Reddito di cittadinanza 2022, sarà modificato per evitare abusi, indirizzare le risorse verso le famiglie, rendere il periodo più breve di contratti lavorativi e difenderlo soprattutto dall’opinione non certo positiva di forze politiche e cittadini. Sono tante le categorie a guadagnare poco più di questa misura.
Un gruppo di consulenti è stato incaricato dal governo per apportare modifiche alla misura più discussa, il RdC. Lo spirito è quello di difendere il sostegno alla povertà, senza togliere alle famiglie e favorendo un fisco più equo per chi lavora. Nocciolo della questione chiaramente la forma assistenziale che non si è quasi mai tradotta in lavoro, dei navigator nemmeno vogliamo discuterne. Una delle modifiche principali, si dimezzerà il periodo di residenza in Italia, da dieci a cinque anni.
Questa proposta scatenerà altre polemiche e accenderà la solita guerra tra i poveri italiani e quelli provenienti da altre parti del mondo. Ritornando alle proposte economiche, si eviterà di penalizzare le famiglie numerose rispetto ai single nel riconoscimento dell’importo da ottenere. Un’aliquota fiscale maggiore per chi lavora e stimolare i contratti nel breve termine, di tre mesi, ma anche un mese. Abolire l’obbligo di spendere l’intero contributo economico entro la mensilità successiva.
Queste le proposte, per il momento, elaborate dal gruppo di lavoro a sostegno del governo, incaricati dal Ministro del lavoro Andrea Orlando e presieduto dalla sociologa Chiara Saraceno. I correttivi al Reddito di cittadinanza 2022 potrebbero essere proposti con emendamenti alla legge di Bilancio che, non dimentichiamo, ha destinato un miliardo in più alla misura, in pratica nel 2022 sarà di 8,7 miliardi circa di risorse complessivamente disponibili.
Per ottenere il Reddito di Cittadinanza oggi sono necessari dieci anni di residenza in Italia, di cui gli ultimi due continuativi. Secondo il gruppo di esperti il periodo discrimina i cittadini stranieri, limitandone fortemente la possibilità di accesso al Rdc. L’Italia è la più rigorosa per i requisiti di residenza, dieci anni non sono previsti in nessun altro Stato. Inoltre, tale previsione non risulta rispettosa delle direttive europee, a tutela anche degli italiani all’estero, per questo il requisito di cinque anni.
Più sostegno alle famiglie numerose. Gli esperti propongono anzitutto di ridurre la soglia di reddito d’accesso al Rdc per i nuclei di una persona dai 6mila a 5400 euro. Il problema sostanzialmente riguarda l’opinione ostile da parte della maggioranza degli italiani, per il fallimento dell’obiettivo di inserimento al lavoro. Tanti comuni si stanno attrezzando per riconoscere il Rdc legato ad un numero di ore di lavoro in attività di pubblica utilità.
Il diniego da parte del percettore necessariamente deve passare per il taglio progressivo, fino ad arrivare all’annullamento della misura di sostegno. In tanti rinunciano a lavorare, anche perché mal pagati, per restare a casa e percepire il Reddito di cittadinanza. Questo non va bene per i tanti che ne hanno diritto e bisogno. Per i giovani, in particolare, si avviino al lavoro, immaginando di stimolare le imprese ad uno stipendio più equo.
La dignità di un lavoro è una priorità soprattutto culturale per non innescare il meccanismo perverso di un sussidio che allontani tanti italiani dalla voglia di lavorare. Anche questo rientra il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il lavoro, soprattutto il lavoro, insieme alla formazione e alla trasformazione in Green Economy delle aziende. Tutto questo chiaramente insieme all’idea di un futuro migliore, per tutti noi, i soldi ci sono, le idee anche, basta un pò di buona volontà da parte di tutti.
Di Luigi Eucalipto