consigliamo a Alex Meret di recarsi quanto prima a Pompei, per farsi benedire da un “Monaco ricchione”, così magari finisce di prendere gol con il “tiro della domenica”.
La pratica l’ha chiusa il “cucciolo”, Khvicha Kvaratskhelia, KK77, con una cagliosa delle sue Tiro imparabile con un assist al bacio di Zambo Anguissa, dopo l’ennesimo palo colpito da Osimhen e dopo l’ennesima paratona di Provedel, portiere laziale. Sul Piotr il polacco, a nostro parere il numero uno dei romani è risultato il migliore dei suoi.
Il Napoli ha giocato divinamente, così come dovrebbe fare normalmente, perché gli azzurri hanno nelle loro corde qualità e quantità a iosa. La “rosa” dispone di calciatori di spessore, dotati di tecnica, potenza e attributi da vendere. Ecco perché quando si propongono tatticismi scialbi, come quello contro la Fiorentina o selvaggi e sterili turn-over come quelli attuati contro i salentini del Lecce, storciamo il muso.
Ci lamentiamo delle scelte tecniche di Luciano Spalletti, che da il meglio di se, quando decide di non fare l’epifenomeno. Abbiamo la consapevolezza che questa squadra può giocarsela contro chiunque. Però dobbiamo sottolineare che la giovane età e l’inesperienza al campionato italiano, di taluni campioni azzurri.
Possono partorire anche qualche cattivo risultato che nel pallone ci sta, da sempre, quello che non possiamo accettare e vedere mortificare il gioco, con scelte per nulla comprensibili.
Ci auguriamo che l’area tecnica non provi più a giocare al “piccolo chimico”, sarebbe delittuoso e oltremodo insopportabile. Un pensiero dovuto alla scalogna di Hirving Lozano, calciatore spesso confusionario, che unisce giocate sublimi a tocchi improbabili. Il messicano ha un conto aperto con la sfortuna, che pare perseguitarlo da quando è arrivato all’ombra del Vesuvio. Per fortuna gli esiti dello scontro con Marusic non hanno riportato fratture, in bocca al lupo “Chucky”
di Fiore Marro