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giovedì, Dicembre 7, 2023

GRILLO – CONTE: La “chiassata” a cinque stelle.

Lo scontro che avviene oggi all’interno del Movimento Cinque Stelle è solo l’epilogo di una storia che viene da lontano

Lo scontro che avviene oggi all’interno del Movimento Cinque Stelle è solo l’epilogo di una storia che viene da lontano. La premiata ditta Casaleggio-Grillo è riuscita anni fa a creare il primo Movimento politico multimediale.le armi in campo il Blog dello stesso Beppe Grillo al bombardamento mediatico attraverso il social.

Il “Vaffaday” nelle piazze, gli interventi tra comizio e spettacolo sono riusciti negli anni a sedimentare un consenso che, clamorosamente, alle elezioni politiche del 2018 regala al Movimento Cinque Stelle il primato in Italia. Il risultato è senza precedenti, con il 32,68% dei voti, duecentoventicinque deputati e centoundici senatori.

Un numero di parlamentari esagerato per la valenza politica del M5s, soprattutto l’inesperienza che peserá e non poco durante il percorso. Eletti i parlamentari, tutti si guardarono intorno e una domanda nacque spontanea: “E adesso?”.

L’esperienza in politica della quasi totalità era, nella migliore delle ipotesi, di blogger. Adesso si tratta di “legiferare”.Discutere del futuro della comunità Italia che non è un condominio, la nostra Italia è tra le prime potenze economiche e industriali al mondo.

Tra gli eletti non c’è chi può essere Presidente del Consiglio dei Ministri, si parlava di Luigi Di Maio…, lasciamo perdere. Dopo alcuni interventi mettendo a dura prova la pazienza del Presidente Mattarella, si decide di dare questa opportunità a Giuseppe Conte. Buona immagine, il Presidente incaricato è un professore di Diritto privato nelle Università Lumsa, di Roma tre, di Firenze, Luiss.

Nel 2013 Giuseppe Conte ottenne dalla Camera dei deputati la nomina di componente laico del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa. Di certo il Professore non è uno sprovveduto. L’incarico di Presidente del Consiglio del governo giallo-verde a trazione Di Maio-Salvini, è suo e lo difenderà.

Ognuno per sé e tutti insieme per stare lì al governo, dalle parolacce di Grillo al Papete. Incomprensioni e liti, si arriva all’uscita della Lega di Salvini e l’ingresso di PD e Articolo 1, cambia colore il governo, via il verde, arriva il rosso. Giuseppe Conte è ancora Presidente del Consiglio, nemmeno il tempo di guardarsi intorno arriva il Covid-19, inizia la dittatura mediatica.

Dal primo annuncio televisivo Conte assume il primato mediatico in Italia. Il Presidente è uno che sfonda il video e indirizza la vita dei cittadini insieme a presidenti di Regioni e sindaci. La nazione chiusa, tappata in casa, unica certezza: il bollettino serale della Protezione civile, del Comitato tecnico scientifico, soprattutto di Giuseppe Conte, la star.

Il gradimento personale schizza alle stelle, i Dpcm, acronimo diabolico dei Decreti della Presidenza del Consiglio, si susseguono senza sosta. Le decisioni sono solo ratificati in parlamento, senatori e deputati, scompaiono dall’agenda politica. I sondaggi danno ragione a Giuseppe Conte, il suo modo garbato di interloquire. La sicurezza che regala il Presidente, la sua immagine di uomo serio, sobrio e soprattutto competente, entrano nel cuore degli italiani, sempre a caccia di novità.

La Pandemia passa e scoppia la crisi nel governo, Conte. il risultato? Il Professore torna al suo lavoro universitario mentre l’Italia sceglie di nuovo la strada del Commissariamento con Mario Draghi Presidente del Consiglio. Conte va via ma il Movimento Cinque Stelle, orfano di una vera leadership, gli chiede di guidare la politica del gruppo fino al 2023.

Le scissioni nel M5S sono all’ordine del giorno, dalla nascita ad oggi. La prima, anni fa, del bravissimo Sindaco di Parma Federico Pizzarotti, poi Di Battista, storica figura, soprattutto del figlio di Gianroberto Casaleggio di queste settimane. Intanto Beppe Grillo commette l’errore madornale di difendere il figlio accusato di violenza carnale ai danni di una ragazza insieme ad alcuni suoi amici.

La tensione è altissima e da qualche giorno è scoppiata un’autentica bomba. Beppe Grillo in pratica, ispirandosi al suo cognome e al film Il Marchese del Grillo, in pratica dice a Conte a tutti gli altri “Io sono io e voi non siete un cazzo”, scusate il francesismo. Conte risponde con garbo ma abbastanza irritato, lui che è stato chiamato a fondare un partito e dare regole, uno Statuto in primis.

L’idea di essere un dipendente di un’azienda nella quale, ultimamente, il socio fondatore regala chiari segni di sbandamento, Giuseppe Conte non la digerisce. Oggi sono ai ferri corti, cortissimi, Grillo pensa di ritornare con Di Battista e Casaleggio, Conte di andare da un’altra parte.

L’ex Presidente del Consiglio ha dalla sua un certo numero di parlamentari, la sua intenzione è fondare un nuovo partito. Intanto le belle statuine cinque stelle si godono gli stipendi faraonici di Senatore e Deputato, insieme ai privilegi che hanno sempre lottato.Quando serviva la propaganda erano acerrimi nemici dei privilegi oggi non più. Quello che era il primo partito d’Italia, appena tre anni fa, oggi vive un’emorragia di consensi preoccupante.

Le percentuali sono oggi al 50% di consensi persi, se si crea un partito Conte, di sicuro Casaleggio-Di Battista faranno lo stesso, quante stelle resteranno delle vecchie cinque? Chi vivrà vedrà e continueremo ad assistere alla finestra alla chiassata Grillo- Conte.

di Luigi Eucalipto

Lo scontro che avviene oggi all’interno del Movimento Cinque Stelle è solo l’epilogo di una storia che viene da lontano. La premiata ditta Casaleggio-Grillo è riuscita anni fa a creare il primo Movimento politico multimediale.le armi in campo il Blog dello stesso Beppe Grillo al bombardamento mediatico attraverso il social.

Il “Vaffaday” nelle piazze, gli interventi tra comizio e spettacolo sono riusciti negli anni a sedimentare un consenso che, clamorosamente, alle elezioni politiche del 2018 regala al Movimento Cinque Stelle il primato in Italia. Il risultato è senza precedenti, con il 32,68% dei voti, duecentoventicinque deputati e centoundici senatori.

Un numero di parlamentari esagerato per la valenza politica del M5s, soprattutto l’inesperienza che peserá e non poco durante il percorso. Eletti i parlamentari, tutti si guardarono intorno e una domanda nacque spontanea: “E adesso?”.

L’esperienza in politica della quasi totalità era, nella migliore delle ipotesi, di blogger. Adesso si tratta di “legiferare”.Discutere del futuro della comunità Italia che non è un condominio, la nostra Italia è tra le prime potenze economiche e industriali al mondo.

Tra gli eletti non c’è chi può essere Presidente del Consiglio dei Ministri, si parlava di Luigi Di Maio…, lasciamo perdere. Dopo alcuni interventi mettendo a dura prova la pazienza del Presidente Mattarella, si decide di dare questa opportunità a Giuseppe Conte. Buona immagine, il Presidente incaricato è un professore di Diritto privato nelle Università Lumsa, di Roma tre, di Firenze, Luiss.

Nel 2013 Giuseppe Conte ottenne dalla Camera dei deputati la nomina di componente laico del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa. Di certo il Professore non è uno sprovveduto. L’incarico di Presidente del Consiglio del governo giallo-verde a trazione Di Maio-Salvini, è suo e lo difenderà.

Ognuno per sé e tutti insieme per stare lì al governo, dalle parolacce di Grillo al Papete. Incomprensioni e liti, si arriva all’uscita della Lega di Salvini e l’ingresso di PD e Articolo 1, cambia colore il governo, via il verde, arriva il rosso. Giuseppe Conte è ancora Presidente del Consiglio, nemmeno il tempo di guardarsi intorno arriva il Covid-19, inizia la dittatura mediatica.

Dal primo annuncio televisivo Conte assume il primato mediatico in Italia. Il Presidente è uno che sfonda il video e indirizza la vita dei cittadini insieme a presidenti di Regioni e sindaci. La nazione chiusa, tappata in casa, unica certezza: il bollettino serale della Protezione civile, del Comitato tecnico scientifico, soprattutto di Giuseppe Conte, la star.

Il gradimento personale schizza alle stelle, i Dpcm, acronimo diabolico dei Decreti della Presidenza del Consiglio, si susseguono senza sosta. Le decisioni sono solo ratificati in parlamento, senatori e deputati, scompaiono dall’agenda politica. I sondaggi danno ragione a Giuseppe Conte, il suo modo garbato di interloquire. La sicurezza che regala il Presidente, la sua immagine di uomo serio, sobrio e soprattutto competente, entrano nel cuore degli italiani, sempre a caccia di novità.

La Pandemia passa e scoppia la crisi nel governo, Conte. il risultato? Il Professore torna al suo lavoro universitario mentre l’Italia sceglie di nuovo la strada del Commissariamento con Mario Draghi Presidente del Consiglio. Conte va via ma il Movimento Cinque Stelle, orfano di una vera leadership, gli chiede di guidare la politica del gruppo fino al 2023.

Le scissioni nel M5S sono all’ordine del giorno, dalla nascita ad oggi. La prima, anni fa, del bravissimo Sindaco di Parma Federico Pizzarotti, poi Di Battista, storica figura, soprattutto del figlio di Gianroberto Casaleggio di queste settimane. Intanto Beppe Grillo commette l’errore madornale di difendere il figlio accusato di violenza carnale ai danni di una ragazza insieme ad alcuni suoi amici.

La tensione è altissima e da qualche giorno è scoppiata un’autentica bomba. Beppe Grillo in pratica, ispirandosi al suo cognome e al film Il Marchese del Grillo, in pratica dice a Conte a tutti gli altri “Io sono io e voi non siete un cazzo”, scusate il francesismo. Conte risponde con garbo ma abbastanza irritato, lui che è stato chiamato a fondare un partito e dare regole, uno Statuto in primis.

L’idea di essere un dipendente di un’azienda nella quale, ultimamente, il socio fondatore regala chiari segni di sbandamento, Giuseppe Conte non la digerisce. Oggi sono ai ferri corti, cortissimi, Grillo pensa di ritornare con Di Battista e Casaleggio, Conte di andare da un’altra parte.

L’ex Presidente del Consiglio ha dalla sua un certo numero di parlamentari, la sua intenzione è fondare un nuovo partito. Intanto le belle statuine cinque stelle si godono gli stipendi faraonici di Senatore e Deputato, insieme ai privilegi che hanno sempre lottato.Quando serviva la propaganda erano acerrimi nemici dei privilegi oggi non più. Quello che era il primo partito d’Italia, appena tre anni fa, oggi vive un’emorragia di consensi preoccupante.

Le percentuali sono oggi al 50% di consensi persi, se si crea un partito Conte, di sicuro Casaleggio-Di Battista faranno lo stesso, quante stelle resteranno delle vecchie cinque? Chi vivrà vedrà e continueremo ad assistere alla finestra alla chiassata Grillo- Conte.

di Luigi Eucalipto

© Riproduzione riservata

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