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venerdì, Dicembre 1, 2023

VLADIMIR PUTIN ALLO STADIO: La star.

la ripresa riprodotta ad un anno di distanza.

Vladimir Putin allo stadio”Luzhniki”, ha presenziato una manifestazione in onore dell’ottavo anniversario dell’annessione della Crimea.

Sulle giacche dei conduttori era d’obbligo la “Z”, come un tempo le centinaia di medaglie esibite dai generali sovietici, in occasione delle parate. A sostegno dei soldati russi impegnati in Ucraina? Chissà cosa ne pensano i genitori dei novemila soldati che non torneranno a casa, sono morti in battaglia.

Altri ne moriranno, in una guerra che si immaginava breve e si sta dimostrando “tosta“. Tosta perché Putin immaginava di dividere gli ucraini, gli europei e la Nato, invece ha diviso la Russia. Si è ritrovato un dissenso interno con migliaia di arresti di cittadini russi che protestano contro la guerra.

Addirittura nei territori conquistati all’Ucraina ci sono non pochi russi che non vedono di buon occhio l’annessione. L’effetto invece è stato unire tutti gli ucraini, tutta l’Europa, nuovi ingressi nella Nato. Allo stadio Luzhniki , il pubblico di giovani da parata ieri allo stadio, applaudiva il Putin Rockstar, armati non di fucili, come i “poveri” di leva al fronte ma di iPhone. Ah, anche loro con la “Z” da ostentare.

Ancora una volta i figli dei ricchi continuano la loro vita normalmente mentre i ragazzi poveri muoiono al fronte. Uno stadio ieri attrezzato per ospitare un concerto, ma non era la musica lo spettacolo, era invece la guerra, la guerra di Vladimir. Delle vere star del rock del tanto odiato occidente i russi per un bel periodo dovranno fare a meno.

Si accontenteranno in questo periodo dei canti patriottici di lontana, stantia, vecchia Unione sovietica a 78 giri. Già i mitici Rolling Stones hanno cancellato le loro date in Russia, come faranno la totalità degli artisti occidentali. L’Ovest è schierato dalla parte della pace e la difenderà ad ogni costo e sia ben chiaro che a vincere le battaglie sarà Putin, la guerra la vincerà il Mondo intero.

Le parole dello Zar: “non arretreremo su niente“, il che si traduce per gli ucraini: niente Nato, niente UE, territori restituiti alla alla Russia, smilitarizzazione. Se scoppia una guerra e ad un armistizio il vincitore non concede nulla all’avversario, non è una trattativa ma un’umiliazione per lo sconfitto.

L’odio verso l’occidente è un complesso atavico che si porta dentro il capo dei capi russo e che viene dalla storia. Da sempre gli Zar o i capi del Cremlino hanno guardato l’ovest come i vicini benestanti, loro che facevano vivere di stenti i russi. In Russia la democrazia hanno tentato di farla vivere Gorbaciov prima, Elstin dopo.

È durata poco, è arrivato, dal KGB, da San Pietroburgo, anzi Leningrado, a lui piace di più così, Vladimir Putin. Allora c’è poco da fare, poco da dire, la pace non la vuole soprattutto lui. Gli altri, noi, quelli che tentano dall’esterno di frenare l’aggressione, non possono fare altro che continuare negli sforzi diplomatici. Il sostegno all’Ucraina, in ogni modo e in ogni caso è d’obbligo, a tutti i livelli.

Le continue provocazioni alla Nato e al mondo intero con la minaccia nucleare sono inutili. La “Storia“, quella vera che ha creato un civiltà infinita, è nata nel Mediterraneo, continuerà nell’Atlantico. Stia attento allora Vladimir Putin, si guardi le spalle, è lì che si annida il vero pericolo. Tradotto il termine “Zar“, significa “Cesare‘, cosa accadde al vero, unico e immortale Cesare lo sappiamo, la fine che potrebbe fare lui la immaginiamo e marzo non è ancora passato.

di Luigi Eucalipto

la ripresa riprodotta ad un anno di distanza.

Vladimir Putin allo stadio”Luzhniki”, ha presenziato una manifestazione in onore dell’ottavo anniversario dell’annessione della Crimea.

Sulle giacche dei conduttori era d’obbligo la “Z”, come un tempo le centinaia di medaglie esibite dai generali sovietici, in occasione delle parate. A sostegno dei soldati russi impegnati in Ucraina? Chissà cosa ne pensano i genitori dei novemila soldati che non torneranno a casa, sono morti in battaglia.

Altri ne moriranno, in una guerra che si immaginava breve e si sta dimostrando “tosta“. Tosta perché Putin immaginava di dividere gli ucraini, gli europei e la Nato, invece ha diviso la Russia. Si è ritrovato un dissenso interno con migliaia di arresti di cittadini russi che protestano contro la guerra.

Addirittura nei territori conquistati all’Ucraina ci sono non pochi russi che non vedono di buon occhio l’annessione. L’effetto invece è stato unire tutti gli ucraini, tutta l’Europa, nuovi ingressi nella Nato. Allo stadio Luzhniki , il pubblico di giovani da parata ieri allo stadio, applaudiva il Putin Rockstar, armati non di fucili, come i “poveri” di leva al fronte ma di iPhone. Ah, anche loro con la “Z” da ostentare.

Ancora una volta i figli dei ricchi continuano la loro vita normalmente mentre i ragazzi poveri muoiono al fronte. Uno stadio ieri attrezzato per ospitare un concerto, ma non era la musica lo spettacolo, era invece la guerra, la guerra di Vladimir. Delle vere star del rock del tanto odiato occidente i russi per un bel periodo dovranno fare a meno.

Si accontenteranno in questo periodo dei canti patriottici di lontana, stantia, vecchia Unione sovietica a 78 giri. Già i mitici Rolling Stones hanno cancellato le loro date in Russia, come faranno la totalità degli artisti occidentali. L’Ovest è schierato dalla parte della pace e la difenderà ad ogni costo e sia ben chiaro che a vincere le battaglie sarà Putin, la guerra la vincerà il Mondo intero.

Le parole dello Zar: “non arretreremo su niente“, il che si traduce per gli ucraini: niente Nato, niente UE, territori restituiti alla alla Russia, smilitarizzazione. Se scoppia una guerra e ad un armistizio il vincitore non concede nulla all’avversario, non è una trattativa ma un’umiliazione per lo sconfitto.

L’odio verso l’occidente è un complesso atavico che si porta dentro il capo dei capi russo e che viene dalla storia. Da sempre gli Zar o i capi del Cremlino hanno guardato l’ovest come i vicini benestanti, loro che facevano vivere di stenti i russi. In Russia la democrazia hanno tentato di farla vivere Gorbaciov prima, Elstin dopo.

È durata poco, è arrivato, dal KGB, da San Pietroburgo, anzi Leningrado, a lui piace di più così, Vladimir Putin. Allora c’è poco da fare, poco da dire, la pace non la vuole soprattutto lui. Gli altri, noi, quelli che tentano dall’esterno di frenare l’aggressione, non possono fare altro che continuare negli sforzi diplomatici. Il sostegno all’Ucraina, in ogni modo e in ogni caso è d’obbligo, a tutti i livelli.

Le continue provocazioni alla Nato e al mondo intero con la minaccia nucleare sono inutili. La “Storia“, quella vera che ha creato un civiltà infinita, è nata nel Mediterraneo, continuerà nell’Atlantico. Stia attento allora Vladimir Putin, si guardi le spalle, è lì che si annida il vero pericolo. Tradotto il termine “Zar“, significa “Cesare‘, cosa accadde al vero, unico e immortale Cesare lo sappiamo, la fine che potrebbe fare lui la immaginiamo e marzo non è ancora passato.

di Luigi Eucalipto

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