Un campionato finora al limite della perfezione quello degli uomini di Spalletti: cinquantanove punti su sessantasei, un’impresa epica, titanica.
Marcatori: 22′ Kvaratskhelia, 20′ st Osimhen, 34′ st Elmas.
Il Napoli gioca per la terza partita di seguito con il contagiri basso, quasi sottotono. Eppure nonostante ciò, riesce a ottenere il massimo del risultato: 9 punti su 9, 8 gol fatti e 0 subiti.
Laddove non arriva il gioco, l’organizzazione, la proverbiale densità delle squadre di Spalletti.
Sopraggiunge la capacità personale, il tocco di classe, il dribbling mozzafiato del georgiano, la prepotenza fisica di Osimhen, la voracità sotto porta del georgiano. Un cammino lento e inesorabile quello azzurro, che lascia ampi margini di gioia nell’immaginare il momento in cui la squadra torni essere tonica come inizio stagione,sarà un massacro per tutti.
Il gol di Kvaratskhelia è stata vera poesia; un’azione che nasce dalla caparbietà e dalle doti tecniche del “77” azzurro. Molti al suo posto avrebbero fatto uscire la palla per un calcio d’angolo, lui ha preferito invece giocarsela, come un Cavaliere Templare, alla ricerca del suo Santo Graal. Khvicha sembra un marziano, un gigante al cospetto di tanti lillipuziani. Un campionato finora al limite della perfezione quello degli uomini di Spalletti, 59 punti su 66, un’impresa epica, titanica.
Un’impresa che rimarrà scolpita nella storia pallonara italiana se i partenopei continuano a macinare, anzi, a tracimare punti e campionato, come hanno fatto finora. Certo sul piano fisico, specie a sinistra la squadra soffre, quando si deve misurare con i muscoli e i centimetri avversari, non per nulla Ballardini, il tecnico della Cremonese.
Ieri il tecnico aveva incentrato la sua gara, provando spesso a lanciare alto nella zona dove opera Mario Rui. L’esterno di difesa soffre maledettamente questo tipo di azione, al punto che ha fatto una partita nervosa, che lo ha portato spesso a sbagliare palleggio. Un limite quello del portoghese, che in Europa potrebbe costare caro, ecco il motivo per cui prediligo la presenza di Olivera, che ha più centimetri e più gamba, anche se ha meno visione di gioco del laterale ex Roma.
Gli azzurri hanno vendicato a modo loro l’eliminazione dalla Coppa Italia, causata proprio dai grigiorossi lombardi, mai sconfitta fu più salutare, i napoletani sono scesi in campo determinati, nonostante qualche falla dal punto di vista della prestazione personale. Oltre ai soliti nomi, è doveroso sottolineare la prova di Lozano, il messicano sta giocando con continuità e il suo supporto a destra e a tratti devastante, Spalletti gli ha insegnato anche la fase difensiva.
Nel primo tempo, sullo zero a zero un suo rientro ha evitato al Napoli di subire un gol, consentendo così a Meret di raggiungere il decimo “clean sheet” stagionale. A un passo da Ivan Provedel, portiere della Lazio, che di partite terminare con la rete inviolata ne ha 11; si è rivisto, finalmente anche Diego Demme.
Il calciatore tedesco finito in sordina ma che per questo finale di stagione potrebbe risultare molto importante, soprattutto efficace, per far rifiatare Lobotka. Il regista del Napoli è la vera fonte di ispirazione della squadra azzurra, di questa insaziabile squadra azzurra. Mancano ancora tante gare alla fine del torneo, ma di sicuro il marchio del Napoli quest’anno è stato quello più sfavillante.
Di Fiore Marro