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sabato, Luglio 27, 2024

IL ROCK DEI MANESKIN – non state zitti e buoni.

I Maneskin sono partiti dalle strade di Roma, passando per un talent: sarebbe stato bello l’Ariston pieno a suon di rock di una Stratocaster.

Rock
I Maneskin nella finale dell’Eurovision 2021 che si è svolto a Rotterdam, Paesi Bassi.

Rock o non rock?

In un’epoca in cui trap e audiotune sono quasi padroni del panorama musicale italiano, avere una band rock nostrana in ascesa che vince festival di San Remo ed Eurovision è una bella boccata d’aria. La musica ormai è quasi sempre fatta in casa, non suonata o comunque fredda. Ha perso quell’appeal che porta a strimpellare e poi ad appassionarti verso lo studio di uno strumento musicale. Il rock è sempre stato istinto e voglia di evadere, caratteristiche di matrice blues. Infatti la chitarra dei Maneskin è rozza e imperfetta. Le venature sono di influenze hendrixiane e raramente vanno di pari passo con le non complesse ma efficaci linee di basso. Il sound è caldo e, nonostante le attuali tecniche di registrazione, risulta vintage. Il drumming è essenziale e pare volutamente tale. E’ una sorta di giusto mezzo tra AC/DC e Led Zeppelin, accarezzando i canoni del rock alternativo più moderno.

Il Rock italiano..?

Come non si può denotare nella band l’influenza del panorama rock italiano? I suoni distorti del basso di Victoria De Angelis potrebbero derivare dall’ascolto dei Litfiba di primo pelo. Qualche approccio funk associato alle ritmiche e agli arpeggi della chitarra di Thomas Raggi richiamano gli esordi de Le Vibrazioni. Se Alessandro Deidda è più “zeppeliniano”, Ethan Torchio somma il base drumming degli AC/DC a quello di Ronnie Vannucci dei Killers. Damiano David è la ciliegina sulla torta. Il suo feeling passionale e il suo graffiato sporcano le liriche al punto giusto da non farle sembrare artefatte. Molti sono i riferimenti all’hip-hop nostrano (CapaRezza ci sei?) e al cantautorato italiano (Baglioni, e tu?).

Greta Van Fleet/Maneskin?

Quando uscirono i Greta Van Fleet si urlò allo scandalo per la loro quasi spudorata vena emulativa. Coi Maneskin non è accaduto lo stesso perché non somigliano a nessuno, nonostante le palesi influenze e non abbiano inventato un genere. La polemica è dietro l’angolo: quando emerge una nuova band di giovani musicisti rock, si crea una sorta di allarmismo tra gli utenti. Sembra quasi possa essere minata la “certezza” che il rock è morto. Ciò spesso vale per coloro che non sono riusciti musicalmente ad emergere con il loro amato genere. Ci sarà la mano di un’etichetta importante che aiuti una band a fare tendenza per guadagnarci? Ben venga se questo può servire a far riavvicinare la gioventù di oggi alla musica suonata. Chissenefrega se il tutto è ben inscatolato con tanto di nastro, fiocco e pure coccarda. Bravi Maneskin, non state zitti e siate buoni!

francesco moccia

https://www.annotizie.it/musica-le-note-che-ribollono-sulla-lava-del-vesuvio/

Collegamenti utili:
https://www.maneskin.it
https://it.wikipedia.org/wiki/Måneskin
https://www.facebook.com/maneskinofficial

Rock
I Maneskin nella finale dell’Eurovision 2021 che si è svolto a Rotterdam, Paesi Bassi.

Rock o non rock?

In un’epoca in cui trap e audiotune sono quasi padroni del panorama musicale italiano, avere una band rock nostrana in ascesa che vince festival di San Remo ed Eurovision è una bella boccata d’aria. La musica ormai è quasi sempre fatta in casa, non suonata o comunque fredda. Ha perso quell’appeal che porta a strimpellare e poi ad appassionarti verso lo studio di uno strumento musicale. Il rock è sempre stato istinto e voglia di evadere, caratteristiche di matrice blues. Infatti la chitarra dei Maneskin è rozza e imperfetta. Le venature sono di influenze hendrixiane e raramente vanno di pari passo con le non complesse ma efficaci linee di basso. Il sound è caldo e, nonostante le attuali tecniche di registrazione, risulta vintage. Il drumming è essenziale e pare volutamente tale. E’ una sorta di giusto mezzo tra AC/DC e Led Zeppelin, accarezzando i canoni del rock alternativo più moderno.

Il Rock italiano..?

Come non si può denotare nella band l’influenza del panorama rock italiano? I suoni distorti del basso di Victoria De Angelis potrebbero derivare dall’ascolto dei Litfiba di primo pelo. Qualche approccio funk associato alle ritmiche e agli arpeggi della chitarra di Thomas Raggi richiamano gli esordi de Le Vibrazioni. Se Alessandro Deidda è più “zeppeliniano”, Ethan Torchio somma il base drumming degli AC/DC a quello di Ronnie Vannucci dei Killers. Damiano David è la ciliegina sulla torta. Il suo feeling passionale e il suo graffiato sporcano le liriche al punto giusto da non farle sembrare artefatte. Molti sono i riferimenti all’hip-hop nostrano (CapaRezza ci sei?) e al cantautorato italiano (Baglioni, e tu?).

Greta Van Fleet/Maneskin?

Quando uscirono i Greta Van Fleet si urlò allo scandalo per la loro quasi spudorata vena emulativa. Coi Maneskin non è accaduto lo stesso perché non somigliano a nessuno, nonostante le palesi influenze e non abbiano inventato un genere. La polemica è dietro l’angolo: quando emerge una nuova band di giovani musicisti rock, si crea una sorta di allarmismo tra gli utenti. Sembra quasi possa essere minata la “certezza” che il rock è morto. Ciò spesso vale per coloro che non sono riusciti musicalmente ad emergere con il loro amato genere. Ci sarà la mano di un’etichetta importante che aiuti una band a fare tendenza per guadagnarci? Ben venga se questo può servire a far riavvicinare la gioventù di oggi alla musica suonata. Chissenefrega se il tutto è ben inscatolato con tanto di nastro, fiocco e pure coccarda. Bravi Maneskin, non state zitti e siate buoni!

francesco moccia

https://www.annotizie.it/musica-le-note-che-ribollono-sulla-lava-del-vesuvio/

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https://it.wikipedia.org/wiki/Måneskin
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