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sabato, Luglio 27, 2024

GIORGIA MELONI A CAIVANO: I radical-sciocchi scomunicano Don Maurizio Patriciello.

Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio dei ministri si reca a Caivano, invece di apprezzare il gesto da sinistra si solleva un coro di proteste e offese.

Il Parco Verde di Caivano rappresenta il segno evidente di una sconfitta, quello dello stato italiano in un angolo d’Italia che a oggi detiene un primato: “La più grande piazza di spaccio d’Europa”. La visita, o per meglio dire l’adesione all’invito del Parroco Don Maurizio Patriciello al Premier italiano per guardare Da vicino in quale degrado vive il Parco Verde, ha fatto storcere il naso a non pochi. Una scomunica a Don Maurizio Patriciello reo di aver, non solo invitato ma anche ospitato e elogiato il Primo ministro del governo italiano. Eppure una domanda sorge spontanea: “Ma quale Primo ministro italiano si era recato, prima del 31 agosto 2023? La risposta è: “Nessuno”. Ad accompagnare il Primo ministro Giorgia Meloni,  tre ministri:

Matteo Piantedosi (Interno),Giuseppe Valditara (Istruzione) e Andrea Abodi (Sport). Era presente anche il capo della Polizia Vittorio Pisani, ex capo della Squadra Mobile di Napoli. Il Dirigente scolastico dell’Isis Francesco Morano di Caivano Eugenia Carfora del Parco Verde, ha ospitato, nella sede dell’Istituto superiore, il Premier. L’accoglienza degli abitanti non è stata delle migliori, come, qualche giorno prima, un corteo di cittadini e figure  istituzionali locali e nazionali dell’area a nord di Napoli, non aveva suscitato sentimenti di partecipazione. I motivi sono facilmente comprensibilmente e legati alla paura.

Spenti i riflettori nazionali, l’idea che si ritorni di nuovo a riparlare del Parco Verde in futuro per il prossimo episodio di violenza, a parte quelli legati alla criminalità organizzata. Seimila sono le anime che vivono in quel luogo, difficile immaginare statistiche legate alla disoccupazione, alla qualità della vita, alla scolarizzazione e soprattutto al futuro. Eppure al di là delle semplici e retoriche frasi di rito, bisognerebbe apprezzare il coraggio del Presidente del Consiglio nel visitare quel luogo dimenticato da Dio e dagli uomini.

In alcuni momenti lo Stato, le forze politiche, sociali e economiche, dovrebbero essere unite nel dimostrare coesione e soprattutto coraggio. Dispiace, dispiace davvero che ancora oggi, la sinistra italiana o alcune frange non sappiano liberarsi dalla morsa propagandistica e apprezzare un gesto. In particolare i conduttori di LA7 Luca Telese e Marianna Aprile, palesemente schierati “contro”, continuano imperterriti ad invitare Elsa Fornero, indiscussa campionessa del governo “Lacrime e sangue” di Mario Monti.

Le risatine, le “Erre” mosce, l’essere palesemente schierati “contro”, il governo Meloni, Matteo Renzi, Carlo Calenda. Una cultura snob e spocchiosa che fa parte di un giornalismo oramai stantio e fuori dal tempo. Un plauso a Don Maurizio Patriciello per l’impegno sociale, civile, religioso, sempre dalla parte degli oppressi, dei deboli, degli ultimi. In un’intervista, alla fine Don Maurizio cita il beato Pino Puglisi: “Se ognuno di noi fa qualcosa, qualcosa di bello succederà”.» Di questo dovrebbero convincersi i detrattori e denigratori di professione, in particolare i “ricchi” frequentatori dei salotti televisivi, un tempo “radical-chic oggi radical-sciocchi.

di gianni bianco

Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio dei ministri si reca a Caivano, invece di apprezzare il gesto da sinistra si solleva un coro di proteste e offese.

Il Parco Verde di Caivano rappresenta il segno evidente di una sconfitta, quello dello stato italiano in un angolo d’Italia che a oggi detiene un primato: “La più grande piazza di spaccio d’Europa”. La visita, o per meglio dire l’adesione all’invito del Parroco Don Maurizio Patriciello al Premier italiano per guardare Da vicino in quale degrado vive il Parco Verde, ha fatto storcere il naso a non pochi. Una scomunica a Don Maurizio Patriciello reo di aver, non solo invitato ma anche ospitato e elogiato il Primo ministro del governo italiano. Eppure una domanda sorge spontanea: “Ma quale Primo ministro italiano si era recato, prima del 31 agosto 2023? La risposta è: “Nessuno”. Ad accompagnare il Primo ministro Giorgia Meloni,  tre ministri:

Matteo Piantedosi (Interno),Giuseppe Valditara (Istruzione) e Andrea Abodi (Sport). Era presente anche il capo della Polizia Vittorio Pisani, ex capo della Squadra Mobile di Napoli. Il Dirigente scolastico dell’Isis Francesco Morano di Caivano Eugenia Carfora del Parco Verde, ha ospitato, nella sede dell’Istituto superiore, il Premier. L’accoglienza degli abitanti non è stata delle migliori, come, qualche giorno prima, un corteo di cittadini e figure  istituzionali locali e nazionali dell’area a nord di Napoli, non aveva suscitato sentimenti di partecipazione. I motivi sono facilmente comprensibilmente e legati alla paura.

Spenti i riflettori nazionali, l’idea che si ritorni di nuovo a riparlare del Parco Verde in futuro per il prossimo episodio di violenza, a parte quelli legati alla criminalità organizzata. Seimila sono le anime che vivono in quel luogo, difficile immaginare statistiche legate alla disoccupazione, alla qualità della vita, alla scolarizzazione e soprattutto al futuro. Eppure al di là delle semplici e retoriche frasi di rito, bisognerebbe apprezzare il coraggio del Presidente del Consiglio nel visitare quel luogo dimenticato da Dio e dagli uomini.

In alcuni momenti lo Stato, le forze politiche, sociali e economiche, dovrebbero essere unite nel dimostrare coesione e soprattutto coraggio. Dispiace, dispiace davvero che ancora oggi, la sinistra italiana o alcune frange non sappiano liberarsi dalla morsa propagandistica e apprezzare un gesto. In particolare i conduttori di LA7 Luca Telese e Marianna Aprile, palesemente schierati “contro”, continuano imperterriti ad invitare Elsa Fornero, indiscussa campionessa del governo “Lacrime e sangue” di Mario Monti.

Le risatine, le “Erre” mosce, l’essere palesemente schierati “contro”, il governo Meloni, Matteo Renzi, Carlo Calenda. Una cultura snob e spocchiosa che fa parte di un giornalismo oramai stantio e fuori dal tempo. Un plauso a Don Maurizio Patriciello per l’impegno sociale, civile, religioso, sempre dalla parte degli oppressi, dei deboli, degli ultimi. In un’intervista, alla fine Don Maurizio cita il beato Pino Puglisi: “Se ognuno di noi fa qualcosa, qualcosa di bello succederà”.» Di questo dovrebbero convincersi i detrattori e denigratori di professione, in particolare i “ricchi” frequentatori dei salotti televisivi, un tempo “radical-chic oggi radical-sciocchi.

di gianni bianco

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