Napoli Milan 0 – 1 gol 49’ Giroud. Bisogna dire che comunque la squadra ha provato a inserirsi in un discorso di vertice, però come ho sempre detto fin dall’ inizio, non è una “rosa” attrezzata per vincere un campionato.
Partiamo subito col dire che ha vinto la squadra che ha meritato di più. E’ ei momenti topici che esce fuori lo spessore di un campione, il Milan ne ha qualcuno, il Napoli qualcuno meno. Il gol rossonero nasce da un tiro di Calabria, deviato in rete da Giroud, lesto nell’anticipare la difesa partenopea e Ospina. Il Napoli somiglia sempre di più al “Dodo“, il Dodo (Raphus Cucullatus), che era un uccello incapace di volare, così come la squadra di Spalletti.
Il povero uccello pur avendo le ali non riusciva a prendere il volo, i partenopei da tempo oramai immemore, hanno lo stesso identico comportamento. Ogni qualvolta devono prendere il largo, per salire di qualità, rimangono ancorati al terreno proprio come un Dodo. Uccello che, purtroppo, si è estinto, così come si è smorzata l’idea di vittoria finale degli azzurri.
In questa squadra manca la personalità del leader, mancano uomini capaci di portare a termine le missioni più importanti. Sono spesso belli da vedere ma inutili, come quei militari da parata dell’esercito napoletano, tutto fumo e niente arrosto. Tra l’altro i “comandanti” non hanno mai avuto le “Phisique du Role“. Insigne, il capitano, il napoletano, l’uomo che dovrebbe fare la differenza. In quattrocento gare disputate, dico quattrocento, in quante di esse ha inciso veramente?
Ecco, indovinata la percentuale vi renderete conto che questo calciatore, oggi tanto contrario alla proprietà del Napoli, dovrebbe invece fare ponti d’oro a ADL. Da che ricordo, nessun calciatore del settore giovanile del Napoli e ce ne sono stati tanti, mai nessuno ha avuto una carriera così lunga come Insigne. Parlo dei vari: Ciro Muro, Nino Musella, Sandro Abbondanza, Gianni Improta, Enzo Montefusco.
Tutta gente fisicamente, tecnicamente superiore al “24 azzurro” ma che per vicissitudini varie non hanno mai potuto godere del tempo avuto a disposizione da Mister “Tiroagiro”. Sarà stata la tirchieria della società, la contingenza dei tempi, una presidenza non certo tifosa, ma imprenditoriale. Componenti che hanno fatto si che questo calciatore, ha potuto vivere una così immeritata stagione con la casacca azzurra. In quanto a opportunità e risultati, non ricordo nessun altro atleta napoletano che ha ottenuto così tanta fortuna.
A tale proposito ricordo la storia di un mio quasi conterraneo, io sono di Cervinara che dista pochi chilometri da Sant’Agata dè Goti, anche se sono comuni con differenti province. Il mio Comune è avellinese quello in questione beneventano. A Sant’Agata, tra l’altro, luogo da conoscere assolutamente, per visitare la famosa “Finestra Catalana”, nacque un discreto difensore di nome Francesco Stanzione.
Dopo la trafila nel settore giovanile azzurro, esordì, sotto la direzione del compianto Gianni Di Marzio, in Serie A, giocando su ventotto gare impeccabili su trenta. Alla penultima giornata, capita e può capitare, incappò in una gara infelice, da quel momento in poi si persero le tracce del difensore. Oggi che i calciatori del Napoli: “Una gara l’ngarrano e cinque no”, Zielinsky in vacanza da un mese, Insigne che ha finora disputata una sola gara contro la Lazio, le cose sono cambiate.
Immagino se questi calciatori fossero nati nel periodo di Musella e Stanzione, in quale abisso di categoria sarebbero finiti a giocare…Bisogna dire che comunque la squadra ha provato a inserirsi in un discorso di vertice. Però, come ho sempre detto fin dall’ inizio, non è una “rosa” attrezzata per vincere un campionato. Il Napoli è stato nel giro della lotta per lo scudetto finora, più per demerito degli altri che per merito suo, l’obiettivo deve rimanere quello di inizio stagione, la qualificazione Champions.
di Fiore Marro