La Lazio di Sarri continua a mangiare punti, e a nostro parere potrebbe da qui alla fine fare filotto. Questo mi preoccupa.
Aprile è stato per gli azzurri il mese peggiore in quanto a risultati e iattura. Come normale che fosse la squadra ha subito un calo fisico o forse di tensione in una stagione lunga e travagliata. In un torneo di calcio impegnativo, come quello italiano o di Champions, da sempre è accaduto, anche alle migliori squadra cede.
Paga dazio la pattuglia di Spalletti nel momento forse meno opportuno. Alle soglie di un incontro, forse il più rilevante in assoluto, come quello del ritorno dei quarti di Coppa dei Campioni, sta portando i partenopei a rallentare terribilmente la corsa scudetto. Il turnover eccessivo,non ha mai prodotto in questa stagione buoni fini.
Il Napoli pareggiò in casa con il Lecce, nel primo tentativo di turnazione eccessiva, è uscito dalla Coppa Italia nel secondo caso xontro la Cremonese. Ha regalato ieri un punto al Verona e due alla Lazio nella classifica di campionato. Purtroppo alcuni calciatori quando vengono chiamati in causa per dimostrare che sono all’altezza dei titolari, vengono meno.
Ieri i vari Demme, Raspadori, Elmas, Olivera e Lozano hanno dimostrato di non meritare il confronto con i loro alter ego, assenti per ritrovarsi più tonici e pronti per il match clou di martedì prossimo. Tutto ciò ci auguriamo non sia invece una sorta di buco nero, dove la squadra si sta imbustando, per rincorrere chimere. A molti basta vincere il campionato, per altri sogni possiamo rimandare.
La Lazio di Sarri continua a mangiare punti e a nostro parere potrebbe da qui alla fine fare filotto, quindi la situazione si fa sempre più preoccupante.
Ieri una ennesima lezione di quanto risulti inutile il possesso palla se poi alla fine non si mette il pallone in porta. Tenere la palla senza mai essere incisivi sotto rete avversaria non serve a nulla se non per le statistiche degli analisti, che si sa nel calcio ci azzeccano come quegli economisti.
Economisti che fuoriescono solo dopo che scoppia una crisi economica, crisi che fino al giorno prima, non avevano mai messa in considerazione.
Il Napoli, diciamolo, da qualche turno non gioca più sciolto, sarà stata l’assenza di Osimhen. Il calo si è presentato nel momento in cui il bomber è dovuto stare fuori per infortunio.
I quindici minuti di gioco in cui si è vista la sua presenza gli azzurri sono parsi tutta un’altra cosa, la traversa presa mi dicono stia ancora tremando.
Dopo la gara di Champions, i partenopei saranno chiamati a disputare una gara delicata contro i bianconeri di Allegri.
Aprile che pare dovesse rivelarsi come il mese della definitiva consacrazione, sarà invece lo spartiacque tra gloria o fallimento, anche perché dopo il Verona, altre bestie nere come Fiorentina e Inter. Le stesse che si presenteranno lungo il cammino in un finale negativo dopo una stagione così esaltate. Soprattutto memori di quante accuse gratuite, la società il tecnico e la dirigenza hanno dovuto sorbire, questa estate, sarebbe oltremodo orribile.
Non bisogna mai fasciarsi la testa prima che le cose accadano, ma bisogna essere sempre lucidi e attenti, e su questo confidiamo sulla lunga esperienza di Spalletti.
Un plauso alle tifoserie organizzate e al presidente De Laurentis, per la scelta definitiva di sotterrare l’ascia di guerra, che proprio in questi momenti delicati è stata una degli svantaggi ulteriori, che ha dovuto subire la squadra, bravi tutti e avanti così e ricordatevi che Napoli non è solo una squadra di calcio ma soprattutto un modo di essere.
di Fiore Marro