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sabato, Luglio 27, 2024

NAPOLI – UDINESE 3 a 2:  Undicesima vittoria consecutiva, cavalcata inaspettata e meravigliosa del Napoli.

Napoli – Udinese 3 a 2, si è vinto senza Osimhen, si è vinto senza Kvaratskhelia, si vince comunque e dovunque.

Marcatori: 15′ Osimhen, 31′ Zielinskiy, 13′ st Elmas, 34′ st Nestorovski, 37′ st Samardzic.

I gol realizzati dal Napoli sono stati tutti di pregevole fattura, mai banali, mai scontati, l’assist di Elmas per il colpo dio testa di Osimhen, che ha aperto le danze ha dato l’idea di quei baci azzeccosi che si scambiano gli innamorati, il pallonetto del polacco ha qualcosa di sublime, una sonata di Chopin, la chiusura di Elmas, con tanto di dribbling e palla in buca è parso un capitolo scritto da Ivo Andrić.

Per non dire delle parate di Meret, decisive a inizio partita, le cose belle del pallone. Un Napoli meraviglioso, che ha ripercorso per 75 minuti una sorta di rivisitazione del campionato stesso, fatto di gol spettacolari, chiusure e parate difensive sublimi, corse, dribbling, cambio campo veloci e entusiasmanti. Goal a grappoli, e in tutte le salse. Di testa, da fuori area, dopo azioni concertate, uno spettacolo pirotecnico, cui oramai indissolubilmente il popolo azzurro da agosto a oggi si è abituato, fregiandosi felice di ciò che vede, elogiando e ringraziando i suoi campioni con infiniti battimani.

Abbiamo avuto la fortuna di assistere beati alle esibizioni di una squadra composta dagl’Afrikan Power, dai coraggiosi e stellari figli dell’est, e della pattuglia indomita di italiani e latini (brasiliani, uruguagi, messicani, portoghesi), una miscela bella e esplosiva, con l’aggiunta del “soldato” coreano, attento, vigile, quasi invalicabile come una sorta di Muraglia Cinese. Tutto molto bello, una cavalcata inaspettata e meravigliosa, fino al 75’ di Napoli – Udinese appunto, fino a quando in una uscita di alleggerimento il Buon Kim Min-jae, sbaglia l’appoggio e scatena  il contropiede friulano o ripartenza

Come l’amano chiamare i giovani cronisti di oggi, che realizzano con Samardzic, un gol stupefacente, rete che riapre una partita che sembrava ormai scontata, situazione che attiva una marea di ricordi brutti, riportando in auge il ritorno di vecchi fantasmi che sembravano essere spariti e sopiti per sempre.

Ritornano le note di un passato tristo, sgangherato, nella mente di chi ha sofferto l’inferno della passione azzurra, riaffiorano  i gol di Simeone del 3 a 1 di Firenze del 2018, ma ancora di più si ripresentano alla mente Rizzoli e Mazzoleni di quella famosa Supercoppa Italiana giocata in Cina.

Riaffiora Orsato di Inter – Juventus, Gattuso di Napoli – Verona, Malcuit e Meret di Empoli – Napoli e tutto sembra un incubo, e tutto ci fa presagire che nulla è scontento, nulla si è vinto ancora, e che il cammino è ancora lungo e pervio, pieno di trappole e di pericoli, nonostante l’attuale più 11 dalla seconda, con gare che però devono ancora giocarsi, anche se alla fine la distanza dalle seconde rimane per il momento siderale.

Si chiude la prima tranche di un campionato anomalo, dove possiamo sciorinare una miriade di cose positive, su tutte le 13 vittorie su 15 partite giocate in campionato, per non parlare delle 5 vittorie consecutive in Champions. Risultato mai nemmeno pensato fino a oggi dalla “torcida” partenopea.

La quantità industriale di uomini mandati in gol tra campionato e coppa, giunti a 16 unità, cose mai viste dalle parti del Vesuvio, neanche quando a giocarci c’era il D10S della pelota, le vittorie contro le dirette concorrenti al titolo, 4 su 4 e tutte in trasferta, la contezza di sapere che nessuno dei calciatori in ”rosa” è indispensabile, si è vinto senza Osimhen, si è vinto senza Kvaratskhelia, si vince comunque e dovunque.

Contro l’Udinese dicevamo si è ottenuta l’undicesima vittoria, giocando 75 minuti  in maniera sublime, che quasi si stenta a credere sia tutto vero, per la grande bellezza offerta, poi però quel  buio, l’assurdo, ecco questo è il motivo per cui nessuno deve credere di aver già vinto, il pericolo è alle spalle, sempre, traditore e inaspettato, quindi attenzione sempre, come diceva un mio vecchio allenatore : testa avanti e pedalare.

Il tifoso azzurro conta sulla qualità della squadra e sulle capacità dell’allenatore, ma da fatalista sa bene che dietro la porta tutto può accadere. Per il momento godiamoci il primato e gli undici punti di distanza dalla seconda. Buon Mondiale a tutti voi.

di Fiore Marro

Napoli – Udinese 3 a 2, si è vinto senza Osimhen, si è vinto senza Kvaratskhelia, si vince comunque e dovunque.

Marcatori: 15′ Osimhen, 31′ Zielinskiy, 13′ st Elmas, 34′ st Nestorovski, 37′ st Samardzic.

I gol realizzati dal Napoli sono stati tutti di pregevole fattura, mai banali, mai scontati, l’assist di Elmas per il colpo dio testa di Osimhen, che ha aperto le danze ha dato l’idea di quei baci azzeccosi che si scambiano gli innamorati, il pallonetto del polacco ha qualcosa di sublime, una sonata di Chopin, la chiusura di Elmas, con tanto di dribbling e palla in buca è parso un capitolo scritto da Ivo Andrić.

Per non dire delle parate di Meret, decisive a inizio partita, le cose belle del pallone. Un Napoli meraviglioso, che ha ripercorso per 75 minuti una sorta di rivisitazione del campionato stesso, fatto di gol spettacolari, chiusure e parate difensive sublimi, corse, dribbling, cambio campo veloci e entusiasmanti. Goal a grappoli, e in tutte le salse. Di testa, da fuori area, dopo azioni concertate, uno spettacolo pirotecnico, cui oramai indissolubilmente il popolo azzurro da agosto a oggi si è abituato, fregiandosi felice di ciò che vede, elogiando e ringraziando i suoi campioni con infiniti battimani.

Abbiamo avuto la fortuna di assistere beati alle esibizioni di una squadra composta dagl’Afrikan Power, dai coraggiosi e stellari figli dell’est, e della pattuglia indomita di italiani e latini (brasiliani, uruguagi, messicani, portoghesi), una miscela bella e esplosiva, con l’aggiunta del “soldato” coreano, attento, vigile, quasi invalicabile come una sorta di Muraglia Cinese. Tutto molto bello, una cavalcata inaspettata e meravigliosa, fino al 75’ di Napoli – Udinese appunto, fino a quando in una uscita di alleggerimento il Buon Kim Min-jae, sbaglia l’appoggio e scatena  il contropiede friulano o ripartenza

Come l’amano chiamare i giovani cronisti di oggi, che realizzano con Samardzic, un gol stupefacente, rete che riapre una partita che sembrava ormai scontata, situazione che attiva una marea di ricordi brutti, riportando in auge il ritorno di vecchi fantasmi che sembravano essere spariti e sopiti per sempre.

Ritornano le note di un passato tristo, sgangherato, nella mente di chi ha sofferto l’inferno della passione azzurra, riaffiorano  i gol di Simeone del 3 a 1 di Firenze del 2018, ma ancora di più si ripresentano alla mente Rizzoli e Mazzoleni di quella famosa Supercoppa Italiana giocata in Cina.

Riaffiora Orsato di Inter – Juventus, Gattuso di Napoli – Verona, Malcuit e Meret di Empoli – Napoli e tutto sembra un incubo, e tutto ci fa presagire che nulla è scontento, nulla si è vinto ancora, e che il cammino è ancora lungo e pervio, pieno di trappole e di pericoli, nonostante l’attuale più 11 dalla seconda, con gare che però devono ancora giocarsi, anche se alla fine la distanza dalle seconde rimane per il momento siderale.

Si chiude la prima tranche di un campionato anomalo, dove possiamo sciorinare una miriade di cose positive, su tutte le 13 vittorie su 15 partite giocate in campionato, per non parlare delle 5 vittorie consecutive in Champions. Risultato mai nemmeno pensato fino a oggi dalla “torcida” partenopea.

La quantità industriale di uomini mandati in gol tra campionato e coppa, giunti a 16 unità, cose mai viste dalle parti del Vesuvio, neanche quando a giocarci c’era il D10S della pelota, le vittorie contro le dirette concorrenti al titolo, 4 su 4 e tutte in trasferta, la contezza di sapere che nessuno dei calciatori in ”rosa” è indispensabile, si è vinto senza Osimhen, si è vinto senza Kvaratskhelia, si vince comunque e dovunque.

Contro l’Udinese dicevamo si è ottenuta l’undicesima vittoria, giocando 75 minuti  in maniera sublime, che quasi si stenta a credere sia tutto vero, per la grande bellezza offerta, poi però quel  buio, l’assurdo, ecco questo è il motivo per cui nessuno deve credere di aver già vinto, il pericolo è alle spalle, sempre, traditore e inaspettato, quindi attenzione sempre, come diceva un mio vecchio allenatore : testa avanti e pedalare.

Il tifoso azzurro conta sulla qualità della squadra e sulle capacità dell’allenatore, ma da fatalista sa bene che dietro la porta tutto può accadere. Per il momento godiamoci il primato e gli undici punti di distanza dalla seconda. Buon Mondiale a tutti voi.

di Fiore Marro

© Riproduzione riservata

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