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sabato, Luglio 27, 2024

NAPOLI – UDINESE 4 -1: Gli azzurri tornano a giocare da campioni, friulani devastati dalla valanga partenopea.

Il modo di stare in campo dei tre moschettieri di centrocampo, ha rimembrato i fasti di un passato recente, che tanta gioia ha regalato alla torcida napoletana.

Marcatori: 19′ p.t. Zielinski (r) (N), 39′ p.t. Osimhen (N), 29′ s.t. Kvaratskhelia (N), 35′ s.t. Samardzic (U), 37′ s.t. Simeone (N).

Non è mai buona cosa parlare di se stessi quando si affrontano argomenti sportivi di ampie dimensioni, come quando si analizza una partita di calcio del Napoli. Però fa d’uopo, come diceva il Principe, doverlo fare, perché forse ogni tanto l’autocritica è un buon punto di ritorno per tutti.

Lo è per tanti me compreso che credono di avere scoperto l’acqua calda; ho nel mio personale bagaglio  di trainer o istruttore che dir si voglia, del gioco del calcio, più di cento panchine ufficiali FIGC, con risultati discreti. Spesso però mi sono chiesto come mai sono arrivato al massimo condurre una formazione di terza categoria come Mister.

Ieri sera mi sono dato una risposta a questo quesito, e lo devo al “Divin Georgiano“, che mi ha dato una lezione morale da applausi scroscianti. personalmente, da trainer, il funambolico esterno azzurro (Kvaratskhelia ), non lo avrei schierato in campo. Avrei relegando il georgiano in panchina, visti i risultati modesti finora profusi in campionato.

Anche per una certa indolenza, una  mal celata insolenza dimostrata pubblicamente nell’atto delle sue ultime sostituzione. Tutto questo mi avrebbe indotto a farlo “assettare” in panchina e avrei commesso un errore mortale, demoniaco, proprio come farebbe un allenatore mediocre.

Perché Kvaratskhelia contro i friulani è parso un marziano, una sorta di Cristo redentore laico sceso al Maradona, per dispensare gol, assist, dribbling. Tiri deliziosi, tunnel e “chi più ne ha più ne metta”, il tutto moltiplicando come se fossero pani e pesci.

In verità il “77” è stata la ciliegina sulla torta. Bisogna sottolineare che tutta la squadra ha prodotto un calcio meraviglioso. A tratti è parso lo stesso Napoli che l’anno passato in Champions maramaldeggiò i malcapitati lanciati dell’Ayax, in quel di Amsterdam.

Il modo di stare in campo dei tre moschettieri di centrocampo, ha rimembrato i fasti di un passato recente, che tanta gioia ha regalato alla torcida napoletana. Rimettere la “Chiese al centro del Villaggio”, ridare a Stan Lobotka il ruolo di Von Karajan è stata una scelta giusta. Giocare il calcio che più si avvicina ai dettami di Mister Lucio è stata la mossa migliore, che Rudi Garcia ha prodotto fino a questo momento, come allenatore del Napoli.

Di fronte di certo c’era una compagine che dal punto di vista realizzavo non sta attraversando uno dei suoi migliori momenti. Anche se bisogna dire che l’Udinese ha provato giocarsela nonostante le assenze e la differenza stratosferica tra le due compagini. A un certo punto è parso di rivedere quel famoso scontro biblico tra Davide e Golia, con Davide però che stavolta avuto la peggio.

Bellissimo, quasi maradoniano il gol di Lazar Samardzic, che prima di infilare alle spalle del malcapitato Alex Meret ha saltato cinque calciatori partenopei come se fossero birilli. Un goal che ha strappato applausi a tutti i presenti allo stadio. Una rete quella del Cholito che ripaga non solo lui, ma tutti quelli che come lui, hanno dovuto soffrire incolpevolmente questo inizio di stagione azzurra.

Quel goal, quella gioia, è apparsa come voler dire: “Siamo tornati, siamo sempre noi”. Un Napoli bellissimo che è sembrato quello delle giornate migliori della passata stagione. Quando questo gruppo dispensava un calcio spettacolo in giro per lì’Europa, che dire bentornato Vecchio Ciccio, ieri come diceva Pizzul è stato:” Tutto molto bello!!!”.

Fiore Marro

Il modo di stare in campo dei tre moschettieri di centrocampo, ha rimembrato i fasti di un passato recente, che tanta gioia ha regalato alla torcida napoletana.

Marcatori: 19′ p.t. Zielinski (r) (N), 39′ p.t. Osimhen (N), 29′ s.t. Kvaratskhelia (N), 35′ s.t. Samardzic (U), 37′ s.t. Simeone (N).

Non è mai buona cosa parlare di se stessi quando si affrontano argomenti sportivi di ampie dimensioni, come quando si analizza una partita di calcio del Napoli. Però fa d’uopo, come diceva il Principe, doverlo fare, perché forse ogni tanto l’autocritica è un buon punto di ritorno per tutti.

Lo è per tanti me compreso che credono di avere scoperto l’acqua calda; ho nel mio personale bagaglio  di trainer o istruttore che dir si voglia, del gioco del calcio, più di cento panchine ufficiali FIGC, con risultati discreti. Spesso però mi sono chiesto come mai sono arrivato al massimo condurre una formazione di terza categoria come Mister.

Ieri sera mi sono dato una risposta a questo quesito, e lo devo al “Divin Georgiano“, che mi ha dato una lezione morale da applausi scroscianti. personalmente, da trainer, il funambolico esterno azzurro (Kvaratskhelia ), non lo avrei schierato in campo. Avrei relegando il georgiano in panchina, visti i risultati modesti finora profusi in campionato.

Anche per una certa indolenza, una  mal celata insolenza dimostrata pubblicamente nell’atto delle sue ultime sostituzione. Tutto questo mi avrebbe indotto a farlo “assettare” in panchina e avrei commesso un errore mortale, demoniaco, proprio come farebbe un allenatore mediocre.

Perché Kvaratskhelia contro i friulani è parso un marziano, una sorta di Cristo redentore laico sceso al Maradona, per dispensare gol, assist, dribbling. Tiri deliziosi, tunnel e “chi più ne ha più ne metta”, il tutto moltiplicando come se fossero pani e pesci.

In verità il “77” è stata la ciliegina sulla torta. Bisogna sottolineare che tutta la squadra ha prodotto un calcio meraviglioso. A tratti è parso lo stesso Napoli che l’anno passato in Champions maramaldeggiò i malcapitati lanciati dell’Ayax, in quel di Amsterdam.

Il modo di stare in campo dei tre moschettieri di centrocampo, ha rimembrato i fasti di un passato recente, che tanta gioia ha regalato alla torcida napoletana. Rimettere la “Chiese al centro del Villaggio”, ridare a Stan Lobotka il ruolo di Von Karajan è stata una scelta giusta. Giocare il calcio che più si avvicina ai dettami di Mister Lucio è stata la mossa migliore, che Rudi Garcia ha prodotto fino a questo momento, come allenatore del Napoli.

Di fronte di certo c’era una compagine che dal punto di vista realizzavo non sta attraversando uno dei suoi migliori momenti. Anche se bisogna dire che l’Udinese ha provato giocarsela nonostante le assenze e la differenza stratosferica tra le due compagini. A un certo punto è parso di rivedere quel famoso scontro biblico tra Davide e Golia, con Davide però che stavolta avuto la peggio.

Bellissimo, quasi maradoniano il gol di Lazar Samardzic, che prima di infilare alle spalle del malcapitato Alex Meret ha saltato cinque calciatori partenopei come se fossero birilli. Un goal che ha strappato applausi a tutti i presenti allo stadio. Una rete quella del Cholito che ripaga non solo lui, ma tutti quelli che come lui, hanno dovuto soffrire incolpevolmente questo inizio di stagione azzurra.

Quel goal, quella gioia, è apparsa come voler dire: “Siamo tornati, siamo sempre noi”. Un Napoli bellissimo che è sembrato quello delle giornate migliori della passata stagione. Quando questo gruppo dispensava un calcio spettacolo in giro per lì’Europa, che dire bentornato Vecchio Ciccio, ieri come diceva Pizzul è stato:” Tutto molto bello!!!”.

Fiore Marro

© Riproduzione riservata

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