Era il 1996: mentre nel mondo imperversava l’alternative sia inglese (con la brit-pop) che americano (con il grunge) e a Napoli la musica neomelodica era già una realtà consolidata. Serafino Perugino, forte della sua passione per l’AOR (Adult-Oriented Rock), decide di cominciare a distribuire quei dischi di rock internazionale melodico in Italia, che egli stesso raramente riusciva a trovare nei negozi fino a quel momento. Nel 1998 fonda la Frontiers Records e, forte di una breve partnership con la britannica Now & Then, produce il doppio album live “Never Say Goodbye” del gruppo hard rock Ten. Successivamente entra nelle fila della Frontiers il norvegese Jorn, diventando così un realtà importante nel panorama internazionale.
A Napoli Serafino e il suo team sono riusciti sono riusciti a portare nomi importanti della scena rock mondiale. Nomi come Defeppard, Toto, Yes, Alan Parsons, Styx, Blackmore’s Night, Foreigner, Sammy Hagar, Ted Nugent, Joe Lynn Turner, Neal Morse ed attualmente produce Whitesnake, Mr. Big, Asia, Journey, Glenn Hughes, Boston, Blue Oyster Cult, DGM (del campano Mark Basile), Extreme, Jeff Lynne, Uriah Heep, House of Lords, L.A. Gus e tanti altri.
Marchio di fabbrica dell’etichetta, ricordiamolo, napoletana è quello di creare ad hoc molti progetti e band composti da grandi musicisti e cantanti di livello mondiale. Tra questi spiccano i Revolution Saints di Deen Castronovo sia dietro le pelli che alla voce e il funambolico chitarrista Doug Aldrich (ex-Whitesnake ed ex-Ronnie James Dio), i W.E.T. con Jeff Scott Soto (anch’egli prodotto dalla Frontiers) alla voce e i Pride of Lions dell’ex cantautore principale dei Surviror Jim Peterik. Una grande peculiarità della Frontiers inoltre è quella di scovare nuovi talenti italiani e non e di riuscire a portarli in auge sulla scena internazionale: l’esempio per eccellenza è quello del cantante cileno Ronnie Romero, che dopo essere salito in cattedra coi i suoi Lords of Black (band metal spagnola), è approdato alla corte dei Rainbow di Ritchie Blackmore nella loro ultima reunion. Dal 2015 in poi Ronnie ha collaborato coi più grandi musicisti della scena europea tra cui lo svizzero Leo Leoni dei Gotthard, con lo svedese Magnus Karlsson dei Primal Fear, con l’olandese Adrian Vandenberg (ex-Whitesnake), il tedesco Michael Schenker (ex-Scorpions e UFO), e gli italiani Alessandro Del Vecchio e Simone Mularoni nel progetto Sunstorm, sostituendo Joe Lynn Turner alla voce. Inoltre il team Frontiers è composto da un parterre di produttori e songwriter di grande spicco tra cui lo svedese Erik Martensson degli Eclipse, Aldo Lonobile (chitarrista dei Death SS e dei Secret Sphere), il chitarrista cileno Nasson, gli inglesi Tom e James Martin e i già citati Del Vecchio, Mularoni e Karlsson. Insomma, Frontiers, con il suo ormai immenso catalogo in continua espansione, è una realtà napoletana consolidata nel mondo a tal punto da poter definire un proprio “Sound”. Grazie a Serafino per aver allargato ulteriormente le frontiere del nostro territorio!
Francesco Moccia