Tennis, più esattamente “Australian Open”, accade davvero dell’incredibile. Il numero uno dell’A.T.P. al mondo, IL 34enne Novak Djokovic, parteciperà alla prima gara del Grande Slam del 2022 a Melbourne il 17 gennaio c.m. Potremmo dire fin qui “tutto ok”, ma c’è dell’altro, Djokovic è un “No Vax”. Lo è il campione serbo perché ha sofferto di una forte infiammazione cardiaca negli ultimi sei mesi dopo la prima dose di vaccino.
Ha paura Djokovic degli ulteriori effetti collaterali successive dosi. Lo stesso è capitato a Jeremy Chardy che dal 2021 non gioca più dopo la somministrazione della prima dose. L’interruzione dell’attività agonistica dell’atleta francese aumenta la paura in chi risulta essere particolarmente sensibile alle dosi di vaccino.
Invoca la privacy Djokovic, eppure proprio un campione dello sport dovrebbe essere da esempio nel partecipare oppure nel non partecipare ad un evento sportivo. Nel suo caso, il serbo ha l’obiettivo di superare lo spagnolo Rafa Nadal e lo svizzero Roger Federer nei titoli Slam conquistati. Avendo la fortuna che i due campioni sono fermi per infortunio, potrebbe agguantare il sogno dei 21 titoli.
La decisione di ammettere, soprattutto quella di partecipare agli “Australian Open” di Tennis ha sollevato un vespaio di polemiche. In Italia si sono scomodate diverse figure, dallo sport alla politica, per criticare, anche con toni forti questa cosa. Di sicuro il mondo intero, non solo la solita italietta, mostra segni di discriminazioni davvero strambi, strani e bizzarri.
Un comune cittadino davvero non si può permettere di non vaccinarsi se lavoratore, a uno sportivo è consentita una discrezionalità davvero fuori luogo. Può un obiettivo, sportivo o meno, eludere le regole? No, chi vive al centro del proprio mondo e dell’opinione non può immaginare di non essere punto di riferimento, se si vaccina o se non si vaccina.
Allora viene spontaneo dire di tutti noi siamo “Figli di un dio minore”, ispirandoci al grande film della regista Randa Haines, per non farlo invece con il nostro Mario Monicelli il suo: “Il Marchese del Grillo”. In questo film Djokovic potrebbe sostituire Alberto Sordi nella frase cult: “Io sono io e voi non siete un cazzo”. Ci sarà un ripensamento da parte degli organizzatori del prestigioso torneo di Tennis o del tennista serbo? Non lo sappiamo, di sicuro c’è da riflettere ed essere certi che Djokovic si è ispirato a Mario Monicelli.
Di Luigi Eucalipto