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venerdì, Settembre 6, 2024

Pat Metheny: Side-Eye NYC (V1.IV)

Si può non essere fan di Pat Metheny, ma ascoltarlo comporta un estraniamento dal mondo, dimenticando ciò che accade intorno.

Pat Metheny
La cover del disco live “Side Eye NYC (V1.IV)” di Pat Metheny, 2021.

Il genio Pat Metheny.

Pat Metheny è letteralmente un alieno, un musicista che ha studiato su questo pianeta, ma che prende le sue idee in un altro mondo, estraneo completamente al nostro. Side-Eye NYC (V1.IV) è un’opera che ti porta nel luogo in cui lui crea. Ovviamente nessuna novità e potrebbe essere per qualcuno la solita solfa. Magari fosse così per ogni artista di punta che pubblica una album live nuovo. L’evoluzione e le sfumature della sua musica sono infinite e diverse. L’ascolto marginale non è consigliato, ma anche se accadesse non rimarreste delusi.

Il disco.

Avvalersi della collaborazione di musicisti scelti newyorkesi è stata la regola: infatti alla batteria si alternano Eric Harland, Joe Dyson, Nate Smith, Anwar Marshall e Marcus Gilmore e alle tastiere c’è il giovane James Francies. Non a caso il titolo tradotto significa più o meno “un’occhiata di sbieco a New York City”, riferito quasi sicuramente al “via vai” dei giovani musicisti che gli ruotano attorno in questo disco. Pat invece si alterna tra chitarra e basso, innescando le sue influenze più disparate, tra fusion e rock. Prodotto dallo stesso Metheny insieme all’inseparabile Steve Rodby, il live è stato registrato il 12 e il 13 settembre 2019 alla Sony Hall di New York. Il disco presenta nuovi brani e rivisitazioni di alcune delle composizioni di Metheny.

Stile e particolari.

Tutto molto fruibile al primo ascolto, ricorda la caratura di live come Travels del 1982 e The Road to You del 1993 del Pat Metheny Group, sebbene questo sia un disco solista del genio del Missouri.
La fattura e la qualità della registrazione sono di altissimo livello: ogni suono è ben definito e al contempo legato all’altro. La chitarra di Pat, per quanto emerga, non sovrasta mai gli altri strumenti ed ognuno riesce a tenere il proprio spazio. I tecnicismi non risultano mai sterili e non è facile sintetizzare l’emotività che traspare da certi brani. L’apertura (“It Starts When We Disapper”) è di una melodia disarmante associata a stupendi ritmi brasiliani bossa nova. La composizione, piena ovviamente di improvvisazioni, è anche, nonostante la lunghezza di circa 14 minuti, il singolo dell’album. Un buon punto di partenza per godere al massimo dell’opera: buon ascolto!

francesco moccia

https://www.annotizie.it/musica-le-note-che-ribollono-sulla-lava-del-vesuvio/

Collegamenti utili:
https://www.patmetheny.com/
https://www.facebook.com/PatMetheny
https://en.wikipedia.org/wiki/Pat_Metheny

Pat Metheny
La cover del disco live “Side Eye NYC (V1.IV)” di Pat Metheny, 2021.

Il genio Pat Metheny.

Pat Metheny è letteralmente un alieno, un musicista che ha studiato su questo pianeta, ma che prende le sue idee in un altro mondo, estraneo completamente al nostro. Side-Eye NYC (V1.IV) è un’opera che ti porta nel luogo in cui lui crea. Ovviamente nessuna novità e potrebbe essere per qualcuno la solita solfa. Magari fosse così per ogni artista di punta che pubblica una album live nuovo. L’evoluzione e le sfumature della sua musica sono infinite e diverse. L’ascolto marginale non è consigliato, ma anche se accadesse non rimarreste delusi.

Il disco.

Avvalersi della collaborazione di musicisti scelti newyorkesi è stata la regola: infatti alla batteria si alternano Eric Harland, Joe Dyson, Nate Smith, Anwar Marshall e Marcus Gilmore e alle tastiere c’è il giovane James Francies. Non a caso il titolo tradotto significa più o meno “un’occhiata di sbieco a New York City”, riferito quasi sicuramente al “via vai” dei giovani musicisti che gli ruotano attorno in questo disco. Pat invece si alterna tra chitarra e basso, innescando le sue influenze più disparate, tra fusion e rock. Prodotto dallo stesso Metheny insieme all’inseparabile Steve Rodby, il live è stato registrato il 12 e il 13 settembre 2019 alla Sony Hall di New York. Il disco presenta nuovi brani e rivisitazioni di alcune delle composizioni di Metheny.

Stile e particolari.

Tutto molto fruibile al primo ascolto, ricorda la caratura di live come Travels del 1982 e The Road to You del 1993 del Pat Metheny Group, sebbene questo sia un disco solista del genio del Missouri.
La fattura e la qualità della registrazione sono di altissimo livello: ogni suono è ben definito e al contempo legato all’altro. La chitarra di Pat, per quanto emerga, non sovrasta mai gli altri strumenti ed ognuno riesce a tenere il proprio spazio. I tecnicismi non risultano mai sterili e non è facile sintetizzare l’emotività che traspare da certi brani. L’apertura (“It Starts When We Disapper”) è di una melodia disarmante associata a stupendi ritmi brasiliani bossa nova. La composizione, piena ovviamente di improvvisazioni, è anche, nonostante la lunghezza di circa 14 minuti, il singolo dell’album. Un buon punto di partenza per godere al massimo dell’opera: buon ascolto!

francesco moccia

https://www.annotizie.it/musica-le-note-che-ribollono-sulla-lava-del-vesuvio/

Collegamenti utili:
https://www.patmetheny.com/
https://www.facebook.com/PatMetheny
https://en.wikipedia.org/wiki/Pat_Metheny

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