“Il calcio è arrivato alla fine, il calcio sta morendo, un gioco inventato dai poveri rubato dai ricchi”. Queste sono le frasi, le reazioni dei tifosi in seguito ad una “novità” che sta facendo discutere, che mette a rischio il futuro del calcio. La creazione della Superlega, un progetto diretto dal presidente del Real Madrid, Florentino Perez.
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Una competizione privata al di fuori di quelle gestite dalla UEFA e FIFA, prenderanno parte le squadre più blasonate e con enormi disponibilità economiche. Le squadre, venti, quindici fondatrici e cinque che si qualificheranno ogni anno. La UEFA non ha accolto bene questa novità, ha minacciato una causa milionaria contro tutti i club partecipanti, l’esclusione dalle competizioni UEFA e FIFA.
La creazione di una nuova competizione “privata” potrebbe causare molti danni a quelle ufficiali. Gli spettatori potrebbero disinteressarsi a quest’ultime, il calendario della Serie A verrebbe ridotto, potrebbe esserci l’abolizione della Coppa Italia. Addirittura si parla di un’eventuale sparizione della Champions League. Ma è davvero questo ciò per cui è nato il calcio? Un business, dettato da persone con la possibilità di investire tanti soldi.
La sorpresa, l’adrenalina e la passione che solo il vero calcio sa dare, sparirà davvero, in seguito a questa decisione? “Un torneo aristocratico, come quelli del 1890 in Inghilterra”, così viene definita da molti la Superlega, regresso al posto di progresso. Il fatto che si partecipi in base alla disponibilità economica, annulla qualsiasi principio dello sport, annulla la meritocrazia.
Non saranno premiati il buon lavoro, il gioco di squadra, la collaborazione, bensì il denaro. Al momento, non ci sono ulteriori informazioni riguardo alla Superlega, ma l’opinione pubblica e degli appassionati di calcio sicuramente non è positiva. Vedremo se la “formula” riuscirà a riaccendere l’interesse per il calcio e continuerà ad esaltare milioni di tifosi, o sarà soltanto un’azzardata mossa dettata dai portafogli delle squadre più facoltose.
Elia Renza