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venerdì, Dicembre 6, 2024

NAPOLI JUVENTUS 2 1: Savoia ladrone morirò Borbone.

Kvara e Osimhen sono stati ancora una volta i protagonisti di questo trionfo, così come l’anno scorso.

RETI: 42′ Kvaratskhelia, 81′ Chiesa, 87′ Raspadori.

Il Napoli vince per la quinta stagione consecutiva contro l’odiato Savoia, rappresentato nel mondo del calcio dalla Juventus, la società che usa lo slang: “Non importa come ma l’importante è vincere”. Frase che si rifà a quello slogan usato a Fenestrelle, dalla soldataglia piemontese, di stanza nel famoso carcere, che recitava grosso modo: “Ognuno vale non in quanto è, ma in quanto produce”. Proprio per questo e per tanti altri motivi, la partita tra Napoli e Juventus non potrà mai essere solo una gara di calcio.

Solo gli orbi o chi è in malafede può dire altro. Ieri la vittoria azzurra si è consumata non certo per la tattica di Mister Calzona o per una supremazia assoluta dei partenopei, come accadeva nell’era sarriana. Neanche grazie alle alchimie geniali di Mister Spalletti, ieri il miracolo lo ha fatto di sicuro San Gennaro, che ha bagnato le polveri di Dusan Vlahovic.

Il bomber bianconero ha sbagliato gol facili come nell’incontro disputato al Maradona, e siccome nessuno mette in dubbio le qualità della punta serba, di sicuro qualcosa di miracoloso è avvenuto a favore della difesa napoletana, che anche ieri è parsa l’anello debole del Napoli. Il reparto che trasmette meno sicurezza dell’intera formazione.

Un vero peccato avere sbagliato la campagna acquisti e la scelta scellerata di un Mister non adeguato come Garcia. Oramai il dato è tratto e piangere o lamentarsi per quel che poteva essere e non è stato è solo un esercizio di mera utopia. Gli azzurri devono guardare avanti, e preparasi al meglio per la gara più importante di questo scorcio di stagione, in Coppa dei Campioni contro il Barcellona, impresa ardua, di quelle che fanno tremare i polsi.

Per il Napoli questa vittoria è stata importante,  per uscire da quel torpore che ha attanagliato la squadra per tutto il torneo. La partita della svolta, forse è arrivata troppo tardi per poter raggiungere l’obiettivo minimo della qualificazione in Champions, che resta a mio modesto avviso una chimera, per il momento. Una vittoria che ripetiamo è soprattutto merito di una Juve sciupona, per fortuna degli azzurri.

Kvara e Osimhen sono stati ancora una volta i protagonisti di questo trionfo, così come l’anno scorso, quando demolirono i piemotardi con un sonoro 5 a 1. Il georgiano ha sfoderato un tiro,in occasione della sua rete, di rara bellezza e tecnica di stampo superiore, ha costretto più volte i suoi avversari al fallo con conseguente ammonizione, bisogna sottolineare che da quando è tornato al suo fianco, nel reparto offensivo.

Il “Leone africano” il 77 sta giocando molto meglio anche se il centravanti napoletano, sbaglia i rigori nei momenti meno opportuni. Purtroppo sono proprio le palle da fermo come i rigori e le punizioni di prima è un punto debole del Napoli, spesso deficitario in questa specifica qualità. Lo è talmente tanto, che lo staff tecnico ha dovuto trovare un modo alternativo per sopperire all’errore dal dischetto, inventandosi una corsa da atleti da corsa a ostacoli, pronti allo start da posizioni anomale, per evitare di incappare in infrazioni del regolamento.

Così  come è accaduto con la realizzazione di Raspadori, bravissimo è lesto per l’occasione, il bomber tascabile dei partenopei pare abbia un conto aperto con i bianconeri, suo il gol della consacrazione azzurra l’anno scorso a Torino, suo quello che forse ridarà fiato alla rincorsa partenopea per un’insperata qualificazione alla prossima Coppa dei Campioni.

di Fiore Marro

Kvara e Osimhen sono stati ancora una volta i protagonisti di questo trionfo, così come l’anno scorso.

RETI: 42′ Kvaratskhelia, 81′ Chiesa, 87′ Raspadori.

Il Napoli vince per la quinta stagione consecutiva contro l’odiato Savoia, rappresentato nel mondo del calcio dalla Juventus, la società che usa lo slang: “Non importa come ma l’importante è vincere”. Frase che si rifà a quello slogan usato a Fenestrelle, dalla soldataglia piemontese, di stanza nel famoso carcere, che recitava grosso modo: “Ognuno vale non in quanto è, ma in quanto produce”. Proprio per questo e per tanti altri motivi, la partita tra Napoli e Juventus non potrà mai essere solo una gara di calcio.

Solo gli orbi o chi è in malafede può dire altro. Ieri la vittoria azzurra si è consumata non certo per la tattica di Mister Calzona o per una supremazia assoluta dei partenopei, come accadeva nell’era sarriana. Neanche grazie alle alchimie geniali di Mister Spalletti, ieri il miracolo lo ha fatto di sicuro San Gennaro, che ha bagnato le polveri di Dusan Vlahovic.

Il bomber bianconero ha sbagliato gol facili come nell’incontro disputato al Maradona, e siccome nessuno mette in dubbio le qualità della punta serba, di sicuro qualcosa di miracoloso è avvenuto a favore della difesa napoletana, che anche ieri è parsa l’anello debole del Napoli. Il reparto che trasmette meno sicurezza dell’intera formazione.

Un vero peccato avere sbagliato la campagna acquisti e la scelta scellerata di un Mister non adeguato come Garcia. Oramai il dato è tratto e piangere o lamentarsi per quel che poteva essere e non è stato è solo un esercizio di mera utopia. Gli azzurri devono guardare avanti, e preparasi al meglio per la gara più importante di questo scorcio di stagione, in Coppa dei Campioni contro il Barcellona, impresa ardua, di quelle che fanno tremare i polsi.

Per il Napoli questa vittoria è stata importante,  per uscire da quel torpore che ha attanagliato la squadra per tutto il torneo. La partita della svolta, forse è arrivata troppo tardi per poter raggiungere l’obiettivo minimo della qualificazione in Champions, che resta a mio modesto avviso una chimera, per il momento. Una vittoria che ripetiamo è soprattutto merito di una Juve sciupona, per fortuna degli azzurri.

Kvara e Osimhen sono stati ancora una volta i protagonisti di questo trionfo, così come l’anno scorso, quando demolirono i piemotardi con un sonoro 5 a 1. Il georgiano ha sfoderato un tiro,in occasione della sua rete, di rara bellezza e tecnica di stampo superiore, ha costretto più volte i suoi avversari al fallo con conseguente ammonizione, bisogna sottolineare che da quando è tornato al suo fianco, nel reparto offensivo.

Il “Leone africano” il 77 sta giocando molto meglio anche se il centravanti napoletano, sbaglia i rigori nei momenti meno opportuni. Purtroppo sono proprio le palle da fermo come i rigori e le punizioni di prima è un punto debole del Napoli, spesso deficitario in questa specifica qualità. Lo è talmente tanto, che lo staff tecnico ha dovuto trovare un modo alternativo per sopperire all’errore dal dischetto, inventandosi una corsa da atleti da corsa a ostacoli, pronti allo start da posizioni anomale, per evitare di incappare in infrazioni del regolamento.

Così  come è accaduto con la realizzazione di Raspadori, bravissimo è lesto per l’occasione, il bomber tascabile dei partenopei pare abbia un conto aperto con i bianconeri, suo il gol della consacrazione azzurra l’anno scorso a Torino, suo quello che forse ridarà fiato alla rincorsa partenopea per un’insperata qualificazione alla prossima Coppa dei Campioni.

di Fiore Marro

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