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sabato, Luglio 27, 2024

NAPOLI – BRAGA 2 a 0: Gli azzurri passano il turno con il più classico dei risultati.

Il Napoli doveva passare il turno per il punteggio Uefa, per la qualificazione, per il morale.

 Marcatori: 9′ aut. Serdar Saatçı (N), 33′ Osimhen (N).

Partiamo dalle note positive, che comunque ci sono e alcune risultano abbastanza succulenti, bisognava passare il turno e è andato in porto, la vittoria porterà altri milioni nelle casse di “Zio Paperone ADL”.

Per il ranking UEFA sono punti in cascina, al fine di rientrare nelle tre squadre italiane che concorrono a partecipare al campionato mondiale per club, che si terrà nella stagione 2025, gli altri competitor sono Inter, Milan e Juve, gli auguri che stasera i rossoneri possono essere eliminati non è tanto una questione di campanile ma di mera cassa.

E’ andato tutto bene, anche se sinceramente il problema diventa il Braga allora per il mondiale per club è meglio che il Napoli rimanga a casa. Anche nel caso del calendario Champions il fato, così come quello del campionato italiano,  è stato benevolo nei confronti del Napoli, e il Braga visto ieri sera ne è stata la riprova, calciatori al termine di una gloriosa carriera.

Altri in  cerca di gloria, ma nulla di che all’orizzonte, una buona squadra da centro classifica del campionato italiano, i portoghesi nelle rare occasioni ottenute hanno dimostrato la poca dimestichezza sotto porta, per fortuna degli azzurri, nel primo tempo addirittura un gol divorato dalle punte lusitane, sole davanti al portiere.

Portiere quello del Napoli, che ha sfoderato poi una bellissima parata nel primo tempo, difficile e con la mano di riporto, così tanto per salutare i suoi denigratori che sono diventati numerosi tanti come i seguaci di Padre Pio, ma si sa le mode fanno questi effetti.

Il Napoli doveva passare il turno per il punteggio Uefa, per la qualificazione, per il morale, tutto giusto, ma la realtà ci racconta anche altre cose, tipo che la cura “Ammazza l’asino” di Garcia, continua a recapitare i suoi effetti mefistofelici, e il lavoro di Mazzarri ancora stenta a vedersi, la squadra cammina non corre e se corre, a volte lo fa a vanvera.

L’unico che pressa con i ritmi spallettiani è Anguissa, che però stavolta fa il lavoro di 4 e alla fine scoppia, i centrali difensivi ma un poco tutta la fase difensiva è deficitaria, va bene incrociare calciatori come Banza, che vedono la porta come DieciDecimi in “No grazie il caffè mi rende nervoso”.

Però immaginiamoci al suo posto Haaland o Lewandowski? finirebbe con il pallottoliere, troppi cross arrivano dalla corsia di destra, troppi spazi vuoti, tutto molto preoccupante, i difensori davanti a Meret sono male assortiti, comunque li metti, e Rrahmani sta attraversando una involuzione preoccupante, in avanti la coppia che l’anno trascorso ha fatto faville, al punto che molti pensavano di stare all’Edenlandia e non allo stadio di Fuorigrotta.

Quest’anno, almeno finora, hanno deluso le attese, troppo pasticcione Kvaratskhelia, alla ricerca del dribbling perduto, del gol atteso, per non parlare di Osimhen forse preso dalle tante sirene estere e da un contratto che stenta a essere firmato, ma di sicuro non è il centravanti meraviglioso e dirompente che abbiamo ammirato l’anno scorso.

In tutta sincerità non sono ancora certo che Mazzarri sia l’allenatore adatto di questa squadra in questo momento, certo come si dice a Lecce:, “Si autru nu tieni cu mammeta te curchi” e per il bene della torcida napoletana ci auguriamo che la sua scelta, da parte di De Laurentiis, non sia stato l’ennesimo svarione di stagione.

Una stagione non dimentichiamolo che va incontro a cambi epocali, per quel che riguarda l’organizzazione calcistica mondiale e europea, rimanerne fuori sarebbe un suicidio imperdonabile. Facciamo in modo di seguire la scia di Jovanotti e pensiamo positivo.

Il primo obiettivo è stato centrato e proprio per i troppi problemi finora affrontati è una buona se non ottima cosa, per i miracoli ci stiamo attrezzando. Tutto questo nel momento in cui apprendiamo la scomparsa di Antonio Juliano, il più grande capitano azzurro di tutti i tempi.

Di Fiore Marro

Il Napoli doveva passare il turno per il punteggio Uefa, per la qualificazione, per il morale.

 Marcatori: 9′ aut. Serdar Saatçı (N), 33′ Osimhen (N).

Partiamo dalle note positive, che comunque ci sono e alcune risultano abbastanza succulenti, bisognava passare il turno e è andato in porto, la vittoria porterà altri milioni nelle casse di “Zio Paperone ADL”.

Per il ranking UEFA sono punti in cascina, al fine di rientrare nelle tre squadre italiane che concorrono a partecipare al campionato mondiale per club, che si terrà nella stagione 2025, gli altri competitor sono Inter, Milan e Juve, gli auguri che stasera i rossoneri possono essere eliminati non è tanto una questione di campanile ma di mera cassa.

E’ andato tutto bene, anche se sinceramente il problema diventa il Braga allora per il mondiale per club è meglio che il Napoli rimanga a casa. Anche nel caso del calendario Champions il fato, così come quello del campionato italiano,  è stato benevolo nei confronti del Napoli, e il Braga visto ieri sera ne è stata la riprova, calciatori al termine di una gloriosa carriera.

Altri in  cerca di gloria, ma nulla di che all’orizzonte, una buona squadra da centro classifica del campionato italiano, i portoghesi nelle rare occasioni ottenute hanno dimostrato la poca dimestichezza sotto porta, per fortuna degli azzurri, nel primo tempo addirittura un gol divorato dalle punte lusitane, sole davanti al portiere.

Portiere quello del Napoli, che ha sfoderato poi una bellissima parata nel primo tempo, difficile e con la mano di riporto, così tanto per salutare i suoi denigratori che sono diventati numerosi tanti come i seguaci di Padre Pio, ma si sa le mode fanno questi effetti.

Il Napoli doveva passare il turno per il punteggio Uefa, per la qualificazione, per il morale, tutto giusto, ma la realtà ci racconta anche altre cose, tipo che la cura “Ammazza l’asino” di Garcia, continua a recapitare i suoi effetti mefistofelici, e il lavoro di Mazzarri ancora stenta a vedersi, la squadra cammina non corre e se corre, a volte lo fa a vanvera.

L’unico che pressa con i ritmi spallettiani è Anguissa, che però stavolta fa il lavoro di 4 e alla fine scoppia, i centrali difensivi ma un poco tutta la fase difensiva è deficitaria, va bene incrociare calciatori come Banza, che vedono la porta come DieciDecimi in “No grazie il caffè mi rende nervoso”.

Però immaginiamoci al suo posto Haaland o Lewandowski? finirebbe con il pallottoliere, troppi cross arrivano dalla corsia di destra, troppi spazi vuoti, tutto molto preoccupante, i difensori davanti a Meret sono male assortiti, comunque li metti, e Rrahmani sta attraversando una involuzione preoccupante, in avanti la coppia che l’anno trascorso ha fatto faville, al punto che molti pensavano di stare all’Edenlandia e non allo stadio di Fuorigrotta.

Quest’anno, almeno finora, hanno deluso le attese, troppo pasticcione Kvaratskhelia, alla ricerca del dribbling perduto, del gol atteso, per non parlare di Osimhen forse preso dalle tante sirene estere e da un contratto che stenta a essere firmato, ma di sicuro non è il centravanti meraviglioso e dirompente che abbiamo ammirato l’anno scorso.

In tutta sincerità non sono ancora certo che Mazzarri sia l’allenatore adatto di questa squadra in questo momento, certo come si dice a Lecce:, “Si autru nu tieni cu mammeta te curchi” e per il bene della torcida napoletana ci auguriamo che la sua scelta, da parte di De Laurentiis, non sia stato l’ennesimo svarione di stagione.

Una stagione non dimentichiamolo che va incontro a cambi epocali, per quel che riguarda l’organizzazione calcistica mondiale e europea, rimanerne fuori sarebbe un suicidio imperdonabile. Facciamo in modo di seguire la scia di Jovanotti e pensiamo positivo.

Il primo obiettivo è stato centrato e proprio per i troppi problemi finora affrontati è una buona se non ottima cosa, per i miracoli ci stiamo attrezzando. Tutto questo nel momento in cui apprendiamo la scomparsa di Antonio Juliano, il più grande capitano azzurro di tutti i tempi.

Di Fiore Marro

© Riproduzione riservata

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