Morte orrenda, la notizia di una 33enne originaria dell’avellinese, picchiata e bruciata dalla cintola in su. Il fatto è accaduto a San Paolo Belsito, piccolo centro nel nolano. Il corpo è stato ritrovato semicarbonizzato dai carabinieri e le tracce di sangue non lasciano dubbi sulle cause della morte.
Avevamo dimenticato questi omicidi che sono diminuiti solo per le restrizioni non perché non ci siano più assassini. Donne giovani, per lo più sole, provenienti spesso da matrimoni difficili e molte, come in questo caso, lasceranno figli orfani. Figli di un Dio minore, dall’infanzia segnata da una tragedia, inutile immaginare quali possano essere le conseguenza.
Ylenia Lombardo, disoccupata, viveva da sola in un appartamento con la figlia di quattro anni. Il marito della donna attualmente in carcere per maltrattamento nei suoi confronti ha lasciato una degna eredità. I carabinieri della Compagnia di Nola hanno fermato un uomo, un 36enne con problemi psichiatrici la notte stessa.
Nella casa parzialmente incendiata, sono stati ritrovati indumenti sporchi di sangue. La Procura di Nola accerterà le cause dell’incendio che alcuni passanti hanno notato mentre camminavano nelle vicinanze dell’abitazione. I misteri di questa ennesima tragedia ai danni di una donna saranno oggetto di indagine.
Come si può solo immaginare che un uomo possa picchiare, accoltellare, bruciare ed occultare le prove del delitto con un incendio. L’instabilità mentale la fa da padrona in questi casi, soprattutto la follia omicida che ne consegue nel commettere delitti.
Un marito in carcere perché violento, un altro uomo, forse frequentava la donna, la uccide in modo così efferato. Il titolo è un libro di Gabriel Garcia Marquez, lo ricordo sempre quando al destino non si fugge via, quando non c’è scampo. Ylenia, strappata alle grinfie di un uomo violento, oggi muore per mano di un altro uomo violento, nomi diversi, stessa natura.
gianni bianco