
Mercoledì 9 aprile 2025, la Corte Costituzionale ha emesso la sentenza negativa nei confronti del terzo mandato per governatore campano. Si aprono le danze per la successione ma non sarà facile.

Vincenzo De Luca, non avrà la possibilità di ricandidarsi per la terza volta alla presidenza della Regione Campania. Hanno brindato sicuramente all’annuncio le due signore della politica italiana, Elly Schline da un lato, Giorgia Meloni dall’altro. I motivi sono differenti ma comunque sostanzialmente in linea con gli obiettivi dell’una e dell’altra. La segretaria del PD ha portato avanti da diverso tempo la tesi per la quale i due mandati “bastano e avanzano”, per il presidente della regione, in generale. L’attuale presidente del Consiglio invece, ha preso “due piccioni con una fava“, i moderati del centrodestra in Campania si schierarono con De Luca, determinando le sue vittorie elettorali. Nel Veneto invece Luca Zaia non potrà essere ricandidato e Fratelli d’Italia chiederà la presidenza, La Lega già tira calci. Vincenzo De Luca ha una navigata esperienza politica iniziata con il P.C.I. negli anni 90′. De Luca ha guidato il partito per dieci anni a livello provinciale. Il suo curriculum conta le cariche di: assessore, vicesindaco, parlamentare, viceministro, sindaco di Salerno, consigliere regionale e presidente della regione Campania. Le sue espressioni colorite, gli regalano l’aggettivo de “Lo Sceriffo“, di un sindaco populista e tenace. Vince le Primarie del centro-sinistra per la scelta del candidato alla Presidenza della Regione Campania con il 52% nel 2015.

Alle regionali la sua coalizione è composta da: Partito Democratico, Unione di Centro, Scelta civica, Centro Democratico, P.S.I., Italia dei Valori, Verdi, Campania in #Rete (Alleanza per l’Italia, Nuovo Cdu,e Autonomia Sud). Completano l’alleanza le due liste civiche :De Luca Presidente e Campania Libera. Il 31 maggio 2015 Vincenzo De Luca è eletto presidente della Regione Campania contro il presidente uscente Stefano Caldoro. Dieci anni sono passati, due legislature regionali che hanno visto De Luca presidente. Indimenticabili le sue performance durante il Covid, armato di mascherina nel suo bunker spronava i cittadini campani a una seria disciplina. Passato il Covid, è arrivata Elly Schline. Il presidente De Luca è un uomo di ferro, con un bagaglio di esperienza solido e trentennale, ha giocate sempre o quasi sulla sua pelle la partita politica. La segretaria democratica invece è figlia di questa epoca politica che in tanti definiscono “liquida”, ma che in realtà è “gassosa“. La vittoria della Schline alle primarie del Partito Democratico, aprono “necessari” spiragli di rinnovamento ma i democratici ad oggi, crescono più nel social che nei sondaggi. L’avversione deluchiana verso i cinquestelle, credo, è uno degli elementi insanabili di rottura tra i vecchi “compagni”, ex comunisti e i nuovi dirigenti democratici. Le sconfitte alle regionali e nelle grandi città di questi ultimi tempi non regalano sonni tranquilli ai dirigenti del centrosinistra. Le due regioni più importanti del panorama politico nazionale, Lazio e Lombardia, già sono andate, insieme a tutte le altre.

Resta lo zoccolo duro Toscana, Emilia Romagna e Umbria, la Puglia e Campania, andranno al voto quest’anno e vale per Emiliano lo stesso verdetto di De Luca. In Sardegna si è vinto per il rotto della cuffia e grazie al “Campo largo”, comprensivo di Azione e Italia Viva. Si voterà quindi in Campania e De Luca sarà spettatore, ad oggi la coalizione è in attesa della proposta del candidato presidente del centrosinistra. Il Campo non è più tanto largo qui, ma larghissimo e comprensivo di molti esponenti che a livello nazionale si rivedono nel centrodestra. Sarà davvero difficile costruire un’alleanza degna di questo nome, vincente chiaramente, se a Roma credono che debba prevalere la logica dei “pesi e contrappesi”, tra M5s e PD. La necessità è quella di proporre un uomo o una donna che sappia soprattutto recuperare la capacità dimostrata in questi anni da Enzo De Luca. PD, AVS e M5S, oggi da soli non sembrano attrezzati alla vittoria finale, hanno bisogno del Centro e il Centro parcellizzato tra simboli nazionali e regionali, rappresentano una percentuale che sposterebbe gli equilibri. Il tempo non gioca a favore, soprattutto l’incognita legata al nome da mettere in campo. Intanto i miei complimenti al più longevo politico degli anni successivi a Tangentopoli in Campania, Parlo chiaramente di Enzo De Luca. De luca ha aspettato il verdetto della Corte Costituzionale quasi rassegnato, l’aria non era favorevole e che ha definito “Strampalato”. Adesso per vincere il centrosinistra ha bisogno di lui, dello “sceriffo”. Ci mancherai presidente e già i nomi che si “odono”, sono improponibili a confrontarli con Vincenzo De Luca. Personalmente mi sta simpatico e non so dirgli altro che “Ciao Presidente, se stato il migliore”, ma non credo si fermerà.
gianni bianco