Moldavia, una delle Repubbliche indipendenti da Mosca che potrebbero un giorno essere vittima, come l’Ucraina di un’invasione russa.
ALLARGAMENTO DEL CONFLITTO
La guerra in Ucraina presto potrebbe allargarsi anche alla Moldavia, pomo della discordia la Transnistria, l’unica nazione insieme alla Cina ad avere ancora “falce e martello”, sulla bandiera. Un chiaro riferimento all’ex Urss. Come in Donbass, c’è una parte della popolazione, in questa striscia di terra , russofona.
L’ANTEFATTO
La Russia di Putin inviò lì duemila soldati pronti a sostenere la popolazione di origine russa nell’eventualità di una recrudescenza della difficile convivenza. Un “remake” già visto nel Donbass che potrebbe accendere un’altra miccia e che potrebbe allargare il conflitto.
Le accuse incrociate non danno buone speranze, unica certezza, cresce in Moldavia il timore di un coinvolgimento militare. Nel 1992 la Moldavia cominciò una guerra contro i separatisti della Transnistria. Dopo quasi cinque mesi di combattimenti e quattromila morti, arriva il cessate il fuoco, che da allora ha retto.
Al fianco della Moldavia si schierò allora la Romania, perché la maggioranza della popolazione moldava è di origini rumene, la stessa lingua, stesse origini. Dall’autoproclamata Repubblica della Transnistria, si una sottile striscia di terra tra il confine moldavo a quello ucraino dove la maggior parte dei 430.000 abitanti è di lingua russa.
La Russia non ha mai riconosciuto la Transnistria come Stato, ma in quel territorio sono schierati circa 2.000 soldati russi per garantire la sicurezza della popolazione russofona. La Moldavia desidera di contro entrare a far parte della U.E. Uno scenario che somiglia molto a quello dell’Ucraina e la Transnistria potrebbe diventare un nuovo Donbass.
Domenica scorsa nel pieno della Pasqua ortodossa, ci sono state delle esplosioni in un palazzo governativo di Tiraspol, la capitale dei separatisti. Dopo qualche giorno le granate hanno colpito le antenne della radio russa. Il presidente della Transnistria Vadim Krasnoselsky è stato molto chiaro: “Le tracce degli attacchi terroristici portano all’Ucraina”.
Il generale russo Rustam Minnekayev parla di “casi di oppressione della popolazione di lingua russa” che si sarebbero verificati in Transnistria. Si prepara prima il terreno con la propaganda e forse con finti attentati, quale interesse avrebbe l’Ucraina ad aprire un altro fronte a sud-ovest? Probabilmente questo sarebbe il pretesto per Putin per attaccare anche Odessa.
La città l’ultimo lembo di terra che detiene l’Ucraina per affacciarsi al Mar Nero, quasi totalmente di proprietà russa nella parte nord. “Ci sono tensioni tra varie forze della regione che sono interessate alla destabilizzazione” è stato il commento della presidente moldava Maia Sandu:
“Questo mette la Transnistria in una posizione vulnerabile e crea rischi per la Moldavia. Condanniamo tutte le provocazioni e i tentativi di coinvolgere la Moldavia in azioni che possano mettere in pericolo la pace”. A rafforzare la tesi del pretesto messo in scena dalla Russia, alcuni video delle esplosioni che sarebbero stati esplosi da un lanciagranate usato dalle forze di Mosca.
Sono cento i chilometri che separano quella parte d’Europa da Odessa, l’apertura di questo nuovo fronte di guerra potrebbe portare a una azione a tenaglia da parte dell’esercito russo per cercare di conquistare tutta la parte Sud dell’Ucraina, togliendo così di fatto ogni sbocco sul mare a Kiev. All’Ucraina
di gianni bianco