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martedì, Dicembre 5, 2023

VLADIMIR PUTIN: La regola del tre.

Vladimir Putin ha scatenato un conflitto in Europa dall’esito certo ma dal futuro incerto. Che cosa ha veramente in mente?

Vladimir Putin

Intanto, dagli zar a Stalin, per fare la storia i leader russi hanno avuto in mente tre obiettivi. Il primo, una sola lingua; secondo: una sola religione (per Stalin il comunismo); un solo capo. tutti despoti o quasi. Questo il modello a cui ispirarsi oggi. Certo la guerra in Ucraina, raccontata da qualche big della diplomazia Russa è davvero singolare, qualcuno parla di set cinematografico.

Davvero sconcertante a tal proposito l’intervento dell’ambasciatore russo all’Onu Vasily Nebenzya. Il rappresentante diplomatico ha mostrato le foto dell’ospedale pediatrico e ostetrico di Mariupol. Edificio bombardato nei giorni scorsi e che ha provocato morte e distruzione. Ha mostrando le foto, il diplomatico, nel corso della riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Sergei Lavrov

La cosa strana è che il suo superiore, il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha parlato della presenza all’interno dell’ospedale del famigerato “battaglione Azov”. La presenza continua e costante di questo gruppo paramilitare ucraino nella propaganda russa, mi ricorda una cosa analoga. Da ragazzino ricordo il mito o il luogo comune, dei “Pará“, i “paracadutisti” del nostro esercito.

Si parlava generalmente di soldati di destra ed era dimostrato da chi ne faceva parte durante il periodo di leva. Ma questa particolarità, faceva dell’esercito italiano, un esercito fascista? Ha continuato Vasily Nebenzya nel dire che quello che vediamo dall’Ucraina è tutto finto, in pratica sono attori e comparse di un film. A guardare il passato c’è da credergli, i russi in quanto a “fake news“, sono maestri.

Alexander Stubb

Gli arresti in Russia di chi protesta contro la guerra, saranno montaggi. Navalny, il dissidente russo, prima avvelenato con il plutonio, poi imprigionato con una condanna a tre anni, è in un Villaggio Valtour sul Mar Nero. Fortuna sua che è da un anno appena, dovrà divertirsi altri due anni, come diciamo noi napoletani ” à villeggiatura…”.

I video di milioni di ucraini che scappano dall’orrore, sono montaggi e moltiplicati in numero da un computer, come le scene di guerra in digitale. La città di Odessa, anch’essa è un enclave russa, sono migliaia i turisti russi che si recano in estate per le vacanze, oggi è sotto assedio, per difendere i loro lidi probabilmente. L’esercito russo spara fuochi d’artificio nell’approssimarsi della stagione estiva alla periferia della città del Mar Nero.

Federico Rampini

Da quelle parti si buttano in mare anche con il ghiaccio, l’estate comincia in primavera, perciò oggi tutto ciò. Alexander Stubb, ex ministro degli esteri finlandese, profondo conoscitore di Putin, parlando dello stesso, è rimasto sorpreso dalla scelta della guerra. Altre tre regole per Putin, a parte quelle in apice. Tre regole attuali ma a tal proposito ha preso un’autentica cantonata.

La prima: Puntin con l’invasione dell’Ucraina voleva dividere gli ucraini, è accaduto l’opposto; voleva spaccare l’Europa e l’ha unità oggi come non mai; desiderava spaccare la Nato, l’Europa dagli Usa. Finlandia e Svezia, oggi chiedono l’adesione. Federico Rampini ieri a “In onda“, ha espresso in pensiero che condivido. Da troppi anni siamo i nemici di noi stessi.

L’occidente rischia di perdere una guerra perché non sa più combattere militarmente, ma soprattutto culturalmente. Tutti i mali dell’umanità li abbiamo procurati noi, ogni cosa che accade è colpa del leader nazionale, dell’Europa e della Nato. In sintesi, spiega Rampini, non sappiamo fare altro che muovere il dissenso in ogni scelta. Fortunatamente, per concludere, in occidente possiamo dissentire e magari condizionare le scelte politiche di chi governa.

Di sicuro non si è arrestato da queste parti per gridare “no alla guerra“. Non si rischiano una quindicina di anni di galera per dire “no alla guerra” ed essere accusati di tradimento alla patria. Soprattutto si può continuare a navigare in fb ed esprimere la propria opinione, come su Instagram e postare le storie. In Russia oggi tutto questo è vietato tranne che continuare ad osannare un uomo che “democraticamente” è al potere da un ventennio.

Ricordiamo come insieme insieme a Nedved si è alternato alle elezioni perché incompatibile dopo due mandati. Ritorniamo alla Hollywood ucraina. Quelli che vediamo arrivare in Italia è davvero saranno attori straordinari ad essere così bravi nell’interpretare il ruolo di chi soffre. L’occidente alza un grido di “Pace“, i diplomatici russi alzano il gomito per dire sciocchezze e smentirsi l’uno con l’altro.

Questa guerra terminerà, non sappiamo come, ma una cosa è certa: la quasi totalità della popolazione mondiale, un terzo dei russi è schierata per la pace per fermare l’orrore voluto da Putin. C’è una parte invece poco consiste che “dissente” in Italia, a prescindere. Si fidano spesso di notizie e non so perché le nostre fonti sono false le loro attendibili . Alimentando proprio coloro che scambiano “fake” in cambio di “like”.

Ieri bene ha fatto Cingolani, ministro della transizione ecologica a denunciare la speculazione in materia energetica. Ha ragione da vendere in particolare sulla dipendenza energetica che oggi ci obbliga a sacrifici durissimi. Si cominci in Italia a ripensare di essere più autonomi dai paesi arabi o dalla Russia, il culto del “No” lo si superi con il “Si”, in particolare sui temi energetici.

Tanto i “No-aprescindere”, saranno comunque contro, lo sono stati in passato, lo sono nel presente, lo saranno in futuro. Difendiamo la democrazia delle scelte concrete, difendendo anche il dissenso, cercando di cominciare ad avere soprattutto una maggiore autostima. In tante barbarie che guardiamo altrove, l’occidente è ancora, al di là dei limiti e delle contraddizioni, il faro dell’umanità.

Altrimenti perché tutto il mondo: Orientali, Arabi o Russi che siano, vestono e usano tutto quello che l’occidente ha creato? Consiglierei di tradurre in tutti gli idiomi la celeberrima: ” tu vuò fa l’americano“, per i napoletani non c’è traduzione, sanno di cosa parlo.

di gianni bianco

Vladimir Putin ha scatenato un conflitto in Europa dall’esito certo ma dal futuro incerto. Che cosa ha veramente in mente?

Vladimir Putin

Intanto, dagli zar a Stalin, per fare la storia i leader russi hanno avuto in mente tre obiettivi. Il primo, una sola lingua; secondo: una sola religione (per Stalin il comunismo); un solo capo. tutti despoti o quasi. Questo il modello a cui ispirarsi oggi. Certo la guerra in Ucraina, raccontata da qualche big della diplomazia Russa è davvero singolare, qualcuno parla di set cinematografico.

Davvero sconcertante a tal proposito l’intervento dell’ambasciatore russo all’Onu Vasily Nebenzya. Il rappresentante diplomatico ha mostrato le foto dell’ospedale pediatrico e ostetrico di Mariupol. Edificio bombardato nei giorni scorsi e che ha provocato morte e distruzione. Ha mostrando le foto, il diplomatico, nel corso della riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Sergei Lavrov

La cosa strana è che il suo superiore, il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha parlato della presenza all’interno dell’ospedale del famigerato “battaglione Azov”. La presenza continua e costante di questo gruppo paramilitare ucraino nella propaganda russa, mi ricorda una cosa analoga. Da ragazzino ricordo il mito o il luogo comune, dei “Pará“, i “paracadutisti” del nostro esercito.

Si parlava generalmente di soldati di destra ed era dimostrato da chi ne faceva parte durante il periodo di leva. Ma questa particolarità, faceva dell’esercito italiano, un esercito fascista? Ha continuato Vasily Nebenzya nel dire che quello che vediamo dall’Ucraina è tutto finto, in pratica sono attori e comparse di un film. A guardare il passato c’è da credergli, i russi in quanto a “fake news“, sono maestri.

Alexander Stubb

Gli arresti in Russia di chi protesta contro la guerra, saranno montaggi. Navalny, il dissidente russo, prima avvelenato con il plutonio, poi imprigionato con una condanna a tre anni, è in un Villaggio Valtour sul Mar Nero. Fortuna sua che è da un anno appena, dovrà divertirsi altri due anni, come diciamo noi napoletani ” à villeggiatura…”.

I video di milioni di ucraini che scappano dall’orrore, sono montaggi e moltiplicati in numero da un computer, come le scene di guerra in digitale. La città di Odessa, anch’essa è un enclave russa, sono migliaia i turisti russi che si recano in estate per le vacanze, oggi è sotto assedio, per difendere i loro lidi probabilmente. L’esercito russo spara fuochi d’artificio nell’approssimarsi della stagione estiva alla periferia della città del Mar Nero.

Federico Rampini

Da quelle parti si buttano in mare anche con il ghiaccio, l’estate comincia in primavera, perciò oggi tutto ciò. Alexander Stubb, ex ministro degli esteri finlandese, profondo conoscitore di Putin, parlando dello stesso, è rimasto sorpreso dalla scelta della guerra. Altre tre regole per Putin, a parte quelle in apice. Tre regole attuali ma a tal proposito ha preso un’autentica cantonata.

La prima: Puntin con l’invasione dell’Ucraina voleva dividere gli ucraini, è accaduto l’opposto; voleva spaccare l’Europa e l’ha unità oggi come non mai; desiderava spaccare la Nato, l’Europa dagli Usa. Finlandia e Svezia, oggi chiedono l’adesione. Federico Rampini ieri a “In onda“, ha espresso in pensiero che condivido. Da troppi anni siamo i nemici di noi stessi.

L’occidente rischia di perdere una guerra perché non sa più combattere militarmente, ma soprattutto culturalmente. Tutti i mali dell’umanità li abbiamo procurati noi, ogni cosa che accade è colpa del leader nazionale, dell’Europa e della Nato. In sintesi, spiega Rampini, non sappiamo fare altro che muovere il dissenso in ogni scelta. Fortunatamente, per concludere, in occidente possiamo dissentire e magari condizionare le scelte politiche di chi governa.

Di sicuro non si è arrestato da queste parti per gridare “no alla guerra“. Non si rischiano una quindicina di anni di galera per dire “no alla guerra” ed essere accusati di tradimento alla patria. Soprattutto si può continuare a navigare in fb ed esprimere la propria opinione, come su Instagram e postare le storie. In Russia oggi tutto questo è vietato tranne che continuare ad osannare un uomo che “democraticamente” è al potere da un ventennio.

Ricordiamo come insieme insieme a Nedved si è alternato alle elezioni perché incompatibile dopo due mandati. Ritorniamo alla Hollywood ucraina. Quelli che vediamo arrivare in Italia è davvero saranno attori straordinari ad essere così bravi nell’interpretare il ruolo di chi soffre. L’occidente alza un grido di “Pace“, i diplomatici russi alzano il gomito per dire sciocchezze e smentirsi l’uno con l’altro.

Questa guerra terminerà, non sappiamo come, ma una cosa è certa: la quasi totalità della popolazione mondiale, un terzo dei russi è schierata per la pace per fermare l’orrore voluto da Putin. C’è una parte invece poco consiste che “dissente” in Italia, a prescindere. Si fidano spesso di notizie e non so perché le nostre fonti sono false le loro attendibili . Alimentando proprio coloro che scambiano “fake” in cambio di “like”.

Ieri bene ha fatto Cingolani, ministro della transizione ecologica a denunciare la speculazione in materia energetica. Ha ragione da vendere in particolare sulla dipendenza energetica che oggi ci obbliga a sacrifici durissimi. Si cominci in Italia a ripensare di essere più autonomi dai paesi arabi o dalla Russia, il culto del “No” lo si superi con il “Si”, in particolare sui temi energetici.

Tanto i “No-aprescindere”, saranno comunque contro, lo sono stati in passato, lo sono nel presente, lo saranno in futuro. Difendiamo la democrazia delle scelte concrete, difendendo anche il dissenso, cercando di cominciare ad avere soprattutto una maggiore autostima. In tante barbarie che guardiamo altrove, l’occidente è ancora, al di là dei limiti e delle contraddizioni, il faro dell’umanità.

Altrimenti perché tutto il mondo: Orientali, Arabi o Russi che siano, vestono e usano tutto quello che l’occidente ha creato? Consiglierei di tradurre in tutti gli idiomi la celeberrima: ” tu vuò fa l’americano“, per i napoletani non c’è traduzione, sanno di cosa parlo.

di gianni bianco

© Riproduzione riservata

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